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Manifesto per Roma

Roma vivrà, Roma non perirà che con l’ultima città degli uomini.
— Marguerite Yourcenar —

Oh Roma! La mia patria! Città dell’anima!
Gli orfani del cuore si volgano a te, madre solitaria d’estinti regni,
(…) Venite, guardate! (…) Cercate il cammin vostro, fra i troni e i templi diruti.
Voi, agonizzanti pei mali del tempo, sappiate: il mondo che giace ai piè nostri
è fragile come la creta che le membra ci veste.

— Lord Byron —

Libertà

La libertà è il fondamento di una “società delle opportunità”. Da questo principio astratto discendono — nel concreto — tutte le ambizioni più nobili, come quella di “arricchirsi”: non solo di denaro, che è soltanto un mezzo; ma di conoscenza del mondo, esperienze di vita, sapienza intellettuale. Essere liberi — di esprimersi, lavorare, produrre — è la condizione necessaria per elevare il proprio spirito, né può essere disgiunta dal rispetto del prossimo. Solo così possiamo generare sviluppo, progresso, innovazione. Coltivando le libertà dei cives Romani — che nell’antichità avevano diritti quasi unici, impensabili altrove — l’Urbe potrà tornare sulla via della crescita. Onorare il principio di libertà per dare a Roma ordinamento giuridico al passo coi tempi favorirebbe comportamenti individuali virtuosi; e questi, a loro volta, darebbero sfogo alle migliori energie, tanto dei singoli quanto delle loro “formazioni sociali”. Solo così può generarsi quel progresso materiale che in città manca ormai da troppo tempo.

Bellezza

La bellezza non è solo un giudizio “estetico”, che discenda puramente dai sensi; ma un valore “morale”, che guidi cioè i comportamenti. Essa risponde al bisogno umano di provare “incanto” durante il nostro passaggio su questa terra: trasforma la città in una dimora, innalza un luogo a uno spazio di amore e convivenza civile. Roma è da sempre la bellezza del sacro che supera ogni tempo. Per secoli questa città ha inteso la bellezza come consolazione: quest’ultima si poteva trovare nella filosofia, secondo gli stoici; e la filosofia, per Aristotele, altro non è che «la risposta a un atto di meraviglia». In un passato ormai lontano, chi ha governato l’Urbe è riuscito a valorizzarne gli spazi, i volumi, gli orizzonti e i luoghi del vivere. L’aggressione “postmoderna”, successiva al «miracolo economico» e spesso accompagnata da una triste connotazione ideologica, è stata foriera di urbanistiche e storture architettoniche. Il brutto è spesso diventato la “misura” di Roma. Pensare a una città più bella, che risponda a tutte le esigenze dell’individuo — compresi gli aneliti all’ordine e all’emozione — è un atto d’amore verso chi la abita (o la abiterà).

Cultura

La mens sana di Giovenale è una capacità di ragionamento allenata, che si cimenti nel pensiero critico e sappia elaborare idee inedite. Affinché questo abbia una dimensione concreta, una città come Roma non può fare a meno dei luoghi del confronto: associazioni, fondazioni, club, circoli, arene di dialogo che stimolino la ragione e impediscano il depauperamento del capitale intellettuale. In questo contesto, bisogna non solo incentivare l’apertura di attività che promuovano la riflessione e il pluralismo ma anche curare la fitta rete di istituti di istruzione che affollano la Capitale, siano essi pubblici o privati: scuole, università, centri di ricerca, che già svettano nelle classifiche internazionali e che pure vanno messi nelle condizioni di creare ancora più valore per il sistema-città.

Innovazione

Innovazione è sinonimo di futuro. Essa muove dalla visione, dal coraggio, dalla creatività e dallo spirito di adattamento proprie delle menti che hanno la forza di osare. Innovazione è sapersi lasciare ispirare, riconoscendo l’originale e l’utile per metterlo al servizio della società. È questo che genera benessere diffuso; è in questo che risiede il genio imprenditoriale. Con gli strumenti e la lungimiranza visionaria che in passato l’ha contraddistinta, Roma tornerà ad essere polo del cambiamento e faro del progresso umano. 

