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Il Ministro dell’istruzione tra auspici condivisibili e istigazioni a violare la legge

Il Ministro dell’istruzione tra auspici condivisibili e istigazioni a violare la legge
di Salvatore Sfrecola

Il Ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti, da poco insediatosi a viale Trastevere, non si è limitato a proporre una imposta sulle merendine, per reperire risorse da destinare ad un incremento degli stipendi dei docenti delle nostre scuole. L’esigenza è ampiamente condivisibile ma lo strumento è sbagliato. Che poi è grave che l’abbia proposto un docente di economia, sia pure nella lontana Pretoria (Sudafrica). Infatti, se l’imposta scoraggia l’acquisto delle merendine, ritenute contrarie ad una sana dieta per i giovani, il ricavato per l’erario sarà progressivamente insufficiente per far fronte all’esigenza.

Non contento di questa iniziativa, subito bollata come assurda, il Ministro ha scritto una circolare indirizzata ai “cari dirigenti scolastici e cari docenti” e al “caro mondo della scuola” nella quale si spende, anche da padre, Salvini docet, per “lo sviluppo sostenibile, per lottare fattivamente contro il cambiamento climatico” al quale intende sensibilizzare docenti e studenti. Chi potrebbe dargli torto?

Ma il Ministro va oltre ed ha invitato le scuole, “pur nella proipria autonomia” a considerare giustificate le assenze degli studenti che partecipano alla mobilitazione per il clima il prossimo 27 settembre. Tuttavia questa circolare non l’ha firmata il Ministro ma il “Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione”, Carmela Palumbo. Indirizzata ai Dirigenti scolastici, ai Direttori degli Uffici Scolastici Regionali ed al Capo di Gabinetto, la circolare prende le mosse dalla manifestazione promossa dal movimento “Fridays For Future” (dal 20 al 27) e rende noto che “in previsione dell’ampia adesione degli studenti italiani alle iniziative locali, alle quali molto spesso le istituzioni scolastiche e le associazioni studentesche hanno fornito il proprio supporto organizzativo, l’on. Ministro esprime l’auspicio che le scuole, nella propria autonomia, possano considerare l’assenza degli studenti per la giornata del 27 p.v. motivata dalla partecipazione alla manifestazione, utilizzando le ordinarie modalità di giustificazione delle assenze adottate dalla stesse scuole”.

Fin qui la circolare anticipata dal Ministro su Facebook dove aveva annunciato di aver dato mandato in tal senso. Alcune considerazioni. Il “mandato” è certamente illegittimo e illecito. Sotto il profilo penale la scelta può ritenersi contraria a quanto previsto dagli artt. 331 e 340 c.p. in quanto ha l’effetto di turbare “la regolarità di un servizio pubblico”. Inoltre, sotto altro profilo, la prevista giustificazione delle assenze, che, non è dubitabile, saranno massicce, impedisce la regolare tenuta dei corsi con l’effetto che i docenti, i quali sono retribuiti dallo Stato per questo loro essenziale lavoro, saranno ovviamente pagati pur non prestando la loro attività perché impossibilitati per iniziativa del Ministro. Anzi del Capo Dipartimento, che non ha avuto il coraggio di dire al Ministro che non si poteva fare, come dovrebbe segnalare al proprio vertice politico ogni funzionario dello Stato. E si è parata scrivendo anche al Capo di gabinetto, che è un giurista e sarà inorridito.

La disposizione contra legem è, inoltre, foriera di danno erariale, cioè di quella particolare fattispecie illecita che si realizza quando un pubblico amministratore o funzionario determina direttamente o indirettamente un pregiudizio finanziario ai danni dello Stato e che la Corte dei conti è tenuta a sanzionare. Nel caso specifico il pregiudizio finanziario sta nel fatto che lo Stato pagherebbe delle prestazioni professionali senza che i docenti possano tenere lezione. Non per una circostanza eccezionale ma perché il Ministro ha favorito l’assenza degli studenti.

Il danno è rilevante, considerate le giornate di lavoro che vengono pagate senza che i professori svolgano il loro lavoro. Ma ancor più grande è il disservizio che il Ministro ha prodotto e l’insegnamento negativo che è implicito nella disposizione che ritiene meritevole di apprezzamento, e quindi giustificabile, l’assenza dalle lezioni per la partecipazione ad una iniziativa sostanzialmente politica, anche se nel merito assolutamente condivisibile. Chi, come me ama la natura, ed è pronto a dare testimonianza della lotta all’inquinamento e a tutte le altre forme di degrado dell’ambiente, apprezza certamente la partecipazione dei giovani a queste manifestazioni che, tuttavia, il Ministro strumentalizza in modo contrario ai doveri del suo ufficio.

Per concludere, giustissimo che la tutela della natura s’impari tra i banchi di scuola educando i giovani a diventare cittadini consapevoli e rispettosi dell’ambiente. Tuttavia ci si chiede da sempre perché gli studenti non manifestino fuori dell’orario delle lezioni, magari il sabato al posto della gita fuori porta. Invitarli a marinare la scuola, prima di essere illecito è diseducativo.

24 settembre 2019

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