di Salvatore Sfrecola
Le previsioni, sondaggi alla mano, di una vittoria del Centrodestra hanno suggerito ad alcuni giornali di formulare ipotesi sui nomi dei possibili ministri. Matteo Salvini ha detto che sarebbe bene che gli elettori sapessero, quando vanno a depositare la loro scheda nell’urna, chi farà il ministro degli esteri o dell’economia, omettendo di riferirsi al titolare del Viminale che evidentemente ritiene di aver prenotato.
L’idea non è peregrina anche se, giustamente, per Giorgia Meloni fare nomi è prematuro. Sicché in ambienti di Fratelli d’Italia sono state smentite le anticipazioni che volevano all’interno il Prefetto di Roma Piantedosi, alla Giustizia Carlo Nordio e alla Difesa Guido Crosetto. Dei tre l’unico credibile è Crosetto, già Sottosegretario al Ministero di via 20 settembre. Gli altri due sono effettivamente azzardati. Un Prefetto al Viminale sarebbe la sconfitta della politica che assegnasse il più politico dei ministeri, quello che deve occuparsi della sicurezza dei cittadini, ad un “estraneo”, ad funzionario sia pure di valore. Quanto a Nordio, ex magistrato che si è segnalato per aver portato nel dibattito sulla Giustizia elementi di sicura cultura liberale, è anche un nome divisivo in un ambiente difficile nel quale l’inquilino di via Arenula dovrà mediare con autorevolezza politica per attuare una riforma che dia fiducia ai cittadini quanto all’efficienza di un sistema che oggi soffre di disfunzioni varie, a partire dai tempi dei processi e delle decisioni.
Detto questo, per rimanere sulla cronaca, la tesi di Salvini merita di essere meglio definita. Perché se non è dubbio che i partiti non debbano necessariamente fornire, già in campagna elettorale, i nomi di chi, in caso di vittoria, chiamerebbero a ricoprire questo o quell’incarico governativo, sarebbe tuttavia importante conoscere chi in Parlamento e nell’organigramma di ogni forza politica “guida” le scelte in un determinato settore. È l’idea del c.d. “governo ombra” che dà conto ai cittadini in modo visibile, attraverso una determinata personalità, di chi è responsabile per i singoli partiti per l’economia, la politica estera, la sicurezza interna, la Giustizia e via discorrendo. Personalità che nel corso del tempo mantengano relazioni con le categorie interessate promuovendo anche approfondimenti delle tematiche di settore sul piano culturale attraverso incontri di studio e pubblicazioni. Era quel che facevano un tempo Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano che avevano affidato, rispettivamente, all’Istituto Luigi Sturzo ed alla Scuola di formazione che aveva sede a Frattocchie, frazione del Comune di Marino, a 20 chilometri da Roma, la formazione dei quadri e le relazioni con le categorie interessate.
Questa strategia della formazione che faccia emergere personalità che possano, all’occorrenza, ricoprire una responsabilità istituzionale, parlamentare o di governo, ha fin qui avuto difficoltà a farsi strada nei partiti di Centrodestra i quali, al più, si sono limitati a “corsi di formazione” episodici, non strutturati, affidati a personaggi minori, e comunque non collegati con la cultura delle istituzioni, amministrative, giudiziarie e universitarie che, d’intesa con organi di stampa e case editrici autorevoli potessero assicurare presenze qualificate per guidare ed interpretare la politica.
Tuttavia, qualcosa si muove, sia pure in limine, quando l’urgenza di una scadenza elettorale risveglia la casta autoreferenziale che si apre all’esterno, troppo spesso solo a tempo. E così Matteo Salvini ha invitato Giuseppe Valditara, ordinario di diritto romano a Torino, già senatore di Alleanza Nazionale, Presidente di “Lettera 150”, che associa alcune centinaia di docenti universitari e professionisti in varie discipline, a fornire il supporto di idee delle quali la politica ha certamente bisogno. È una bella compagnia di studiosi, che si sono ritrovati in un volume di grande interesse politico e scientifico sul pensiero liberalconservatore, attenti ai temi dell’attualità, come dimostra il dibattito che quotidianamente impegna gli associati sulla chat attiva su whatsapp e sui giornali, che spazia dal diritto alla sanità, all’istruzione, all’ambiente. Valditara, brillante scrittore ed oratore forbito, ha promosso documenti che esprimono idee delle quali spesso la stampa ha dato conto, da Il Sole 24 Ore al Corriere della Sera a La Verità a Libero, che ospita spesso articoli del professore torinese.