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Frammenti di riflessioni

del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Giustizia civile

Le Sezioni unite hanno precisato che la controversia concernente l’accertamento e la quantificazione di crediti vantati dal gestore di una discarica per lo smaltimento dei rifiuti nei confronti dell’ente concedente, siccome attinente alla regolamentazione degli aspetti patrimoniali della gestione, è devoluta alla giurisdizione del giudice ordinario, rimanendo irrilevante la valutazione sul modo in cui la P.A. si avvalga della facoltà di adottare strumenti negoziali in sostituzione dell’esercizio diretto del proprio potere autoritativo.

La devoluzione alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo delle controversie attinenti all’attività di gestione dei rifiuti, seppure posta in essere con comportamenti della P.A. o dei soggetti alla stessa equiparati, presuppone che gli atti di gestione siano espressione dell’esercizio di un potere autoritativo della P.A. (o di soggetti ad essa equiparati), mentre quando in giudizio sia dedotto un rapporto obbligatorio avente la propria fonte in una pattuizione di tipo negoziale intesa a regolamentare gli aspetti meramente patrimoniali della gestione, la controversia continua ad appartenere alla giurisdizione del giudice ordinario  (Cass., Sez. un. civ., ordinanza  24 giugno 2020, n. 12483).

Strumenti di iniquità

“Non v’è, in tutto il romanzo de “I promessi sposi”, una sola figura della curia e del foro che appaia meritevole di stima, o che ispiri almeno simpatia; avvocati, giudici, e loro ausiliari non solo mancano gravemente ai loro doveri, ma appaiono, sovente, strumenti di iniquità. Non rendono giustizia ai poveri, agli umili, quando la ragione è dalla loro parte; mentre sono ben pronti a perseguirli in ogni occasione…

Ma la figura più fortemente caratterizzata in questo mondo del diritto e della giustizia seicentesca appartiene alla categoria di coloro che avrebbero dovuto esserne i collaboratori più intelligenti e più validi. Il dottor Azzeccagarbugli è personaggio troppo noto per esser riscoperto: rappresenta la degenerazione di una nobile professione…

L’avvocato è dunque degno dei giudici del suo secolo, come sempre avviene in ogni epoca; è pure lui un prodotto di quella società, come lo sono i magistrati e gli altri organi di giustizia. E vien fatto di pensare che, se fosse stato migliore, probabilmente non avrebbe potuto vivere della sua professione, e forse, sopravvivere.

Il modo di procedere e i frutti dell’attività di siffatti avvocati, di siffatti magistrati e dei loro ausiliari sono resi sì evidenti dalle vicissitudini di uno dei protagonisti del romanzo, che ne appaiono quasi la ineluttabile conseguenza. Renzo comincia a fare esperienza di questa giustizia appunto nello studio di Azzeccagarbugli; in seguito e, più duramente, in Milano” (Aldo Marchetti, “Strumenti di iniquità: i magistrati e gli ausiliari della giustizia”, in S.A. Costa e G. Mavaro, Motivi e personaggi dei ‘Promessi Sposi’, 2^ ed., 14^ rist., Firenze, 1988, 219 ss.).

Il caso Grillo

“Le vite nuove cominciano un giorno preciso: quando meno te l’aspetti… È fine luglio, fatidica estate del 2019. Quella di uno dei più rocamboleschi ribaltoni dell’Italia repubblicana… È anche il suo di ribaltone: quello di Beppe Grillo, non ancora perfezionato… Dopo una vita passata sui palchi, dopo un decennio di Vaffa, il co-fondatore, l’Elevato del M5S, si trasforma in quello che sin lì non era mai stato: un pacificatore. Un creatore di nuovi governi, addirittura uno stabilizzatore del sistema…

Una staticità mai vista nel comico genovese, ma ormai indubbia. Tutti i suoi ultimi interventi sono nel segno del sopire, troncare: rinviare l’elezione del nuovo capo dei Cinque stelle, gli Stati generali, smorzare le alzate di testa. La linea resta una, persino monotona: avanti con Conte e avanti con il Pd…

Per raccontare il Grillo di oggi, bisogna riavvolgere il nastro e tornare al Grillo di ieri, quello di un anno fa”. Nastro, riavvolto con accurata perizia, che evidenzia il nuovo ruolo di Grillo “da distruttore a stabilizzatore. Del governo, della maggioranza e del sistema. Fino a diventare il possibile costruttore di un nuovo centro sinistra e il kingmaker del Quirinale” (Susanna Turco, “Mistero Grillo”, L’Espresso, n. 29/2020, 14 ss.).

Raggi e il “giro dei cinque parchi”

“In principio fu il giro delle Sette Chiese, attribuito al sacerdote fiorentino San Filippo Neri. Il pellegrinaggio era diviso in due giornate…

In Campidoglio si sono inventati il giro dei cinque parchi. Un tour di inaugurazione e tagli del nastro con un unico minimo comune denominatore: si trovano tutti in periferia, in zone decentrate”.

E la Raggi “visto che si vuole candidare punta sulle periferie, consapevole del verdetto netto nei suoi confronti dei quartieri centrali. Presto pronta dunque la lista del giro dei cinque parchi…

La campagna elettorale è iniziata. Un pellegrinaggio e tante preghiere. D’altronde non servirebbe un miracolo per un Raggi-bis?” (Simone Canettieri, “Raggi e il giro dei cinque parchi. Tour in periferia a caccia di voti”, Il Messaggero, 16 luglio 2020).

Hai voluto la bicicletta?

“L’idea di un bonus per la bicicletta e il monopattino mentre ci sono migliaia di imprese in difficoltà, mentre le scadenze fiscali non vengono rinviate e un settore strategico come quello dell’auto muore, a me è sempre sembrata una stupidaggine. Ma il governo quel bonus l’ha voluto. E allora dovrebbe pedalare. Invece niente. Non pedala. Nemmeno con la pedalata assistita. Non vi pare una storia esemplare? Non vi pare una fotografia perfetta dell’assurdità italiana?” (Mario Giordano, “Il Grillo parlante”, Panorama, n. 28/2020, 98).

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