di Salvatore Sfrecola
Guido Carlino è il nuovo Presidente della Corte dei conti, in sostituzione di Angelo Buscema, eletto Giudice della Corte costituzionale. Lo ha nominato oggi il Consiglio dei ministri su designazione del Consiglio di presidenza della magistratura contabile che lo aveva indicato primo in una terna di magistrati (con lui Fulvio Maria Longavita e Pio Silvestri) per la nomina al vertice dell’istituto.
Classe 1958, Guido Carlino proviene da Palermo dove ha presieduto la Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione Siciliana. In precedenza aveva, per quattro anni, svolto la medesima funzione a Venezia.
Entrato nella magistratura contabile nel 1985, Carlino ha svolto funzioni di Procuratore regionale a Palermo e di giudice della locale Sezione giurisdizionale. Magistrato di vasta esperienza, garbato ma energico, Carlino é ben visto dai Colleghi che lo stimano per la sua dirittura morale e per la capacità di approfondimento delle tematiche istituzionali più complesse, dimostrata in tutti questi anni. Di lui si ricordano importanti sentenze e la presidenza di Collegi che hanno affrontato processi con questioni di responsabilità particolarmente delicate.
S’insedia al primo piano del Palazzo di Viale Mazzini in un momento non facile per la magistratura contabile, nel quale il Governo ha varato norme che limitano, più esattamente azzerano, la giurisdizione in materia di responsabilità per danno erariale. Una scelta condivisa dal Parlamento, che sta procedendo alla conversione in legge del decreto semplificazioni (già approvato dal Senato), una decisione che viene unanimemente ritenuta, anche in ambienti scientifici, di straordinaria gravità perché non sarà più possibile perseguire danni, anche rilevanti, commessi da pubblici amministratori e dipendenti nell’esercizio delle loro funzioni.
Indubbiamente questa scelta dimostra una certa difficoltà di percezione, da parte dell’Esecutivo, del ruolo della magistratura contabile molto probabilmente per alcune fattispecie di danno che non sono state apprezzate dalla classe politica e amministrativa. Spetta, dunque, a Guido Carlino restituire smalto alla Corte dei conti e far comprendere con i fatti – e qui è importante anche la scelta imminente del nuovo Procuratore Generale, che ha funzioni di coordinamento dei Procuratori Regionali – che il ruolo della Corte è essenziale in uno stato di diritto ai fini del buon funzionamento delle istituzioni e che, per quanto riguarda l’azione risarcitoria in caso di danno erariale, garantisce il cittadino che, pagando imposte e tasse, contribuisce ai bilanci pubblici. Cittadino che è quindi interessato a che coloro i quali sprecano denaro pubblico per incompetenza o per corruzione siano puniti e restituiscano quanto corrisponde all’ammontare del danno provocato. Se questo ruolo è stato in qualche modo oscurato agli occhi della classe politica, che escludiamo voglia difendere e coprire persone che, per incapacità o per volontà di realizzare un illecito, hanno danneggiato la finanza e i patrimoni pubblici, se qualche iniziativa delle Procure o qualche sentenza non è stata ritenuta “equa” e, pertanto, non condivisa dal potere politico, che ha il compito di dettare le regole, siamo certi che Guido Carlino riuscirà a far comprendere il rilievo del ruolo istituzionale, antico e prestigioso della Corte dei conti, in modo da restituirle un’immagine che indubbiamente oggi risulta deteriorata.
La Corte dovrà anche tornare a considerare un settore che è tradizionale, e risalente nei secoli, quello della verifica delle contabilità attraverso i giudizi di conto che costituiscono la cartina di tornasole della gestione dei funzionari che hanno maneggio di denaro e custodia di beni pubblici. Dei conti si sa poco da qualche tempo. Eppure quando magistrati competenti e volenterosi hanno messo gli occhi su alcune gestioni hanno trovato delle situazioni gravi di spreco di denaro pubblico, gestioni non conformi alle norme, spese inutili o eccessive, spesso in assenza di documentazione giustificativa e di presa in carico dei beni acquisiti, situazioni oscure che tutti insieme danno il senso di un amministrazione con gravi difficoltà.
Il governo, come tutti i governi, ha interesse a che la gestione pubblica sia condotta con efficienza, efficacia ed economicità nel rispetto delle regole di bilancio e di buona amministrazione che richiedono profonde revisioni del sistema delle procedure con una semplificazione effettiva che responsabilizzi i funzionari e diano certezze al cittadino, che ha bisogno di raggiungere gli obiettivi che si prefigge e che la legge considera meritevoli di autorizzazione, nel minor tempo possibile perché il tempo è un costo, come un costo è l’organizzazione che le imprese devono spesso dedicare agli adempimenti burocratici amministrativi e fiscali.
Auguri Presidente!