di Salvatore Sfrecola
Organizzato dalla Rivista trimestrale di cultura e politica “Nuove Sintesi”, diretta dal Professor Michele D’Elia, si è tenuto a Milano, nell’Aula Magna dell’Istituto Zaccaria, dei Padri Barnabiti, in via della Commenda, l’annunciato Convegno di studi sul tema “1940 – 1943 Profilo dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale”, con il concorso di studiosi e di un folto pubblico che ha partecipato con grande attenzione, anche ponendo domande ai relatori. Già Preside del prestigioso Liceo milanese Vittorio Veneto, pertanto per tutti “Il Preside”, Michele D’Elia, Presidente dell’Associazione dei Liberali, è da sempre una voce autorevole e libera nella cultura milanese e non solo, dacché “Nuove Sintesi” approfondisce da oltre trent’anni temi di cultura e politica con la collaborazione di illustri studiosi del mondo universitario e giornalistico, presentando approfondite ricostruzioni degli eventi storici illustrati con i documenti dell’epoca, spesso poco noti. Lo aveva fatto negli anni scorsi con la Prima Guerra Mondiale, “La grande guerra degli italiani”, lo ha fatto oggi chiamando studiosi di varie discipline a parlare del secondo conflitto mondiale, un’immane tragedia che ha lasciato distruzioni e vittime ovunque nel mondo a monito delle future generazioni perché mai più un conflitto di quelle dimensioni interrompa lo sviluppo pacifico delle popolazioni dei quattro continenti.
In apertura dei lavori il Professor D’Elia, ricordate le finalità scientifiche dell’approfondimento delle tematiche del Convegno, ha dato lettura di vari indirizzi di saluto pervenuti da autorità civili e militari, come quello dell’Associazione Italiana Giuristi di Amministrazione che in precedenti convegni promossi da “Nuove Sintesi” aveva contribuito all’approfondimento delle tematiche connesse con l’economia di guerra. Molto apprezzato dai presenti il messaggio del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Professor Giuseppe Valditara, ordinario di Diritto romano nell’Università di Torino e Presidente di “Lettera 150”, il think tank espressione del pensiero liberale e conservatore al quale si devono negli ultimi tempi importanti riflessioni su temi storici e giuridici, che ha dato vita, di recente, alla rivista “Laboratorio di Politica e Diritto”.
Il Ministro, premesso che avrebbe desiderato partecipare di persona al convegno, se impegni istituzionali non lo avessero trattenuto lontano da Milano, ha tuttavia voluto esprimere “vivo apprezzamento per l’alto valore dell’iniziativa in quanto i contributi pensati per il Programma si prefiggono di offrire, oltre a preziosi punti di vista sui fatti storici e sui risvolti politici che coinvolsero l’Italia nella Seconda guerra mondiale, una riflessione su aspetti culturali e sociologici, sulla realtà di chi viveva il conflitto bellico lontano dal fronte o, seppure al fronte, con compiti diversi da quelli militari. Il lavoro degli illustratori e l’impatto comunicativo prodotto dai manifesti e dalle cartoline di guerra, l’attività del Teatro alla Scala tra bombardamenti e ricostruzione, la libertà di espressione dei giornalisti e dei corrispondenti di guerra messa a dura prova dalle esigenze della propaganda, i sacrifici dei soldati e della popolazione civile, sono tra gli argomenti la cui trattazione avrei avuto grande piacere di ascoltare”. Il Ministro si è detto “certo che l’evento rappresenti un’occasione assai pregevole per continuare a ragionare su quel complesso di avvenimenti che portarono, con la fine del conflitto, alla nascita della nostra Repubblica, chiudendo un’esperienza politica, quella del fascismo, che è stata una inaccettabile rottura con L’Italia liberale e con i principi di libertà. La conclusione della guerra fu accompagnata da un moto rigeneratore dell’Italia, alimentato dalla volontà di chiudere con le tragedie indotte dal fascismo. Ne derivò l’apertura di una stagione segnata dalla riconquista della libertà politica ed economica sancita dal patto costituente fra le forze politiche che avevano combattuto il regime fascista. Prese avvio allora – conclude il messaggio del Ministro Valditara – un periodo che avrebbe condotto a un rinnovato protagonismo dell’Italia in Europa e nel mondo, reso possibile dalla capacità della stragrande maggioranza degli italiani di sentirsi una collettività uscita da una rinnovata con una rinnovata identità. Riflettere su queste identità può contribuire alla costruzione di un futuro dell’Italia solido e promettente per il nostro Paese”.
