di Salvatore Sfrecola
Intervistato da Stefano Lorenzetto per Oggi, Ernesto Galli della Loggia, storico dell’età contemporanea, firma di punta del Corriere della Sera, per il quale ha scritto oltre 1200 editoriali, non ha dubbi. La giovane leader della destra italiana vincerà le elezioni: “bisognerà vedere quanti voti ruberà Fratelli d’Italia a Lega e Forza Italia”. Per cui “Mattarella dovrà affidarle l’incarico” chiede Lorenzetto. “Se avrà la maggioranza in Parlamento, sarà obbligato a farlo, è la risposta. Del resto lo ha dato per due volte a un perfetto sconosciuto, Conte, che poteva essere il mostro di Londra. Al massimo consiglierei a Meloni di stare nell’ombra e di indicare come premier una personalità di alto profilo. Ma giocarsi il tutto per tutto come capo del governo è nell’ordine naturale delle cose. I veri politici rischiano”. E Giorgia Meloni lo ha fatto proprio ieri in una intervista a Fox News nella quale, in un inglese fluente, ha detto che per lei sarebbe un onore essere la prima Presidente del Consiglio.
Non si ferma qui il Professore perché alla leader di Fratelli d’Italia, da sempre favorevole al presidenzialismo, offre un assist significativo: “Penso che l’Italia abbia bisogno di una profonda trasformazione del quadro istituzionale. La seconda parte della Costituzione condanna il governo alla paralisi. Il premier non può licenziare un ministro, in compenso viene sfiduciato con un semplice voto di maggioranza. Il Parlamento fa le leggi ma poi la burocrazia le ritarda a suo piacimento con i regolamenti attuativi. Il capo dello Stato ha più poteri di quelli stabiliti per il re nello Statuto albertino. È così da almeno 20 anni. Serve una forza politica che cambi le regole del gioco. La cerco ma non la trovo. E quando penso di averla trovata, sbaglio”.
Il colloquio è a tutto tondo sulla personalità dello storico, sulle sue esperienze di studioso e giornalista, sulle sue simpatie politiche variate nel tempo, da quando votava partito Comunista (fino al 1975, precisa) a quando non ha votato perché non avrebbe saputo per chi votare. Lui complicato, nel quale, forse perché storico, coincidono idee che possono sembrare contrastanti. Lorenzetto ricorda che disse si sé “in me convivono pensieri di destra e di sinistra. Mi sento un piccolo borghese democratico nazionalista. E sono anche militarista. Penso che esistano le occasioni in cui bisogna fare la guerra e che in guerra conti il coraggio”. Il Professore sottoscrive “riga per riga”.
In apertura l’intervista richiama anche elementi biografici, familiari. Il cognome – ricorda Lorenzetto – che compare, per la prima volta, sul Corriere della Sera il 7 marzo 1876, due giorni dopo che il quotidiano milanese era stato fondato, per riferire che il Colonnello Galli della Loggia con il Marchese Stampa di Soncino e il nobile Francesco Sartirana rappresentava una delle tre squadre impegnate in un torneo fra cavalieri al cospetto del Principe Umberto di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II, erede al trono d’Italia.
La biografia di Ernesto è ricca di esperienze professionali e politiche. Indirizzato agli studi storici da Gian Paolo Nitti, nipote di Francesco Saverio, politico lucano, economista, ministro e Presidente del Consiglio nel primo dopoguerra, effettua ricerche per la Fondazioni Luigi Einaudi di Torino. Approfondisce il rapporto tra banca e industria nello sviluppo economico italiano, pubblica saggi sull’imprenditoria italiana, insegna prima Storia economica a Siena poi Storia contemporanea presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Perugia dove poi terrà la cattedra di Storia dei partiti e dei movimenti politici nella Facoltà di Scienze Politiche. In questo periodo si dedica allo studio di John Locke e di Alexis de Toqueville che lo avvicinano alla cultura politica liberale di matrice anglosassone.
Ricordo una sua telefonata al cellulare nel 2001. Stavo accompagnando Gianfranco Fini, Vicepresidente del Consiglio, del quale ero Capo di Gabinetto, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università. Il Professore volle intervistarlo insieme agli studenti. Ancora politica e storia, la sua passione.