di Salvatore Sfrecola
Questa mattina, passando in via Gabriele Camozzi, un valoroso ufficiale garibaldino che spesso l’Eroe dei Due Mondi ricorda nelle sue Memorie, al di sopra del portone della Scuola Media Statale “Dante Alighieri” ho visto tre aste con due bandiere, l’italiana e l’europea, più un’altra bandiera all’altezza del primo piano ad uno straccio: non c’è più il rosso, residua qualche brandello di bianco e il verde. E mi sono chiesto, e avrei chiesto volentieri a qualche studente se non fosse stato orario di lezioni, se lui non sente il disprezzo recato alla bandiera sulla soglia di un istituto scolastico nel quale si formano i giovani italiani al senso dell’appartenenza alla comunità nazionale, prima che alla preparazione nelle materie d’insegnamento. E credo che avrei, nella maggior parte dei casi, registrato indifferenza per il vessillo della Patria, quella bandiera della quale abbiamo ricordato pochi giorni fa i 266 anni dalla prima volta ha sventolato per poi tornare nel corso degli anni successivi a guidare i combattenti delle guerre d’indipendenza, della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, quel vessillo per il quale sono morti tanti appartenenti alle nostre famiglie.
Quel vessillo va esposto sulla base di alcune regole, che io ho ricordato più volte, dall’alba al tramonto e, per le scuole, quando si tengono lezioni o esami. Invece, sta lì, abbandonato, giorno e notte, con il sole e con la pioggia finché quel tessuto non diventa sempre più sporco, irriconoscibile. È un autentico vilipendio alla bandiera del quale è responsabile l’autorità scolastica. È veramente deprimente che solo in Italia la bandiera nazionale riceva questo trattamento. Chiunque si è recato all’estero, in Europa o altrove, avrà visto sugli edifici pubblici bandiere pulite, di tintoria si potrebbe dire. Di ritorno da un recente viaggio ho visto sventolare il tricolore francese, la bandiera del Regno di Spagna, per non dire della Grecia dove le bandiere ornano non solo gli edifici pubblici ma molte abitazioni private e le chiese.
Va avanti da troppo tempo questo disprezzo per la bandiera nelle scuole. L’avevo segnalato anni addietro all’onorevole Giorgia Meloni che mi aveva detto che avrebbe sollecitato i giovani di Fratelli d’Italia perché si facessero parte diligente nei confronti dei presidi delle istituzioni scolastiche, magari offrendo la bandiera. Costa pochi euro, chiunque si può permettere di comprare un tricolore. Non dubito che l’abbia fatto, ma constato che le conseguenze non ci sono state
Torno, dunque, a segnalare all’On. Meloni, oggi Presidente del consiglio e al Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, questo fatto che è significativo di un atteggiamento, perché più delle parole a volte parlano i gesti, le immagini, come abbiamo constatato qualche mese fa in occasione dei funerali della regina Elisabetta, con le città inglesi ornate di migliaia di bandiere con la croce di San Giorgio e, di recente, durante i funerali del re Costantino II di Grecia, quando la folla che ha seguito le esequie innalzava la bandiera blu e bianca del Paese dove è nata la democrazia.