del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia civile
Le Sezioni unite, decidendo su regolamento di giurisdizione proposto d’ufficio dal Tar Calabria (Catanzaro), Sez. II, ordinanza 5 febbraio 2019, n. 226, hanno precisato che l’inosservanza di regole tecniche o canoni di diligenza e prudenza nella gestione dei propri beni può essere fatta valere dal privato davanti al giudice ordinario sia per conseguire il risarcimento del danno nei confronti della P.A. sia per ottenere un facere, non investendo tale domanda scelte ed atti amministrativi autoritativi.
Il riferimento al fatto che sarebbe mancata un’adeguata progettazione con riferimento specifico al drenaggio non è rilevante perché si tratta comunque delle modalità esecutive della realizzazione dell’opera cui è estraneo l’esercizio di potestà autoritative.
Alla medesima conclusione deve pervenirsi in relazione alla domanda risarcitoria da mancata utilizzazione temporanea dei beni in quanto anche questa domanda trae origine da un mero comportamento di natura colposa non riconducibile all’esercizio di potestà autoritativa(Cass., Sez. un. civ., ordinanza 25 marzo 2020, n. 7529).
L’Università in ginocchio
“Non si può dire che in questo periodo di pandemia l’università abbia avuto spazio adeguato né nel dibattito pubblico né tanto meno nell’agenda politica. Quando si sfiora appena l’argomento, se ne parla come se si trattasse di un’appendice della scuola, un prolungamento destinato a pochi. E come se valessero le stesse condizioni. Se il ministro si è trincerato dietro una coltre di silenzio, i rettori ne hanno trasmesso le circolari e le comunicazioni, volte in genere a ribadire che la didattica non si sarebbe fermata. Quasi che l’università fosse solo didattica.
In realtà tutto è stato affidato alla buona volontà e all’improvvisazione di studenti e soprattutto di docenti, non solo costretti ad arrangiarsi su piattaforme private come Google per tenere le proprie lezioni, ma bersagliati quotidianamente da messaggi oscuri, pieni di sigle criptiche, termini indecifrabili, regole contraddittorie. No, non è andata bene per l’università. E c’è da ritenere che il peggio debba ancora venire.
Il rischio è un declino irreversibile. Assicurare lezioni a distanza ed esami non significa salvaguardare l’università, che non è né una fabbrica di saperi né un esamificio. Manca la vita universitaria in tutta la sua insostituibile ricchezza, la sua vivacità, la sua effervescenza. È possibile che molti studenti, dispersi e isolati, abbandoneranno del tutto il percorso accademico. L’iscrizione mirerà solo a conseguire un diploma, uno scopo esteriore, mentre lo studio sarà sempre più strumentale. Ne risentiranno le materie umanistiche. Lo svuotamento dell’università e la sua alterazione sono già in atto” (Donatella Di Cesare, “L’università italiana dritta verso il declino”, L’Espresso, n. 24/2020, 66).
Riforme annunciate
“Agli occhi della politica, il reato di abuso d’ufficio e la responsabilità erariale, più che una garanzia per la comunità finiscono per costituire un elemento di freno delle iniziative di spesa nelle amministrazioni pubbliche.
Che il reato di abuso d’ufficio, per la sua genericità, sia da riformare ne sono tutti certi. Diversamente la responsabilità per danno erariale individua un pregiudizio effettivo, arrecato, con dolo o colpa grave, al bilancio e/o al patrimonio di un ente pubblico” (Salvatore Sfrecola, “Come si riforma l’abuso d’ufficio”, La Verità, 3 giugno 2020).
Caravaggio
È stato di recente pubblicato l’accurato saggio di Michele Cuppone, “Caravaggio. La Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro” (Roma, 2020).
Il lavoro è dedicato alla vita e alle opere, nonché al riprovevole furto del capolavoro pittorico di Michelangelo Merisi da Caravaggio. Lo splendido dipinto (olio su tela, cm. 268 x 197) era custodito nell’Oratorio di San Lorenzo a Palermo, fino al furto avvenuto nell’ottobre 1969. Quasi certamente un furto su commissione.
La Natività, per lungo tempo ritenuta eseguita in Sicilia, sembra, invece, sia stata dipinta a Roma nell’aprile 1600.
Caravaggio, artista raffinato, dal temperamento bizzarro, irruente e rissoso, più volte fu costretto a spostamenti improvvisi per sottrarsi alla giustizia.
Il capitolo sulla scomparsa dell’opera, molto particolareggiato, riferisce le numerose ipotesi prospettate dopo il furto del dipinto, rimaste però senza adeguate conferme, anche se il coinvolgimento della mafia non è stato mai escluso.
Il volume, denso e documentato, con apprezzabili approfondimenti e dotato di esaurienti riproduzioni, si conclude con una rassegna stampa dell’anno 1969 ed un puntuale articolo di Leonardo Sciascia dello stesso anno.
Reddito di cittadinanza
Il reddito di cittadinanza (specie se elargito con il metodo “a chi tocca, tocca”) è un tipico esempio di come sperperare risorse finanziarie pubbliche.
Burocrazia
“In cento giorni di lotta al virus sono stati prodotti, fra governo e regioni, 763 atti. Molti complicati. Per produrli sono stati assegnati 1400 incarichi. Una mole enorme di carta che allontana sempre di più lo Stato dalla vita reale. E allora non ci si può stupire poi se, di burocrazia in burocrazia, si precipita nella tragedia. La tragedia delle aziende che chiudono. La tragedia delle persone senza lavoro. La tragedia di un’economia che rischia di essere desertificata…
A volte quando parliamo di burocrazia sembra che parliamo di qualcosa di misterioso, di invisibile, di impalpabile. Invece la burocrazia, purtroppo, è un mostro assai concreto. E il suo volto non è difficile da vedere… È un volto terribile, quello della burocrazia. Se ti prende, ti uccide (Mario Giordano, “Il grillo parlante”, Panorama, n. 20/2020, 98).
Senza titolo
Disgusto e rassegnazione uccidono la democrazia.
Chi di dovere ne prenda nota.