di Salvatore Sfrecola
Non doveva accadere ma è accaduto che alla Camera, nel corso dell’esame e della votazione della proposta di scostamento di bilancio, funzionale ai provvedimenti che il Governo intende assumere nel prossimo Consiglio dei ministri, la maggioranza governativa non ci sia stata; sono mancati 45 voti, 14 di Fratelli d’Italia, 14 di Forza Italia, 15 della Lega, 2 di Noi moderati. Una brutta figura, non c’è dubbio, che, leggo sui giornali, avrebbe molto adirato, giustamente, la Presidente Meloni, quel giorno in visita a Londra.
Non c’è dubbio che sia mancato il controllo dei deputati da parte dei Capogruppo della maggioranza, un impegno non indifferente che forse qualcuno considera assolto con le interviste televisive o la partecipazione alle trasmissioni di approfondimento. Non è così. Presiedere un gruppo parlamentare significa anche coordinare le iniziative dei componenti, le proposte di legge, le interrogazioni e le interpellanze e la partecipazione ai lavori delle Commissioni e dell’Aula. Evidentemente c’è stata più di qualche falla.
E qui occorre fare memoria, perché è accaduto più volte in passato. Ricordo, ero Capo di Gabinetto del Vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, quando mi telefonò il Capo dell’Ufficio legislativo del Ministro per le politiche comunitarie il quale mi fece presente che sarebbe stato necessario assicurare la presenza dei parlamentari di Alleanza Nazionale in occasione di una certa votazione, che non ricordo, riguardante una direttiva comunitaria. Chiamai ripetutamente il Presidente del Gruppo rivelatosi irraggiungibile. Così trasmisi la raccomandazione alla sua segretaria che mi rispose piccata: “pensa che il Presidente non sappia…?”.
Lì finiva il mio compito. Poi, nel pomeriggio, mi ricordai dell’evento e, aperto il canale che trasmette i lavori delle Camere, assistetti ad una poco decorosa vicenda: votazione su un emendamento, poi passaggio al successivo. In quel momento un parlamentare dell’opposizione chiede la verifica del numero legale. Constatato che non c’era il Presidente aveva sospeso la seduta per dieci minuti. Ripresi i lavori si è verificata la stessa scenetta: voto, poi passaggio al nuovo emendamento, richiesta di verifica del numero legale, constatazione della sua assenza, sospensione, ripresa dei lavori. Così per tre o quattro volte, non ricordo esattamente, a dimostrazione della difficoltà di mantenere sullo scranno i parlamentari. Non mi risulta che nessuno abbia tirato le orecchie ai Capogruppo della maggioranza.
Sarebbe il caso che si facesse oggi e non c’è dubbio che Giorgia Meloni lo farà, anche a futura memoria, perché una brutta figura, anche se rimediata nel giro di poche ore, lascia inevitabilmente un segno nell’opinione pubblica e muove le critiche dell’opposizione, anche, e soprattutto, quando senza migliori argomenti, come accade oggi.
Vincere le elezioni è relativamente facile in certe condizioni, come ho ricordato più volte, governare è sempre difficile. Lo tengano a mente i partiti della maggioranza.