di Salvatore Sfrecola
L’acronimo è C.A.T.O.N.E., ed evoca il famoso censore romano, ma significa “Cooperation Agreements and Training on Objectives and New Experiences”, un progetto di collaborazione tra organi di controllo, magistrature e forze di polizia di vari paesi dell’Unione Europea, destinato a combattere le frodi finanziarie in danno dell’Unione. Giusto alla vigilia della presentazione delle misure destinate a dare attuazione al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, come la semplificazione delle procedure amministrative e contrattuali in tema di appalti pubblici.
Il seminario, concluso dal Procuratore Generale della Corte dei conti, Angelo Canale, aveva preso le mosse con un discorso introduttivo di Guido Carlino Presidente della Corte dei conti, che ha sottolineato l’importanza di “condividere le esperienze maturate nella individuazione delle strategie di prevenzione e di contrasto alle frodi e alle altre irregolarità lesive degli interessi finanziari dell’Unione europea”. Un progetto “CATONE”, ha aggiunto il dottor Carlino – “un acronimo, questo, che non può non rievocare un’idea di buone pratiche a cui deve ispirarsi l’azione della rete di cooperazione che unisce gli Stati membri dell’Unione”.
Presenti il Sottosegretario per le politiche e gli affari europei, Vincenzo Amendola, il Direttore generale dell’Ufficio antifrode europeo, Mr. Ville Itälä e il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giuseppe Zafarana e personalità inviate da Francia, Spagna, Portogallo e Grecia Guido Carlino ha rimarcato l’interesse della Corte dei conti che, “consapevole dell’importanza della fattiva collaborazione e dello scambio di esperienze con le istituzioni internazionali, ormai da anni ha voluto avviare plurime iniziative in tal senso, riservando particolare attenzione a specifiche funzioni di audit e favorendo la cooperazione in seno ai tradizionali settori nei quali si articola l’azione delle Istituzioni Superiori di Controllo (ISC). Non a caso, il “modello” istituzionale della Corte dei conti, che coniuga e contempera al suo interno le funzioni giurisdizionali e quelle di controllo, ha spesso indotto le strutture internazionali a voler coinvolgere il nostro Istituto in diversi accordi bilaterali o scambi informativi”. Infatti, la Corte è attiva sia in ambito INTOSAI (International Organisation of Supreme Audit Institutions), sia in ambito EUROSAI (European Organisation of Supreme Audit Institutions), in materia di lotta alla corruzione e alle irregolarità e frodi, e presiede alcuni Gruppi di lavoro, anche in collaborazione con l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF).
Il seminario ha offerto alle magistrature contabili di Italia, Francia, Grecia, Portogallo e Spagna, tutte caratterizzate dalla cointestazione delle funzioni di controllo e giurisdizionali, la possibilità di individuare le necessarie sinergie e di confrontarsi, attraverso lo scambio di esperienze, con i soggetti che tutelano gli interessi finanziari europei, quali Eurojust, OLAF, EPPO, Corte Giustizia UE, Corte Conti UE, nonché con le forze di polizia e gli altri organismi governativi, come il COLAF (Comitato per la lotta contro le frodi), che operano nell’ordinamento nazionale italiano
In particolare a queste strutture si è da poco unita anche la Procura europea (“EPPO” European Public Prosecutor Office), che assicura l’armonizzazione delle attività di contrasto, in linea con le osservazioni del Parlamento e del Consiglio europeo che potrà anche avvalersi delle disposizioni del d.lgs. 2 febbraio 2021 n. 9, che ha adeguato la normativa nazionale alle disposizioni del regolamento UE 2017/1939 in materia di cooperazione giudiziaria rafforzata. Un “importante passo avanti – ha detto Carlino – nell’attività rivolta a indagare e perseguire i frodatori di provvidenze pubbliche, che ledono gli interessi finanziari comunitari, dinanzi alle giurisdizioni penali nazionali e secondo le relative regole processuali”. La cooperazione transnazionale e multidisciplinare, anche in materia di giustizia e sicurezza, consentirà infatti una più efficace garanzia dell’uso corretto del denaro di tutti i cittadini dell’Unione, anche a vantaggio delle future generazioni, aspetto questo più che mai attuale, in considerazione delle cospicue risorse finanziarie che saranno versate ai Paesi membri con il piano Next Generation EU. “Il programma antifrode dell’Unione – ha concluso il Presidente della Corte dei conti – anche alla luce del Regolamento che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza (Reg. UE n. 241 del 2021), grazie all’assistenza specializzata alle autorità nazionali nella segnalazione delle frodi o di qualsiasi attività irregolare, potenziata da una forte spinta all’uso di strumenti informatici sempre più avanzati, rafforza l’obiettivo di provvedere alla sicurezza del settore finanziario dell’Unione europea”. Infatti l’art. 22 dispone che gli Stati membri, nell’ambito dei propri sistemi di controllo, provvedano, con efficacia ed efficienza, al recupero degli importi erroneamente versati o utilizzati in modo non corretto, affidandosi ai loro normali sistemi nazionali di gestione del bilancio”.