Ambiente

Gran parte dei problemi della psiche sono riconducibili alla mancata considerazione dell’anima mundi (Hillman): in altre parole, l’uomo è prigioniero del personalismo e pecca nel ritenere che per guarire dai “mali” bisogni curare l’interno, ignorando l’esterno. Al contrario, tutto è ambiente; e, in virtù di questo, l’environment è in grado di influenzare la psiche umana. Per curare l’anima bisogna prendersi cura dell’ambiente: l’introduzione di nuovi spazi verdi e la manutenzione degli esistenti è necessaria per la salute dei cittadini. Fra le sue molteplici dimensioni, Roma deve riconquistare anche quella bucolica, esaltata non solo dai giganti della classicità come Virgilio ma anche dai poeti arcadici e dai grandi vedutisti dell’Ottocento, in epoche nelle quali la Città Eterna — col paesaggio idilliaco della “campagna romana” — era il punto focale del Grand Tour fra le delizie d’Europa.

 Solidarietà

La solidarietà rimanda all’unione, alla ricerca dell’armonia nella consapevolezza dell’interdipendenza. Essa consiste nell’autentica volontà di contribuire alla creazione e al progresso della comunità in tutte le sue declinazioni; e costituisce il fondamento di una società compatta, che non cada sotto i colpi di un egoismo “assoluto”: quello che ignora l’altro, o addirittura lo vede come un nemico (da cui l’“invidia”, autentica forza disgregatrice dei legami sociali). Solo nella solidarietà vediamo chiaramente il prossimo e noi stessi, scoprendo la “spontaneità” e la “naturalità” dei vincoli che ci uniscono reciprocamente. Tornando a vivere nella solidarietà, i cittadini di Roma potranno nuovamente riconoscere la propria dignità in quella di chiunque li circondi.

Sussidiarietà

La sussidiarietà è il collante della società. Nel rispetto di una vocazione allo sviluppo e della responsabilità individuale, essa garantisce la coesione tra gli uomini e ne promuove la dignità. In questo senso, il principio di sussidiarietà è l’«espressione dell’inalienabile libertà umana»; e, accogliendo e facendo proprio un simile principio – «particolarmente adatto a governare la globalizzazione e a orientarla verso un vero sviluppo umano» (Benedetto XVI) –, Roma potrà imparare ad ascoltare i suoi cittadini per diventare una città finalmente “a misura d’uomo”.

Famiglia

La Costituzione sancisce la “naturalità” della famiglia. Qualunque istituto sociale che aspiri a durare nel tempo ha bisogno di solide fondamenta: Roma riparta dal terreno fertile della sua cittadinanza; sappia valorizzarla, promuoverla, rinvigorirla. La Capitale sia un esempio per tutto il Paese: la fragilità non è endemica e risorgere è possibile, a patto di ricordarci chi siamo, donde veniamo, e — soprattutto — dove vogliamo andare. La famiglia fornisce sempre risposte concrete, diverse per ciascun individuo, a queste domande universali.

Legalità

La legalità è il primo indice della qualità della vita in una società libera. Essa si fonda sulla parità dei diritti – che scongiura l’arbitrio del più forte – ed è a sua volta generatrice di libertà, nel perseguimento del bene comune. Instillare nei cittadini il rispetto delle leggi, educare la classe dirigente al senso della legalità nel disprezzo di qualsivoglia inganno, nonché a dispiegare le competenze nell’etica personale e nella deontologia professionale, consentirà a Roma di trasformarsi in una città ben funzionante, libera dalla corruzione del passato. 

La legalità è il presidio della libertà e della sicurezza, strumento di protezione e garanzia di libertà civili ed economiche. A Roma, purtroppo, essa è in crisi sotto un duplice profilo: di ordine pubblico, in quanto la città è sempre meno sicura; e di efficienza amministrativa, perché una burocrazia asfissiante genera incertezza, sfiducia verso le istituzioni, inefficienza produttiva, il tutto alimentando la corruzione.

Una cultura della legalità è il punto di partenza per un nuovo modo di governare la città.

Gioventù

Roma consenta ai più giovani di «coltivare il giardino» che hanno ereditato, anche se questo non è «il migliore dei mondi possibili» (Voltaire). Roma è cultura, tradizione, radici, storia, culla di menti brillanti e innovative: sappia tenere vive le fiamme ardenti delle nuove generazioni, sulla linea orgogliosamente tenuta delle vecchie, senza ingabbiarle.