I lavori del Convegno hanno preso avvio con una relazione dello stesso Preside D’Elia su “Il valore degli italiani in guerra – conosciamo i nostri “Soldati”. Ed è proseguito con “La seconda guerra mondiale in Africa Orientale – La fine dell’impero”, di Gianluca Pastori, dell’Università Cattolica di Milano; “Attacco alla cultura – il Teatro della Scala, bombardato e ricostruito”, di Sergio Rizza, giornalista, METRO, Milano; “I corrispondenti di guerra nella seconda guerra mondiale – scrivono tra combattimenti e censura politica e militare”, di Giorgio Guaiti, giornalista e scrittore; e si è concluso con “L’arte figurativa in epoca fascista e la sua influenza sui manifesti e sulle cartoline d’autore del periodo bellico – cartoline di guerra”, di Salvatore Paolo Genovese, docente del Liceo Scientifico Statale “Vittorio Veneto” di Milano.
Puntuale, nell’intento di sviluppare il dibattito tra i relatori ed i presenti al Convegno, il Preside D’Elia ha fatto distribuire ai presenti l’ultimo numero di “Nuove Sintesi” che riporta, sia pure, in alcuni casi, in sintesi, i testi presentati dai relatori e che saranno pubblicati negli atti che il Professor D’Elia intendere mettere presto a disposizione degli studiosi per consentire un ulteriore approfondimento delle varie tematiche affrontate, tutte interessantissime per la puntualità dei riferimenti al dato storico.
Particolare interesse ha prodotto tra gli intervenuti la relazione del Preside D’Elia, attraverso una puntigliosa, ricostruzione dei fatti, a partire da quel 7 dicembre 1939 quando, alle ore 22.00, il Gran Consiglio del Fascismo, supremo organo costituzionale del regime, di fronte all’inizio del conflitto provocato dalla invasione, da parte della Germania, dei paesi confinanti del centro Europa, conferma la decisione dei ministri, e adotta la formula della “non belligeranza” che, fa notare D’Elia, il diritto internazionale non aveva mai conosciuto, utilizzando in queste occasioni quella della “neutralità”. Passano pochi mesi e il regime fascista passa dalla “non belligeranza” alla guerra, preannunciata con il segnale “pericolo di guerra” trasmesso il 7 giugno 1940 alle navi all’estero. Riferisce D’Elia che, secondo l’Ammiraglio Bernocchi, ancor prima di sparare un colpo, perdemmo 1.200.000 tonnellate di naviglio, il 35% del tonnellaggio complessivo.
Poi il discorso di Mussolini del 10 giugno 1940, alle ore 17.00, sulla dichiarazione di guerra, che risuona con tutta la sua tragica realtà nei documentari dell’epoca che la televisione frequentemente ritrasmette, e la nota diramata mezz’ora prima dal Ministro degli Esteri, Galeazzo Ciano, che aveva informato i nostri ambasciatori della decisione con la quale l’Italia “si considera in stato di guerra”.
Molto interessante anche la ricostruzione dei momenti salienti degli episodi più significativi degli anni di guerra: l’intervento degli Stati Uniti, la “stupidità” della spedizione in Russia, la battaglia di El Alamein e il valore della Divisione Folgore, la ritirata dalla Russia. D’Elia richiama il comunicato di Radio Mosca dell’8 febbraio 1943, il bollettino di guerra numero 630: “soltanto il Corpo d’Armata Alpino italiano deve ritenersi imbattuto sul suolo di Russia”. E tanti altri documenti che attestano del valore del soldato italiano su tutti i fronti di guerra. Anche l’articolo del Colonnello Carlo Cetteo Cipriani su “La Regia Aeronautica nella Seconda Guerra Mondiale” si segnala per l’analisi e le considerazioni che offre ai lettori.
Copiosa e puntuale in tutte le relazioni la documentazione bibliografica che consentirà ulteriori approfondimenti a quanti sono interessati al tema del Convegno.