Un segnale che le amministrazioni devono cogliere e che ci si augura valga a dissuadere irregolarità e frodi da parte di quanti, per motivi criminosi, pensano di trarre vantaggio dalla pandemia e dalle ingenti risorse mobilitate per la ripresa economica.
Il tema è stato ripreso dal Procuratore Canale che ha sottolineato il ruolo della speciale giurisdizione contabile, prevista dall’art. 103 della nostra Costituzione ed esercitata dalla Corte dei conti attraverso l’ufficio del Pubblico Ministero cui, in sede locale, spetta, nelle ipotesi di danni erariali, l’esercizio dell’azione di responsabilità, “anche tutelata da azioni cautelari di tipo patrimoniale (in primis sequestri conservativi e azioni revocatorie)” ed ha messo in risalto come l’azione risarcitoria, “non sia disgiunta da concorrenti finalità di prevenzione generale e di contrasto alla “mala amministrazione”: unitamente alle funzioni di controllo”.
Presentato dal Presidente Paolo Luigi Rebecchi, il progetto CATONE è stato approfondito con speciale riguardo alla gestione dei fondi europei nell’ambito dei piani Next generation EU e Recovery and Resilience Facility dal Presidente Giovanni Coppola (Sezione affari internazionali),dal Generale Tatta e dal Presidente Pietro Russo della Corte dei conti europea. Sono intervenuti rappresentanti dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) (Bianchi), dell’Ufficio del procuratore europeo (EPPO) (Ceccarelli), del Ministero della giustizia (Salazar), della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea (Lizzi), della Guardia di Finanza, per il profilo della lotta contro le frodi che ledono gli interessi finanziari dell’UE e la sua collaborazione con la Corte dei conti (Capecci) e dell’Arma dei Carabinieri (Dorascenzi). Il Procuratore generale presso la Corte di cassazione, Salvi, ha assicurato la massima collaborazione delle Procure penali. Per il Tribunal de cuentas (Spagna) e del Tribunal de contas (Portogallo) sono intervenuti Diaz Zurro e Almeida, per lafrancese Cour des Comptes Barichard e per l’Eλεγκτικό Συνέδριο Nikitakis. Relazioni sono statetenutedai vice procuratori generali Carlo Alberto Manfredi Selvaggi e Arturo Iadecola, dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Trento Pasquale Profiti, dal Procuratore Europeo Alberto Pioletti, dal Presidente Chiarenza. Per i procedimenti contro le frodi che incidono sul bilancio dell’UE l’impegno dell’Avvocatura dello Stato è stato testimoniato dall’Avvocato Ventrella. Il Procuratore Regionale del Lazio Pio Silvestri ha riferito sull’impegno del P.M. contabile. I rapporti tra Procura contabile e Procura penale in Grecia e la collaborazione con OLAF ed EPPO sono stati oggetto della relazione del Procuratore del Ελεγκτικό Συνέδριο, Sostituto Procuratore Finanziario Katerina Koliokosta.