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Il diario di Carlo Graziani, “Da Cascais alle Piramidi: Umberto II in Egitto”

di Maria Elisabetta Sfrecola

Edito da Luni, Milano, 2021, “Da Cascais alle Piramidi – Umberto II in Egitto, 1947-48”, con una introduzione di Andrea Ungari, ordinario di Storia contemporanea ad UniMarconi, è il diario del Generale Carlo Graziani di San Sepolcro, aiutante del Re Umberto, presentato a Roma alla Veloccia Art Gallery, in via Labicana, 122.

Ne hanno parlato, insieme al curatore, che ha anche firmato l’introduzione ricca di considerazioni sul diario, sulla sua importanza per gli storici, il Professor Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea e Presidente della Fondazione Spirito e De Felice, e l’avv. Alfonso Marini Dettina, Delegato del Lazio degli Ordini dinastici della Real Casa Savoia. Ha moderato il Professor Salvatore Sfrecola, Presidente dell’Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione e Direttore di “Un Sogno Italiano”, che ha ricordato il contesto nel quale sono stati scritti i diari, tre visite di Re Umberto ad Alessandria d’Egitto. La prima per il matrimonio di Vittoria Calvi di Bergolo con Guglielmo Guarenti di Brenzone, la seconda per la morte del Re Vittorio Emanuele III, la terza per il matrimonio di Maria Lodovica Calvi di Bergolo col Signor Robert Gasche. Dunque due occasioni liete, il matrimonio delle nipoti, ed una triste, la morte del padre.

Come tutti i diari, ha detto il Prof. Sfrecola, è in parte descrittivo, quasi pedante nella indicazione di coloro che s’incontrano a Villa Jela, personalità che avevano rivestito vari ruoli negli anni precedenti, ma di notevole interesse sono alcune notizie che suggeriscono al lettore spunti di riflessione. Il Generale Graziani, infatti, è anche testimone delle condizioni socio economiche della popolazione egiziana, nella quale molte sono le , in un contesto di rigido controllo delle autorità mentre desta sconcerto lo sfarzo della vita mondana condotta dall’entourage della Corte del re Farouk. Del quale Graziani sottolinea anche la premurosa accoglienza riservata alla Famiglia Reale italiana ed ai suoi ospiti.

L’opera è molto importante, ha detto il Professor Parlato perché dà conto delle consuetudini della vita che si svolgeva nella villa che ospitava i sovrani italiani, le colazioni e i pranzi comuni, i giochi delle carte, le passeggiate dando uno spaccato interessante della vita del re della regina, dei parenti e degli amici che facevano parte della Corte reale. Scrive Ungari nella sua introduzione: “Graziani descrive caratteri e comportamenti in maniera puntuale, non travalicando mai il rispettoso ossequio che egli ebbe per la Casa reale e per i suoi rappresentanti. Proprio in virtù di questo ossequio, però, ha ancora più risalto la descrizione di una nobiltà decaduta, costretta, almeno in parte ad affrontare le necessità quotidiane, compresa quello di trovare un’occupazione lavorativa, seppur in aziende grandi e di prestigio”. Al clima familiare presta molta attenzione il Diario, in particolare ai rapporti tra Re Umberto, le sorelle e la mamma, la Regina Elena, con la quale il sovrano s’intrattiene in conversazioni di molte ore. Il diario ci consegna anche l’immagine di un Umberto molto religioso, che non si limita ad incontri ufficiali con autorità ecclesiastiche ma va a trovare nelle chiese e nei conventi sacerdoti e suore, a dimostrazione di un sentimento autentico che, ha sottolineato il Prof. Ungari, ricorda molto la forte religiosità del Re Carlo Alberto.

Dal libro poi viene la conferma dell’esistenza dei diari del Re Vittorio Emanuele III, dei quali si parla da tempo che, è stato fatto notare, sarebbero certamente importanti in quanto il re era notoriamente meticoloso e, pertanto, avrà certamente annotato con dovizia di particolari, incontri con personalità italiane e straniere. Un diario, quello del Re, che non è semplicemente un’agenda ma certamente una memoria di una personalità che ha attraversato ben 46 anni di vita nazionale assistendo a grandi eventi, da quelli che hanno caratterizzato il decennio giolittiano, il periodo delle grandi riforme sociali, compreso il suffragio universale maschile, alla Prima Guerra Mondiale, alla seconda guerra, al tormento della sconfitta, alle difficili decisioni sull’armistizio. Si comprende, dunque, come quel documento costituisca una preziosa documentazione per gli storici che potrebbero colmare alcune lacune nella conoscenza di un periodo difficile della vita italiana. Diari che, riferisce Graziani, facevano gola a molti, non solo agli storici, ovviamente, ma a grosse case editrici, come la Mondadori.

Il Prof. Parlato ha detto anche dell’atteggiamento del Re dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 sottolineando come abbia saputo responsabilmente escludere ogni reazione che potesse dare lo spunto ai partiti repubblicani per proseguire quella guerra civile che aveva caratterizzato, dopo l’8 settembre 1943, alcune aree del Nord invase dai tedeschi e governate dalla Repubblica Sociale Italiana. Ed ha esaminato le condizioni nelle quali il Sovrano si è trovato ad operare non potendo contare sull’aiuto delle autorità americane ed inglesi preoccupate di provocare un nuovo conflitto interno e una spaccatura del Paese in ragione di un fronte repubblicano fortemente condizionato dalle scelte del Partito Comunista Italiano e dalle pressioni dell’Unione Sovietica che avrebbero dato presto avvio a quel periodo difficile per le relazioni internazionali che va sotto la definizione di “guerra fredda”.

Nei limiti dei tempi assegnati alla manifestazione anche l’Avv. Marini Dettina ha dato un interessante contributo alla discussione sui temi trattati dal libro, sottolineando alcuni passi del diario che hanno messo in risalto la personalità di Re Umberto ed i suoi rapporti con agli altri membri della famiglia che si trovavano in Egitto.

I relatori e l’autore del libro, Professore Andrea Ungari, hanno poi risposto ad una serie di domande dei numerosi presenti che hanno voluto approfondire alcuni passaggi del diario.

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