Avanti un altro, c’e’ posto
di Giuseppe Borgioli
E così abbiamo un altro partito, nato dalla costola del PD che è stato battezzato col nome un po’ impegnativo “Italia viva”, ma non abbiamo dubbi che sarà chiamato da tutti “partito renziano”. Sosterrà il sempre più patetico Conte bis, in cui Renzi conta ministri, vice ministri e sottosegretari e parteciperà alla ulteriore distribuzione dei posti di sottogoverno. La cerimonia di battesimo si terrà alla Leopolda fra poche settimane.
Anche il “partito renziano” si propone di conquistare il centro politico un tempo occupato dalla mitica DC. Siamo tentati di porci la domanda: esiste ancora il centro come l’abbiamo conosciuto trenta anni fa? Se questa è la strategia, le forza conscia o inconscia che tiene in vita i neoscissionisti è il non poter fare a meno del potere. È quasi una droga che inchioda personaggi come Matteo Renzi.
Si autoassolvono parlando di bene comune, in realtà vanno come mosche dove li richiama il bagliore dei riflettori televisivi. Il caso di Renzi è emblematico: tre anni fa voleva semplificare la repubblica abolendo di fatto il senato (trasformandolo) e sposando decisamente il sistema elettorale maggioritario. Ora ci porterebbe dritti – se lo seguissimo – verso il proporzionale puro.
L’importante è tenere il potere. Dividerlo con i propri sodali come fosse un bottino, perdersi per passare il tempo nei giochetti delle alleanze e delle scissioni illudendosi di compiere scelte che rimangano nella storia. Nella storia non rimarrà nulla di tutto ciò, semmai queste vicende senza passione e qualità riempiranno la cronaca, le pagine di “Repubblica” a cui Renzi ha dato intelligentemente la sua prima intervista di capo partito. Del resto due giorni prima del lieto evento l’editore di “Repubblica” Carlo De Benedetti – che sa fare gli affari suoi, un pò meno quelli della nazione – intervistato da un canale televisivo prefigurava questi sviluppi.
Per fare un partito ci vogliono uomini (sempre disponibili sul mercato), soldi e idee. Le idee si raccattano facilmente al supermercato della Leopolda. Finalmente abbiamo capito perché certi personaggi non sentiranno mai la forza attrattiva del Re. Sono dei narcisisti che si accontentano della loro immagine restituita dagli scherni.
Il Re è pur sempre un principio che ti rimanda ad altro da te, alla nazione, alla storia, al passato che si fa presente. Questa sì che è l’Italia viva non quella nata già morta.
(da www.unionemonarchicaitaliana.it)