del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia amministrativa
La IV Sezione del Consiglio di Stato, ponendosi in linea con consolidata giurisprudenza, ha ritenuto ontologicamente incompatibile, per un appartenente alle Forze dell’ordine (ad ordinamento sia civile sia militare), il consumo di sostanza stupefacente, pur se occasionale, isolato e non inquadrato in una complessiva situazione di dipendenza (cfr., ex multis, IV, 21 gennaio 2020, n. 484).
L’assunzione di sostanza stupefacente da parte di un appartenente ad un Corpo di polizia (ad ordinamento sia civile sia militare) dello Stato, come tale preposto, tra l’altro, proprio alla repressione della diffusione e dello spaccio di sostanza stupefacente, costituisce in sé, a prescindere da ogni altra considerazione, una condotta frontalmente confliggente con i doveri del ruolo ed oggettivamente incompatibile con la prospettica prosecuzione nel servizio.
Tali considerazioni valgono anche in presenza di un episodio isolato di assunzione di sostanza stupefacente, posto che ciò che rileva è proprio il consumo di tale sostanza (Cons. Stato, Sez. IV, sentenza 13 marzo 2020, n. 1823).
Così parlò la Presidente del Senato
“Nel clima teso per l’annuncio della proroga dello Stato di emergenza con il naturale corredo di possibili nuove limitazioni personali, il dibattito politico si anima di un’inattesa presa di posizione della Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, durissima nei confronti del governo e della sua maggioranza. Inattesa, perché non è consuetudine delle autorità che rivestono funzioni di garanzia, come i presidenti delle camere, intervenire nel dibattito politico prendendo una posizione che diventa inevitabilmente di parte. Perché quella della seconda carica dello Stato è una critica forte non solo sotto il profilo istituzionale, che certamente le spetta. Infatti, mentre rivendica l’impegno dell’assemblea di Palazzo Madama anche nei mesi difficili del necessario contingentamento delle attività, lancia un siluro nei confronti soprattutto del Movimento 5 Stelle: non vorrei che tra proposte di democrazia diretta, appelli al voto a distanza e ricorso continuo ai decreti legge si finisca per abbattere il Parlamento e quindi la democrazia rappresentativa…
Sta di fatto che la Alberti Casellati ha colpito duro sostenendo che l’Europa con il Recovery Fund sta facendo il gioco dell’oca rinviando il tempo della possibile assegnazione dei fondi all’Italia, mentre, a suo giudizio, il Governo affronta la gravissima emergenza economica mettendo toppe. Insomma per la Presidente del Senato tante parole e niente fatti, in assenza di un Progetto Italia senza il quale è vano aspettarsi risultati capaci di realizzare una ripresa dell’economia” (Salvatore Sfrecola, “Il Governo fa tante parole e niente fatti. Il ciclone Alberti Casellati si abbatte sulla politica”, in questa Riv., 6 ottobre 2020).
Intervenire sulla burocrazia
“Tra le poche certezze della vita, vi sono i grandi proclami con cui la politica accompagna le proprie riforme: un fisco più equo, la lotta all’evasione, più lavoro, meno burocrazia. I giorni che precedono la presentazione della legge di bilancio ne sono pieni. E anche questo 2020 non è da meno. Ma poiché questi proclami alimentano la stessa politica, è spesso difficile vedere uno di questi obiettivi davvero realizzati. Nello specifico, e a dire il vero nonostante gli sforzi negli ultimi dieci anni dei ministri Brunetta e Madia, la promessa che a breve la burocrazia sarebbe diventata più efficiente non è stata mai mantenuta.
Nella scorsa primavera ci siamo illusi che qualcosa potesse cambiare: l’emergenza coronavirus ha infatti dimostrato che ciò che prima sembrava impossibile improvvisamente era diventato la normalità: il lavoro da casa, l’istruzione a distanza, perfino minori vincoli burocratici. Una mera illusione. Col passare del tempo e con l’allentamento – tristemente solo temporaneo – dell’emergenza sanitaria, non sono tornate come erano prima solo abitudini e attività, ma si sono riproposti anche i soliti vecchi problemi. E abbiamo scoperto che la diffusione e la pervasività dell’apparato burocratico sono sopravvissute anche all’emergenza sanitaria…
Tra il dire e il fare, in Italia, c’è di mezzo il mare della burocrazia…
Il limite della politica non è stato solo quello di non essere finora riuscita ad applicare le proprie riforme ma anche quello di aver tollerato troppo a lungo sprechi e inefficienze. Ciò non è più accettabile. Oltre alle cifre, oltre ai proclami, oltre alle buone intenzioni, il primo obiettivo del 2021 deve essere quello di trasformare la burocrazia da incubo dell’immobilismo a motore del progresso: sarà questa la vera cartina di tornasole per giudicare il successo – e la serietà – di questo governo” (Paolo Balduzzi, “La burocrazia, primo nemico da abbattere per ripartire”, Il Messaggero, 9 ottobre 2020).
Il ritorno del Cardinale Pell
Era stato il Cardinale australiano George Pell ad individuare e segnalare “senza successo all’anticorruzione il sistema Becciu fatto di soldi transitati per società di comodo e ricongiunti in molteplici fondi di investimento. Il complotto ordito ai danni del cardinale Pell sembra sempre meno un’ipotesi, sia per quanto riguarda i tempi in cui è avvenuto, le modalità in cui si è consumato e per la volatilità delle accuse di pedofilia che gli furono mosse nel suo paese, che lo costrinsero alle dimissioni, al carcere, alla condanna a sei anni e poi al proscioglimento pieno avvenuto ad aprile ad opera dell’Alta Corte australiana. Anche per questo motivo il ritorno a Roma del cardinale Pell non appare solamente una questione di ordine simbolico, ma potrebbe aprire nuovi finora imprevedibili scenari” (Massimiliano Coccia, “Inganno a Francesco”, L’Espresso, n. 41/2020, 28 ss.).
Con la fiduciosa speranza che questa sia finalmente la volta buona.
Gerarchie ecclesiastiche
Parlare di “puzza” dei corrotti non basta.
La Chiesa è in affanno.
Urge una guida consapevole e responsabile che ridia piena credibilità e dignità alle istituzioni ed alle gerarchie ecclesiastiche.
Le finanze vaticane
“Forse sarebbe meglio se il Vaticano dichiarasse fallimento. Dicono i bene informati che non ci siamo molto distanti: le finanze della Santa Sede, minate da anni di malagestione e affari loschi, vacillano pesantemente sotto il calo delle ultime crisi. Quest’anno i Musei Vaticani sono rimasti vuoti causa Covid, i pellegrinaggi si sono fermati e le offerte sono crollate. Domenica scorsa era la giornata dell’Obolo di San Pietro: la raccolta, già dimezzata negli ultimi anni, avrà sicuramente subìto un durissimo colpo, perché è piuttosto difficile che le pie donne delle parrocchie siano entusiaste di togliersi il pane di bocca” (Mario Giordano, “Il grillo parlante”, Panorama, n. 41/2020, 98).