di Domenico Giglio
Il discorso di insediamento come segretario nazionale del Partito Democratico di Enrico Letta ha fortemente deluso per l’insensibilità mostrata nei confronti del difficile momento che stiamo attraversando e che colpisce in particolare i lavoratori e gli strati più disagiati della società e per due proposte anch’esse fuori dall’attuale realtà politica, sociale ed economica. Evidentemente essere stato per anni lontano dall’Italia ha fatto perdere il senso della realtà che stiamo vivendo e soffrendo da un anno, senza vederne la fine.
Non una proposta di carattere economico, ma il riproponimento dello “jus soli” e l’anticipo della maggiore età ai sedicenni, che conferma la già indicata mancanza del senso della realtà italiana da parte del Letta, senza cravatta, perché troppo borghese. Non legge gli episodi di “bullismo”, gli scontri tra bande, gli accoltellamenti, gli stupri, non legge della diffusione della droga tra le giovani generazioni, non legge della ignoranza della storia e della geografia di tanti studenti, accentuata quest’anno dalla didattica a singhiozzo dovuta alla pandemia e difficilmente recuperabile!
La realtà è che Letta, rifondatore del PD sa bene che lo storico elettorato perso da anni non è più recuperabile e quindi ne cerca disperatamente uno nuovo tra gli immigrati e questi giovani, che nella loro non matura coscienza politica e civica, ritiene possano essere più sensibili al canto delle sirene di sinistra, come lo fu Pinocchio alle proposte di Mangiafuoco. portando nuovi voti.
Le prospettive di questa segreteria nello scenario politico nazionale non sono perciò tra le migliori per la loro demagogia, ed è triste constatare che non provengono da un ex comunista, quale era lo Zingaretti, iscrittosi al PCI a diciassette anni, ma da una persona di altra provenienza ideologica, ma questo non sarebbe il primo caso, né sarà l’ultimo.