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Frammenti di riflessioni

del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Giustizia amministrativa

La IV Sezione del Consiglio di Stato ha evidenziato che, in relazione ai gravi illeciti professionali dell’operatore economico negli appalti pubblici, il giudizio sull’affidabilità dell’operatore economico è espressione di ampia discrezionalità da parte della p.a. Ne consegue che il sindacato che il g.a. è chiamato a compiere sulle motivazioni di tale giudizio deve essere mantenuto sul piano della “non pretestuosità” della valutazione degli elementi di fatto compiuta e non può pervenire ad evidenziare una mera “non condivisibilità” della valutazione stessa (cfr. Cass. civ., Sez. un., 17 febbraio 2012, n. 2312).

Ha chiarito, inoltre, la Sezione che l’elencazione dei gravi illeciti professionali rilevanti contenuta nella lettera c) del comma 5 dell’art. 80 del d.lgs. n. 50 del 2016 è meramente esemplificativa (Cons. Stato, Sez. IV, sentenza 8 ottobre 2020, n. 5967).

Dal taccuino del Direttore

“A Roma serve un Sindaco politico, non un manager!…

Roma ha bisogno di un’idea che le restituisca il ruolo che la storia le ha consegnato, di riferimento della cultura, dell’arte e, naturalmente, della politica, guardando all’Europa ed al Mediterraneo, che continua ad essere un’area geopolitica, come si usa dire, di estremo interesse. È un ruolo politico importante quello che spetta a Roma. Poi è evidente che per rilanciare una Città abbandonata da troppi anni occorre, accanto al Sindaco, una squadra di amministratori di prim’ordine che l’affianchino intervenendo efficacemente per la realizzazione delle politiche pubbliche nei vari comparti.

Ricorre spesso, e si è dimostrata sempre sbagliata, l’idea che per governare occorrano dei tecnici, un medico alla sanità, un professore all’istruzione, un ingegnere alle infrastrutture, un generale alla difesa, e via dicendo. Governare significa fare scelte politiche che per essere efficacemente realizzate richiedono un apparato amministrativo e tecnico di prim’ordine. Ed è quello che manca alle pubbliche amministrazioni, mortificate da troppo tempo da una politica nella quale prevalgono incompetenti, senza esperienza e professionalità. E così l’apparato degrada paurosamente” (Salvatore Sfrecola, “Il taccuino del Direttore”, in questa Riv., 27 settembre 2020).

L’emergenza Covid non si ferma

“Un’affaticata, ordinaria cupezza caratterizza lo stato di emergenza, la stralunata normalità che viviamo, in un tempo straordinario. Le file di fronte agli ospedali per fare un tampone, anche otto o nove ore nelle grandi città, per poi sentirsi rimandare a casa con un nulla di fatto. Gli scambi di informazioni su WhatsApp tra le famiglie sulle disposizioni da seguire sul positivo, il contatto con il positivo, il contatto con il contatto con il positivo, come un sinistro gioco dell’oca. I tamponi estratti come una roulette russa. L’ordine, la pazienza, la rassegnazione con cui avviene tutto. Per il sistema Italia è una consuetudine, lo straordinario che diventa quotidiano, il provvisorio che si trasforma in definitivo. Ma in questo caso non si tratta di inerzia amministrativa. La pandemia sta per compiere un anno di vita, attraversa le stagioni, è destinata a superare la barriera del 2020. Per il Paese il prolungamento dello stato di emergenza fino al 31 gennaio 2021 arriva nei giorni della Grande Paura collettiva, dell’obbligo delle mascherine all’aperto, delle liste d’attesa infinite per fare i vaccini contro l’influenza. Non sono finiti con il lockdown (e come poteva esserlo?) i mesi della tragedia globale” (Marco Damilano, “Oltre populismo e liberismo”, L’Espresso, n. 42/2020, 10 ss.).

Buon senso e giustizia

“Una volta tanto, ed è per noi una sorpresa gradita, la legge, la giustizia e il buon senso si sono felicemente coniugate nella decisione di un giudice. La legge è la nr. 3 del 27 gennaio 2012, chiamata a suo tempo antisuicidi. La sentenza è del Tribunale di Prato. Il buon senso è quello espresso nella motivazione del redattore.

Il fatto è semplice, e purtroppo non isolato. Un artigiano, entrato come socio nell’azienda dove lavorava, si era oberato di debiti societari, e aveva firmato una cospicua fideiussione bancaria. Non ha potuto soddisfarla, e il creditore è andato all’incasso. Il giudice, dopo una serie di accertamenti, rilevato che il poveretto aveva sempre tenuto una condotta corretta, non aveva occultato né sperperato risorse, e aveva agito solo per conservare l’azienda e il posto di lavoro, ha dichiarato il debito inesigibile. In pratica lo ha annullato.

Il fondamento normativo di questa saggia pronuncia è, come dicevamo, una legge di quasi dieci anni fa. Essa consente al privato cittadino in stato di sovraindebitamento di ristrutturare, e nei casi estremi addirittura di annullare il debito contratto in buona fede, quando cioè pensava di poterlo onorare. La legge, come quasi tutte le nostre, è di difficile interpretazione, contiene espressioni pompose e aggettivi improbabili, ed è già stata bollata dalla stessa Cassazione di vuoto legislativo” (Carlo Nordio, “La difficile arte di coniugare il buon senso e la giustizia”, Il Messaggero, 14 ottobre 2020).

Un arresto “eminente”

È stata arrestata la donna meglio conosciuta come la dama del cardinale Angelo Becciu. “Ha svolto attività di consulenza remunerata per l’ex numero tre del Vaticano, ma secondo gli inquirenti vaticani avrebbe avuto un ruolo nelle presunte malversazioni sulle operazioni finanziarie e immobiliari tra Roma e Londra.

Nei suoi confronti gli inquirenti vaticani hanno emesso un mandato di cattura internazionale, attivando l’Interpol” (Ignazio Mangrano, “Arrestata la dama del cardinale Becciu”, La Verità, 14 ottobre 2020).

L’Insospettabile di Mestrino

La speranza è che la permanenza dell’Insospettabile nelle patrie galere sia la massima consentita.

Anzitutto, un plauso alla Polizia postale costantemente impegnata ad assicurare alla Giustizia una masnada di delinquenti, spesso dotati di tecnologie sofisticate per perseguire sordidi obiettivi.

La magistratura deve prontamente intervenire con durezza estrema. Senza sconti.

La pedofilia è un reato obbrobrioso.

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