Una delibera regionale cambia i criteri dei tetti di spesa, colpendo i meno abbienti
di Salvatore Sfrecola
Accade solamente in Campania, dove i cittadini che hanno bisogno di ricorrere alle prestazioni sanitarie erogate dai Centri Privati accreditati dal Servizio sanitario nazionale rischiano di non poter fruire di importanti accertamenti, anche se indifferibili. Una recente delibera della Regione Campania ha introdotto, infatti, un diverso criterio dei tetti di spesa. In pratica, il budget non è più annuale ma mensile, ciò che determina un grave disagio per i cittadini meno abbienti (e sono tanti) i quali possono avere bisogno di prestazioni sanitarie non differibili e sono quindi costretti ad attivarsi per acquisire le impegnative e recarsi nei centri clinici convenzionati nei primi giorni del mese nel timore che l’esaurimento del budget imponga di dover sopportare in toto i costi elevati di prestazioni specialistiche di cui hanno urgente bisogno o differirle al mese successivo. “È una grave discriminazione nei confronti dei più deboli”, ci dice Pietro Paolo Boiano, Segretario generale aggiunto di Dirstat, la Federazione fra le associazioni ed i sindacati nazionali dei dirigenti della pubblica amministrazione. “È un danno grave per persone che, avendo bisogno di prestazioni specialistiche, affollano gli studi dei medici di base per procurarsi la prescrizione che, ricordiamolo, ha una durata limitata. E se la persona giunge in un centro clinico quando questo ha esaurito il budget mensile deve tornare dal medico per farsi rinnovare la prescrizione”. “Nel frattempo, insiste Boiano, non si cura, o deve farlo a proprie spese. Parliamo di persone che hanno stipendi o pensioni di 1200-1300 euro al mese. Ma anche dei titolari di pensione sociale, che ricevono meno di 1000 euro, già in difficoltà per l’aumento delle tariffe delle utenze domestiche”.
La decisione della Giunta campana ha anche un risvolto di carattere occupazionale. Le strutture accreditate, che hanno visto ridotto il lavoro nella seconda parte del mese, hanno cominciano a ridurre il personale producendo disoccupazione o lavoro precario.
In effetti non ci vuole molto per capire che la decisione assunta dal Presidente Vincenzo De Luca e dalla sua Giunta discrimina i più deboli e contraddice le finalità del sistema convenzionale con i Centri privati, nato proprio per superare le difficoltà di ottenere prestazioni specialistiche urgenti dal Servizio Pubblico. “La Dirstat, conclude Boiano, si appella al Governo perché intervenga per correggere un’iniziativa sbagliata, gravissima in una materia, il diritto alla salute, definito “fondamentale” dall’art. 32 della Costituzione”.
(da La Verità 16 marzo 2022)