del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia civile
L’art. 103 Cost. attribuisce al giudice amministrativo la giurisdizione per la tutela nei confronti della pubblica amministrazione in materia di interessi legittimi e, in particolari materie indicate dalla legge, anche di diritti soggettivi. In entrambi i casi (interessi legittimi o diritti soggettivi nelle materie previste) la tutela avanti al giudice amministrativo concerne unicamente i giudizi proposti nei confronti della p.a., non anche quelli rivolti a soggetti non appartenenti a quest’ultima.
L’ordinamento dei criteri di riparto della giurisdizione non permette, ai sensi dell’art. 103 Cost., di ritenere che il giudice amministrativo possa conoscere di controversie di cui non sia parte una P.A., o soggetti ad essa equiparati, sicché la pretesa risarcitoria avanzata nei confronti del funzionario in proprio, cui si imputi l’adozione del provvedimento illegittimo, va proposta dinanzi al giudice ordinario; né la giurisdizione ordinaria viene meno per il fatto che la domanda sia in ipotesi stata proposta anche nei confronti dell’ente pubblico, sotto il profilo della responsabilità solidale dello stesso, stante l’inderogabilità per ragioni di connessione della giurisdizione (Cass., Sez. un. civ., ordinanza 21 dicembre 2020, n. 29175).
Governo che non governa
“La crisi politica va avanti da mesi: è la lettera non scritta di una maggioranza mai nata. Dopo quindici mesi di governo insieme il Movimento 5 Stelle e il Pd non sono riusciti a diventare alleanza politica, si sono compattati su un’emergenza imprevista e spaventosa e sul mantenimento di posizioni di potere enormi e insperate, con la guida di un premier che ha fatto della sua identità indistinta e mutevole il suo punto di forza. Tutto questo, però, non è un progetto di futuro…
Mentre Conte non è legittimato da alcun voto popolare e la sua maggioranza non è diventata un soggetto politico. Oggi la nascita di un partito di Conte arriverebbe dopo anni di governo, non prima. Sarebbe generata dal Palazzo, non dalla società. E questo spiega perché sul nome del premier si sia scatenata una sfida così accesa…
In un quarto di secolo il sistema non ha trovato un punto di approdo diverso da quello di soddisfare le ambizioni dei protagonisti. Nessuno se ne occupa, neppure ora, con il paese stremato dalla pandemia e dalla incertezza sul futuro. E ora ci ritroviamo con le scuole chiuse e una crisi politica aperta in cui di prevedibile c’è soltanto l’instabilità presente e futura. La corsa alla guida del governo e l’impossibilità di governare” (Marco Damilano, “Grande caos nazionale”, L’Espresso, n. 3/2021, 10 ss.).
Strada al buio
“In questo clima di crisi spaventa il caos ma ancora di più preoccupano soluzioni raffazzonate, dove a gestire l’occasione unica di ripresa che ha l’Italia sia una maggioranza pasticciata e messa insieme solo per la paura delle elezioni, magari simile all’attuale, corrosa da odi personali sedimentati. O più probabilmente, come appare in queste ore, con Renzi sostituito dalla truppa dei responsabili, tornati all’improvviso presentabili dopo essere passati per la lavatrice dello stato di necessità. Nascerebbe così una maggioranza che rischierebbe di dividersi di nuovo a luglio, quando il semestre bianco impedirà il voto e sarà più facile sfidarsi nel gioco degli agguati e dei ricatti” (Roberto Gressi, ”La strada smarrita”, Corriere della sera, 15 gennaio 2021).
Elezioni per il Campidoglio
“Alla vigilia delle elezioni per il Campidoglio non si sente fare nomi di candidati a Sindaco che siano di un qualche prestigio. È la capitale d’Italia, una città la cui storia si identifica con la civiltà occidentale e cristiana. Eppure si sentono fare nomi improponibili… Siamo a Scherzi a parte. Roma ha bisogno di chi curi la manutenzione delle strade e assicuri trasporti adeguati ad una grande città, ma questo non è compito del Sindaco. Vi devono provvedere i tecnici sotto la supervisione di un buon assessore.
Il Sindaco di Roma deve incarnare il ruolo storico della città, che richiamava Camillo Benso di Cavour, parlando alla Camera il 25 marzo 1861, dicendo che è l’unica città italiana a non avere memorie esclusivamente municipali, l’unica che tutti gli italiani avrebbero potuto riconoscere come superiore, idonea a rappresentare l’Italia intera in Europa e nel Mondo e soprattutto nel bacino del Mediterraneo” (Salvatore Sfrecola, “Il taccuino del Direttore”, in questa Riv., 18 gennaio 2021).
Tra transfughi, voltagabbana, responsabili e costruttori in circolazione, Roma e i romani di sicuro non dormono sonni tranquilli.
Pesce in scatola
Gli italiani preferiscono più del pesce in scatola (come tonno e sardine) la carne bovina, nonostante le corna.
In libreria
È stato di recente pubblicato “L’Italia immobile” (Chiarelettere editore, Milano, 2020), autore Michele Corradino, Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, dedicato al sistema degli appalti e alla “cattiva legislazione” che ne regola (o dovrebbe regolarne) l’iter procedimentale e, buon ultimo, al “Codice dei contratti pubblici” del 2016.
Il nuovo Codice è una sorta di “spirale di norme nuove e vecchie, microriforme irrilevanti e procedimenti bizantini” ed ha sostanzialmente “contribuito a dilatare i tempi degli appalti, che ormai hanno raggiunto dimensioni bibliche”.
Occupandoci, tempi addietro, del “Codice degli appalti” lo avevamo definito una “normativa esecranda”, non solo da ripensare, ma forse meglio da inviare al macero prima possibile.
Il testo del Presidente Corradino è ricco di notazioni di indubbia efficacia che riescono a pennellare in negativo anche la vigente disciplina degli appalti, individuando, tra l’altro, “norme civetta e norme fantasma a disturbo del Codice”.
Invero, “il Codice e la sua regolamentazione secondaria non costituiscono la fonte unica di disciplina degli appalti pubblici. Alle diverse norme sparse in vari provvedimenti legislativi approvati dall’entrata in vigore del Codice a oggi si aggiunge la legge di conversione del decreto Sblocca cantieri e la legge Semplificazioni che, autonomamente, assumono un ruolo centrale nell’orientare stazioni appaltanti e operatori. Così, alle norme civetta si aggiungono le norme fantasma. Insomma, un mosaico di fonti che gli operatori volta per volta devono ricostruire, un dedalo di norme sparse in leggi diverse, una che sospende l’altra, una che deroga a un’altra, ma solo per i casi previsti da un’altra norma ancora: luoghi giuridici in cui è difficile orientarsi e che offrono opportunità straordinarie a chi vuole bloccare una gara d’appalto per paura di firmare o per altri interessi personali e, soprattutto, a chi voglia contestare per via giudiziaria i risultati delle gare”.
Un volume scritto da un competente e dal quale traspare la necessità di rinnovare non pochi profili contraddittori e farraginosi per finalmente “trasformare gli appalti in uno strumento di benessere e sviluppo”, specie perché “un viaggio nel mondo degli appalti è un viaggio nella qualità delle vite di tutti noi”.
Una ricerca, questa del Presidente Corradino, destinata oltre che agli addetti ai lavori, a quanti auspicano l’avvento di uno Stato che faccia lo Stato, coinvolgendo studiosi di notevole livello, in possesso di indiscussa cultura giuridica e non esperti improvvisati o riciclati, supportati da una burocrazia sempre meno conscia della basilare funzione che è chiamata ad esercitare.