sabato, Novembre 23, 2024
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La riscoperta dei principi generali organizzativi e funzionali nell’ordinamento delle pubbliche amministrazioni. Comincia l’Agenzia delle Dogane

di Salvatore Sfrecola

È il caso di richiamare il classico dulcis in fundo perché, dopo aver rievocato i tratti salienti della storia e delle funzioni attuali dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, Roberto Alesse da soli tre mesi Direttore dell’Agenzia, ha affrontato un tema centrale nella organizzazione delle pubbliche amministrazioni, quello dei principi fondamentali sulla base dei quali gli uffici pubblici dovrebbero essere ordinati.

E così l’attenzione del qualificato pubblico convenuto nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, alla presenza del Vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, del Viceministro dell’economia, Maurizio Leo, di magistrati e alti dirigenti dello Stato, è stata attratta dal richiamo al regole organizzative e di funzionamento in gran parte dimenticate di un’amministrazione che la politica ha disarticolato dando vita a una duplicazione di competenze che rende inadeguata la gestione politica e incerto l’esercizio dei diritti dei cittadini. E così Roberto Alesse, con la sicurezza di chi agli studi costituzionali e amministrativi unisce importanti esperienze in posizioni dirigenziali delicate come la Presidenza della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, si è proposto di riorganizzare “in profondità” l’Agenzia, quella “comunità di persone che ogni giorno servono fedelmente lo Stato con il loro vasto sapere di ufficio”. Ma la notizia principale per i presenti è stata il richiamo ad una serie di misure amministrative adottate “allo scopo di riallineare l’Agenzia ai criteri organizzativi fondati sui principi generali dell’ordinamento sulle pubbliche amministrazioni che non consentono la mancata distinzione tra funzioni di indirizzo strategico e funzioni di gestione amministrativa; né consentono il ricorso generalizzato al conferimento di incarichi dirigenziali ai sensi del famigerato articolo 19, comma 6, del decreto legislativo n. 165 del 2001; né consentono l’accertamento di più responsabilità dirigenziali in capo a singole unità di personale”. Una critica, neppure troppo sfumata, ai suoi predecessori. Un confronto con l’Agenzia delle entrate che alle nomine “fiduciarie” ha fatto costantemente ricorso, anche quando aveva la disponibilità degli idonei dei precedenti concorsi a dirigente.

Così, ha proseguito Alesse dopo aver provveduto “a rinnovare, tramite severe procedure di interpello, ben 16 incarichi dirigenziali di prima fascia a livello centrale e territoriale, in modo da eliminare tutti i numerosi interim dai quali era affetta l’Agenzia, ho inteso anche rilanciare la leale collaborazione tra tutti i corpi e i poteri dello Stato, in primis con il Corpo della Guardia di finanza con il quale… l’Agenzia delle Dogane dei Monopoli ha sottoscritto… uno storico protocollo d’intesa per garantire un più ampio coordinamento operativo per la tutela di settori strategici dell’economia italiana ed europea”.

Dirompente anche il riferimento all’interim che finora, essendo stato attribuito al dirigente di un altro ufficio ha avuto un duplice effetto negativo: ha aggravato l’impegno di dirigenti costretti a seguire altro ufficio ed ha impedito l’assegnazione della reggenza al funzionario più elevato in grado, una funzione che esalta il normale criterio organizzativo e stimola l’interesse dei funzionari all’esercizio di funzioni vicarie, una palestra in vista dell’accesso alla dirigenza.

L’impegno del nuovo direttore è, dunque, quello di proseguire su questo terreno del “confronto costruttivo con tutte le altre istituzioni pubbliche… perché non c’è spazio per una organizzazione dello Stato che non sia solidale e, dunque, incapace di rispondere alle impellenti necessità della Nazione”.

Alesse ha chiuso con un richiamo ad una affermazione del grande costituzionalista francese George Burdeau: “senza il ruolo propulsivo e sinergico dello Stato siamo tutti un po’ più deboli, in quanto l’indispensabile esistenza di un’autorità regolatrice è il presupposto per non scaricare sulle iniziative dei singoli la responsabilità di assicurare la sopravvivenza e il progresso della società!”.

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