Questo ci richiama all’importanza dello sport. Sulla scorta di Giovenale, anche il più acuto dei pensatori sa che un corpus sanum rappresenta non solo un vantaggio fine a sé stesso, ma anche un presupposto delle riflessioni più profonde. Il benessere psico-fisico dei cittadini è il bene della Capitale. L’insegnamento che ci viene dai migliori atleti — dei cui strabilianti successi abbiamo tutti gioito, nell’estate appena trascorsa — è la consapevolezza che il talento non basta, ma la cura e l’impegno quotidiani sono necessari al corpo tanto quanto alla mente. Roma, polo degli eventi sportivi in Italia nonché sede delle maggiori federazioni, ha trascurato fin troppo sé stessa. I luoghi dello sport sono luoghi dell’anima e meritano di essere valorizzati in un’ottica di lungo periodo, siano essi strutture professionalizzanti o spazi ricavati nei parchi della Capitale più verde d’Europa.

Spiritualità

La cultura giudaico-cristiana — che il Rinascimento e l’Illuminismo hanno indirizzato alla bellezza e alla libertà — resta il fondamento della civiltà occidentale.

Roma è la capitale della cristianità: dalle piccole chiese alle grandi basiliche, nell’Urbe si snoda un percorso spirituale e civile che non ha eguali nel mondo. Le radici cristiane che impregnano Roma costituiscono le basi della Repubblica Italiana e le fondamenta dell’Unione Europea, sebbene un credo laicista — nient’affatto laico — ancora preferisca ignorarle.

De Gasperi, Adenauer e Schuman sono tre statisti, tre uomini di confine, tre personalità propense al dialogo e al confronto ma soprattutto tre cristiani e i padri della nostra Europa. La religione è la risposta allo stupore dell’Essere di fronte al mistero della vita; non è solo un fenomeno sociale o un bisogno antropologico; è il riconoscimento di un Trascendente vivo e presente nella storia. È la fede dei Padri, fondamento morale e spirituale ereditato; è il fuoco di Vesta che nell’era elettrica non smette di ardere.

Roma è anche la città della più antica comunità ebraica d’Occidente, che al progresso economico, scientifico e culturale dell’Italia ha offerto nei secoli — anche i più bui — un contributo di inestimabile valore.

Ma è anche città aperta alle altre fedi e al loro portato culturale, nel rispetto delle leggi e del principio di una corretta integrazione, nonché nella consapevolezza che la trascendenza — di cui l’arte è una declinazione — è un linguaggio comprensibile da chiunque nel tempo e nello spazio. Oggi, dinanzi al prevalere della secolarizzazione selvaggia, del «pensiero debole», di un relativismo che aggredisce il diritto naturale, proteggere i credenti è un dovere supremo.

Oggi, purtroppo, l’Urbe ha smarrito la sua dimensione spirituale, profonda e ancestrale. Il «ramo d’oro» della civiltà prelatina è stato reciso: il nuovo «re» ha ucciso chi lo precedeva, ma non ha saputo proteggere il «sacro bosco» (Frazer). La città è oggi senz’anima.

Roma deve tornare ad essere “universale”, “ecumenica”: un faro nel mondo.

Cosmopolitismo

La città non è un neutrale luogo geografico (tópos), ma una dimensione provvista di identità propria (chóra: «la terra e il mare che abitiamo», secondo Strabone).

Roma è da sempre una capitale mediterranea, ma negli ultimi anni la sua vocazione marittima è stata colpevolmente abbandonata. L’Urbe sembra quasi aver dimenticato il suo fiume e il suo pelago.

Oggi che le grandi capitali europee s’inventano o riscoprono il proprio legame con la costa (Parigi con Le Havre, Londra con l’estuario del Tamigi), ora che il Mediterraneo torna ad essere “Medioceano” tra Pacifico e Atlantico, Roma torni ad espandere i suoi interessi verso il litorale valorizzando le immense potenzialità storico-culturali, naturalistiche e turistiche.  

Futuro

Una eredità maestosa, un presente trafficato, un futuro da progettare: Roma, la città dei tre tempi. Eterna e immobile, ma anche all’avanguardia e in movimento: ossimori che si intrecciano e si ritrovano, accostamenti impossibili che danno propulsione alle Frecce Tricolori in volo sopra ai Fori Imperiali.

Valorizzare il passato è un dovere; curare il presente, una necessità; ridare slancio alla città e rendere Roma “capitale del futuro”, una concreta possibilità. 

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