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Frammenti di riflessioni

del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Giustizia amministrativa

Sono rimesse all’Adunanza plenaria le questioni se, nel giudizio proposto avverso il silenzio serbato dall’Amministrazione su una istanza del privato: a) la nomina del commissario ad acta, disposta ai sensi dell’art. 117, comma 3, c.p.a., oppure il suo insediamento comportino – per l’amministrazione soccombente nel giudizio proposto avverso il suo silenzio – la perdita del potere di provvedere sull’originaria istanza, e dunque se l’amministrazione possa provvedere ‘tardivamente’ rispetto al termine fissato dal giudice amministrativo, fino a quando il commissario ad acta eserciti il potere conferitogli (e, nell’ipotesi affermativa, quale sia il regime giuridico dell’atto del commissario ad acta, che non abbia tenuto conto dell’atto ‘tardivo’ ed emani un atto con questo incoerente); b) per il caso in cui si ritenga che sussista – a partire da una certa data – esclusivamente il potere del commissario ad acta, quale sia il regime giuridico dell’atto emanato ‘tardivamente’ dall’Amministrazione (Cons. Stato, Sez. IV, ordinanza 10 novembre 2020, n. 6925).

Sprechi di Stato

“La notizia che la Guardia di Finanza di Agrigento ha scovato vari percettori del reddito di cittadinanza imputati di gravissimi reati, tra i quali l’omicida del giudice Livatino, ci riempie di dolore e di sdegno, ma non di sorpresa. E questo per quattro ragioni.

La prima è che quando questi sussidi vengono distribuiti a pioggia, quest’ultima cade, come nella famosa lirica di D’Annunzio, un po’ dappertutto e senza discriminazione. Questo reddito, infatti, è erogato con criteri formalmente minuziosi ma in sostanza vaghi e generici…

La seconda è che sono mancati del tutto i criteri di controllo sui presupposti dell’erogazione, la quale prevede non solo lo stato di bisogno del richiedente, ma anche le sue specchiate qualità morali e l’impossibilità di occupazioni alternative…

La terza, e consequenziale, è che si è fatto ancora una volta ricorso all’autocertificazione. La quale, come tutti sanno, fa affidamento sull’onestà e il senso civico di chi la sottoscrive…

La quarta è che le sanzioni per questa appropriazione fraudolenta sono forse adeguate nella loro entità, ma come al solito inesistenti nella loro applicazione concreta…

E temiamo che con il reddito di cittadinanza stia accadendo proprio questo. Che oltre all’arricchimento, come stiamo vedendo, di soggetti criminali, vi sia un intero sottobosco di percettori abusivi, ancor più difficili da scoprire dei mafiosi con un certificato penale compromesso. Non più una pioggia ma un’alluvione di sperperi, che cade non solo sui nostri cuori, come nella poesia di Verlaine, ma sulle nostre finanze dissestate” (Carlo Nordio, “Gli sprechi di Stato che ne intaccano la credibilità”, Il Messaggero, 20 novembre 2020).

Inefficienza della P.a.

“L’Amministrazione pubblica italiana ha fama di non essere all’altezza del ruolo. Chi l’ha studiata a fondo sa che un tempo non era così. L’Amministrazione ha unificato l’Italia dopo il 1861, ha ricostruito le zone danneggiate dalla prima guerra mondiale e l’intero Paese devastato dalla seconda nelle infrastrutture e nel tessuto urbano. Ed ha contribuito al rilancio dell’economia, al boom economico degli anni 60. Poi la progressiva perdita di efficienza, caratterizzata da procedure incerte nella legittimità e rallentate nei tempi. Come se il tempo non fosse rilevante, come se non fosse un costo per il privato, singolo o imprenditore, il quale si attende da un provvedimento della pubblica amministrazione un vantaggio per la propria attività.

Naturalmente tutto questo non è sempre vero, non solo perché generalizzare è, per definizione, sbagliato e ingiusto, ma perché così trascina tutto e tutti nel generale discredito, con effetti psicologici gravissimi sugli addetti agli uffici pubblici, mortificando soprattutto coloro che credono nel loro ruolo di servitori dello Stato” (Salvatore Sfrecola, “È la politica la causa dell’inefficienza della Pubblica Amministrazione”, in questa Riv., 24 novembre 2020).

L’operato della politica non solo ha causato la palese inefficienza della pubblica amministrazione, ma ha addirittura influito negativamente sull’attività istituzionale della medesima. È comunque innegabile che la nostra amministrazione ha perso credibilità e indipendenza funzionale.

Ancora sui vaccini antiCovid

I vaccini antiCovid sono ormai al centro dell’attenzione non solo di titolati scienziati, ma anche di personaggi, meri venditori di fumo, che nulla hanno a che vedere con la pandemia e i rimedi eventuali.

Stiamo purtroppo vivendo un periodo buio che, specie per la classe politica che ci governa, non consente di intravedere né certezze, né prospettive nel nostro futuro di cittadini, bensì uno scenario angosciante di dolore e di morte.

In arrivo il semestre bianco

Il prossimo 3 agosto inizia a decorrere il semestre bianco che precede l’elezione del Presidente della Repubblica.

“Fino ad oggi il Pd e Cinque stelle sono rimasti uniti in nome di poltronismo e indolenza. Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare diceva il Manzoni. E gli alleati sono come don Abbondio: meditabondi e incerti. Ma otto mesi, in tempi di pandemia, sono un’era geologica. Nel frattempo, la prossima primavera, ci saranno le Amministrative” (Antonio Rossitto, “Tutti contro Conte”, Panorama, n. 48/2020, 8 ss.).

“Officine Italia”

“Politici, economisti, statisti sono tutti d’accordo: bisogna dare più spazio ai giovani in questa fase critica per l’Italia. Nobili intenti, totalmente smentiti nei fatti, perché nessuno li sta prendendo sul serio, i giovani. Duemila under 35enni si sono uniti nell’organizzazione Officine Italia per presentare al Governo, ai partiti e agli enti istituzionali il Piano Giovani 2021: 35 proposte concrete, rivolte all’intero sistema paese per riaccendere il motore economico della nazione. Ad un mese e mezzo dell’invio del piano, nessuno ha preso in considerazione il loro lavoro, nonostante sia stato validato da esperti e professori competenti. La risposta è il silenzio” (Gloria Riva, “Nessuno scrive ai giovani”, L’Espresso, n. 48/2020, 24 ss.).

Rimpianti?

Uno solo, forse. Non essermi levato di torno, e per sempre, subito dopo la sconfitta al referendum” (Matteo Renzi, 7 Corriere della Sera, 20.11.2020, 36 ss.).

Se lo dice lui

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