di Salvatore Sfrecola
Nel clima teso per l’annuncio della proroga dello Stato di emergenza con il naturale corredo di possibili nuove limitazioni personali, il dibattito politico si anima di un inattesa presa di posizione della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, in un’intervista a Paola Di Caro del Corriere della Sera, durissima nei confronti del governo e della sua maggioranza. Inattesa, perché non è consuetudine delle autorità che rivestono funzioni di garanzia, come i presidenti delle camere, intervenire nel dibattito politico prendendo una posizione che diventa inevitabilmente “di parte”. Perché quella della seconda carica dello Stato è una critica forte non solo sotto il profilo istituzionale, che certamente le spetta. Infatti, mentre rivendica l’impegno dell’assemblea di Palazzo Madama anche nei mesi difficili del necessario contingentamento delle attività, lancia un siluro nei confronti soprattutto del Movimento 5 Stelle: “non vorrei che tra proposte di democrazia diretta, appelli al voto a distanza e ricorso continuo ai decreti legge si finisca per abbattere il Parlamento e quindi la democrazia rappresentativa”. In particolare, sottolinea, il “ricorso abituale alla decretazione d’urgenza troppo frequentemente blindata dai voti di fiducia. Il Parlamento, che secondo la Costituzione è centrale, così viene marginalizzato”. Con una proposta “per evitare che si trasformi definitivamente in un convitato di pietra, dovremo mettere dei paletti precisi ai decreti legge”.
Fin qui parole naturali per il presidente di un’assemblea legislativa. Poi si aprono le cateratte di una critica a tutto campo, sui rapporti Stato-regioni, su economia, sviluppo, scuola, quasi assumendo il ruolo di capo dell’opposizione. Il che ha dato vita a molteplici illazioni, da quella che ha immaginato un tentativo di riequilibrare i rapporti di ForzaItalia con gli altri alleati del Centrodestra, mentre il partito di Silvio Berlusconi pur tra mille difficoltà tiene, la Lega arretra e Fratelli d’Italia si consolida ovunque facendo crescere le azioni di Giorgia Meloni, cui è riconosciuto un ruolo anche in Europa con la presidenza dei conservatori e progressisti. Ma c’è anche chi ha voluto dare una diversa spiegazione all’iniziativa della presidente del Senato, il suo desiderio di trasferirsi da Palazzo Madama al Quirinale alla scadenza della presidenza di Sergio Mattarella.
Sta di fatto che nell’intervista la Alberti Casellati ha colpito duro sostenendo che l’Europa con il Recovery Fund sta facendo “il gioco dell’oca” rinviando il tempo della possibile assegnazione dei fondi all’Italia, mentre, a suo giudizio, il Governo affronta la gravissima emergenza economica “mettendo toppe”. Insomma per la Presidente del Senato “tante parole e niente fatti”, in assenza di un “Progetto Italia” senza il quale è vano aspettarsi risultati capaci di realizzare una ripresa dell’economia.
“Senza la politica, con la “P” maiuscola, capace di costruire il “Progetto Italia” dei prossimi 30 anni, anche un bazooka, qualora ci fosse, diventa una pistola ad acqua”. “Progetto Italia” per la senatrice Alberti Casellati “significa rilanciare il Paese facendo ripartire le leve dell’economia: infrastrutture, investimenti, imprese. Questo serve per dare lavoro, lavoro, lavoro. E soldi, soldi, soldi nelle tasche degli italiani”. E alla domanda se condivide il metodo del governo o serviva coinvolgere più l’opposizione, la Presidente Alberti Casellati è drastica: “non lo condivido perché non lo vedo. È certo che le opposizioni devono essere coinvolte”.
Un’accusa grave anche in rapporto alla proroga dello stato di emergenza: “abbiamo bisogno di verità, non si può più oscillare tra incertezze e paure”. Concludendo che il Paese non può “sopportare un nuovo lockdown”.
Ma non basta perché l’Alberti Casellati manifesta preoccupazioni per possibili tensioni sociali, un rischio “legato alla recessione e economica e alla mancanza di lavoro”, anche perché, mentre cala il reddito delle famiglie, aumentano le bollette e sale la pressione fiscale”. Né trascura i problemi connessi alle difficoltà della scuola che si riversa sulle famiglie, sulle mamme. E sottolinea “se si ammutinano le donne, il blocco sociale è inevitabile”.