FRAMMENTI DI RIFLESSIONI
del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia amministrativa
È rimessa all’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato la questione relativa alla consistenza, alla perimetrazione e agli effetti degli obblighi dichiarativi gravanti sugli operatori economici in sede di partecipazione alla procedura evidenziale, con particolare riguardo ai presupposti per l’imputazione della falsità dichiarativa, ai sensi dell’art. 80, comma 5, lett. c, f-bis, d.lgs. n. 50 del 2016 (Cons. Stato, Sez. V, 9 aprile 2020, n. 2332, con commento di Licia Grassucci, “Obblighi dichiarativi e false dichiarazioni in sede di partecipazione alla gara: quesito all’Adunanza Plenaria”, in www.italiappalti.it, 20 aprile 2020, con il condivisibile l’auspicio che il principio di diritto che vorrà formulare l’Adunanza plenaria a proposito della differenza tra omissione e falsità nella dichiarazione possa essere suscettibile di applicazione in via generale nei vari settori dell’ordinamento e non soltanto nel settore specifico degli appalti pubblici e, vieppiù, per la finalità di individuare le regole di automatica esclusione dalla gara).
La nostra libertà è a rischio?
“Se davvero di qui in poi, come si dice, nulla sarà più come prima viene da chiedersi come cambierà il potere. Chi ne avrà di più e chi di meno, ovviamente. Ma anche come esso verrà esercitato, e se nell’insieme la sua orma sarà più profonda o più discreta. Che è poi come chiedersi se la nostra libertà al suo cospetto sarà maggiore o minore.
…Non sempre il potere è un amico che ci tira fuori dai guai. E non sempre è un mostro che produce guai maggiori. Più banalmente, esso è solo l’utensile della politica. Va usato con circospezione, e adattato a circostanze che non sono più quelle di prima. Ma soprattutto, quell’utensile deve sempre restare nelle nostre mani” (Marco Follini, “La contesa del potere ai tempi della pandemia”, L’Espresso, n. 17/2020, 35).
La rivolta dei nonni
“… la Costituzione è ancora lì con il suo art. 16 a tutelare il diritto dei cittadini a circolare liberamente ed a soggiornare dove vogliono, un diritto comprimibile soltanto per motivi di salute, cioè se la persona è portatore di un contagio. In assenza, il medico curante gli potrà consigliare di non esporsi in aree a rischio, se cagionevole di salute. Potrà essere consigliato, mai obbligato” (Salvatore Sfrecola, “La rivolta dei nonni: NO alla quarantena prolungata per loro”, in questa Riv., 17 aprile 2020).
Stato forte
In una intervista rilasciata in data 10 marzo al giornalista de Il Messaggero Mario Ajello, il Presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli alla domanda se “serve uno Stato forte?” ha replicato “ci vuole uno Stato forte che faccia lo Stato” e, ancora, “Stato forte significa Stato che non diminuisce le garanzie costituzionali, anzi, che ne dà ancora di più”.
Le “mascherine”
Anche le vicende delle c.d. mascherine lumeggiano eloquentemente l’incedere comatoso degli approcci governativi.
Il momento dei tecnici
Il Governo, nella fase attuale, dimentico del Parlamento, si limita a delegare, ad oltranza, la responsabilità delle scelte, anche le più rilevanti, ad un “nugolo di geniali esperti, comitati tecnici scientifici, comitati operativi, task force, gabinetti ministeriali, commissioni Stato-Regioni. Il sospetto è che si arrivi in un amen alla fase tre. La Babele, entro l’estate” (Susanna Turco, “Il Governo delle task force”, L’Espresso, n. 17/2020, 30 ss.).
I grandi problemi
Ancora oggi restano i problemi, “gravi come avrebbe detto Flaiano, ma non seri: il debito pubblico, le grandi riforme (pensionistica, previdenziale, fiscale, istituzionale), la malagiustizia, la malasanità, la malascuola e, dulcis in fundo, l’immigrazione” (Roberto Gervaso, “Italiani pecore anarchiche”, Milano, 2003, 129).
Da Calamandrei
Il buon giudice mette lo stesso scrupolo nel giudicar tutte le cause, anche le più umili; egli sa che non esistono grandi cause e piccole cause, perché l’ingiustizia non è come quei veleni di cui certa medicina afferma che presi in grandi dosi uccidono, ma presi in dosi piccole risanano. La ingiustizia avvelena anche in dosi omeopatiche (Piero Calamandrei, “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, rist. 2^ ed., Milano, 2001, 340).