del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia costituzionale
La Corte costituzionale ha annullato il Piano paesistico della Regione Lazio del 2 agosto 2019 e tutti gli atti conseguenziali in quanto, nella pianificazione paesaggistica, le Regioni devono coinvolgere il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
In particolare, nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio.
L’approvazione del piano da parte della Regione senza un accordo con il Ministero vìola, quindi, il principio di leale collaborazione, oltre che il codice dei beni culturali e del paesaggio (Corte cost., sentenza 17 novembre 2020, n. 240).
Il nuovo Presidente della Corte costituzionale
Il giudice costituzionale Giancarlo Coraggio il 18 dicembre è stato nominato Presidente dell’Alto Consesso.
Per i tanti amici che hanno principalmente svolto, come chi scrive, l’attività professionale nelle aule di Palazzo Spada, il Presidente Coraggio è stato sempre unanimemente stimato per la vasta preparazione, la trasparenza delle decisioni adottate e lo stile signorile che lo ha costantemente contraddistinto in ogni circostanza.
Non possiamo che rallegrarci per la felice scelta, formulando al nuovo Presidente vivissimi, devoti auguri di buon lavoro.
Allarme pandemia
“Si discute a lungo se il piano anti pandemia c’era o no, se era aggiornato o no… Il 30 gennaio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) ha dato l’allarme epidemia evidentemente non l’aveva accertata il giorno prima…
Ora il Governo italiano ha un rappresentante nell’O.M.S. che avrebbe dovuto avvertire il ministro della salute che erano in corso accertamenti e, via via, che qualcosa stava emergendo. A questa notizia qualcuno avrebbe dovuto accertare se, nell’eventualità della diffusione del morbo, ci saremmo trovati preparati alla bisogna. Questo non sembra sia avvenuto, anzi il ‘sembra’ è pleonastico se si pensa che il 31 gennaio il Governo, nel deliberare lo stato di emergenza sanitaria per sei mesi, ma poi ha atteso il 23 febbraio per adottare il primo decreto legge. Nel frattempo, non sembra che qualcuno, a ciò tenuto, abbia fatto una ricognizione della disponibilità di mascherine, di bombole d’ossigeno oltre, ovviamente, delle eventualmente occorrenti strutture ospedaliere. Nessuno inoltre ha fornito indicazioni terapeutiche. Anzi si è sentito dire dai tanti virologi o presunti tali presenti in pianta stabile nelle trasmissioni televisive, che ‘una cura non c’è’ e, più tardi, che si attende il vaccino…
Una pandemia è cosa seria di per sé ma gli effetti della gravità del morbo sono amplificati dalla inadeguatezza di chi ci governa” (Salvatore Sfrecola, “Covid-19. Qualcuno sapeva o doveva sapere. E prevedere”, in questa Riv., 2 dicembre 2020).
Una luce sinistra ha, poi, proiettato sull’intera vicenda la trasmissione Report, andata in onda su Rai 3 la sera del 7 dicembre, nel corso della quale sono state evidenziate le falsità, le prevaricazioni e i malevoli accomodamenti che hanno caratterizzato la vicenda che ne occupa.
Fiduciosi attendiamo le determinazioni che vorrà assumere la Procura della Repubblica di Bergamo, con l’augurio che i responsabili della riprovevole situazione possano ricevere, non disgiunta dal biasimo generale, la giusta mercede. Senza sconti.
“…Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta” (Dante Alighieri, “La Divina Commedia”, Purgatorio, VI, 76-77).
Una tragedia sociale
“Di sicuro il governo ha ben presente la gravità delle decisioni che ha preso, e del sacrificio che ha imposto alle famiglie”.
Quello che stiamo vivendo “è il simbolo di una tragedia sociale ed economica le cui dimensioni non sono ancora definite, e dipendono anche dalla risposta che la politica saprà dare…
Oggi gli italiani, con rare eccezioni, sembrano disposti ad accettare i sacrifici, perché capiscono che sono indispensabili a evitare la ripresa della pandemia… Ma l’emergenza non è solo sanitaria. I tempi eccezionali richiedono risposte eccezionali in ogni campo, con azioni concrete e prospettive ragionevolmente certe. L’alternativa è una depressione collettiva, che minaccia di devastare non solo l’economia ma pure la coesione sociale e le nostre stesse vite. Magari fosse solo una questione di pranzi di Natale da rimandare.
I divieti sono ineludibili: però non bastano” (Aldo Cazzullo, “Le risposte da dare”, Corriere della sera, 4 dicembre 2020).
Un triste Natale
“Il Natale ristretto, o da seconda ondata, è una rinuncia necessaria. Vale da contraltare rispetto al Ferragosto sciaguratamente allargato, la prima ondata che fu considerata finita e non lo era affatto. E prova a guardare avanti, questo Natale tra poco intimi, in un Paese che si deve fortificare anche fisicamente per sentirsi pronto nel 2021, l’anno del vaccino, a rimettere in piedi un’Italia bisognosa di nuovo futuro.
Un Natale diverso e speciale, discontinuo rispetto a tutti i precedenti, ma non potrebbe essere altrimenti in tempi in cui la discontinuità investe ogni ambito e tutto è cambiato (in peggio) e tanto dovrà cambiare ancora…
Non ha mai avuto tanto senso il Natale come momento di raccoglimento quanto ce l’ha quest’anno. Mai come stavolta gli anziani e i bambini – le fasce più sofferenti nella pandemia – sono i veri protagonisti e noi facciamo un passo di lato preoccupandoci soprattutto di far star bene loro. Che sono gli uni la memoria attiva dell’Italia e gli altri il suo futuro. Ma non c’è futuro senza salute e non ci sarà ondata zero senza un Natale anti ondata due” (Mario Ajello, “Queste Feste così diverse per riflettere sui valori veri”, Il Messaggero, 4 dicembre 2020).
Governo sì, Governo no
L’azione governativa continua a vacillare.
L’iniziativa di Renzi è senz’altro da considerare. Salvi prevedibili ripensamenti.
PD, come solito, barcamenante; all’affannosa ricerca di una sua identità.
I 5 stelle sempre a disposizione, purché non si parli di nuove elezioni. Specialisti in “poltronismo”.
E il Colle? Astenuto.
Lettera a Gesù Bambino
“Caro Gesù Bambino, ho deciso di scriverti per tempo, quest’anno anche perché ho sentito in giro una gran voglia di Natale. Negli anni scorsi le case venivano addobbate e gli alberelli accesi intorno al ponte dell’Immacolata. Quest’anno era ancora novembre e già si vedevano brillare lucine dappertutto. Anche in televisione e sui giornali è tutto un parlare di Natale. Il cenone di Natale, le vacanze di Natale, lo shopping di Natale. E naturalmente la messa di Natale, che ora vogliono spostare da mezzanotte alle otto di sera. È la prima volta nella storia umana che la nascita del figlio di Dio viene decisa con un Dpcm. Ma tant’è. Non ci resta che aspettare i necessari provvedimenti per l’autocertificazione della stella cometa e la quarantena dei Re Magi. Ai pastori, ovviamente, sarà imposto un severo divieto di assembramento” (Mario Giordano, “Il Grillo parlante”, Panorama, n. 50/2020, 98).