Pensionati di piombo: umiliati ed offesi
dell’Ing. Domenico Giglio
Nel luglio scorso sottolineammo un importante articolo dei giornalisti Antonietta Mundo ed Alberto Brambilla, pubblicato sul supplemento settimanale “L’ Economia” del Corriere della Sera, dell’8 luglio 2019, dove si dimostrava quanto avessero perduto le pensioni, cosiddette d’oro, per via della mancata indicizzazione delle stesse. Nell’arco di 14 anni dal 2006 al 2019 i dati dimostravano perdite di più del 50% per pensioni lorde di 40.000 euro, per sfiorare il 100% per quelle intorno ai 60.000.
Ora sul numero del 7 ottobre dello stesso supplemento, Alberto Brambilla, Presidente Itinerari Previdenziali, ritorna sull’argomento, in un articolo “Le verità che nessuno vi dice (i pochi che pagano per molti)”, ribadendo la enorme perdita subita dai pensionati che superano i 2.500 euro, mensili lordi, ma specificando che proprio questi pensionati,1.600.000, il 10% del totale di 16.000.000, versano il 60% (!) delle imposte gravanti su questa categoria, per la quale, anche nel recente programma del nuovo governo di sinistra nulla è previsto di miglioramenti. L’articolista sottolinea la mancata tutela sindacale per questa minoranza, che probabilmente è parte non indifferente degli elettori che non votano, in quanto nessuno schieramento politico si è mai interessato di sanare questo “non senso”, ma il discorso del Brambilla questa volta si allarga a tutta la massa di contribuenti e non solo dei pensionati quando sottolinea che il 60% dell’IRPEF grava sulle spalle del 12% degli italiani. Ma di queste ingiustizie la storia del fisco italiano è prodigo, come nel caso delle famiglie “monoreddito”, di cui anni ed anni or sono fu sottolineata la necessità di un correttivo in quanto l’unico titolare di un reddito “X”, pagava e paga di IRPEF, molto di più di due titolari di un reddito di “0,5 X” cadauno, che, una volta pensionati avrebbero goduto di due pensioni più basse che non incappavano nei blocchi, in cui probabilmente incappava il pensionato del famoso reddito “X”. Anche qui il problema riguardava una minoranza per cui il cosiddetto “legislatore” si è ben guardato da intervenire, quando addirittura non stimola l’odio sociale verso i “ricchi” epuloni.
9 ottobre 2019