dei Professori Vincenzo Mannino e Marco Paolino
Il dialogo fra sordi è in Italia un tratto comune della politica e non solo. Verosimilmente è l’eredità di una stagione in cui ha prevalso la guerra delle ideologie. La contrapposizione insanabile era però solo apparente, perché su tutto si ergeva il patto fra gli esponenti dei diversi schieramenti politici che aveva dato origine alla Costituzione del 1948. Fra gli opposti dominava la regola comune del confronto dialettico, da cui derivava l’arricchimento delle proposte e il loro frequente coordinamento. Oggi nulla di tutto ciò: domina la faziosità autoreferenziale. Le proposte altrui risultano alterate nei contenuti o semplicemente ignorate. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara non si stanca mai di richiamare l’attenzione sull’esigenza di un nuovo patto che si ponga in continuità con quello del 1948 e che superi le sterili contrapposizioni.
L’approvazione degli emendamenti riguardanti le scuole paritarie, fortemente voluti dal Ministro, segnano una novità assoluta nella concezione della scuola pubblica italiana. Si pongono in linea con la ricerca di un punto di convergenza fra diversi punti di vista nel comune riconoscimento della funzione pubblica della scuola. Di svolta epocale ha parlato suor Monia Alfieri e un comunicato del 28 luglio di Agorà della Parità (organismo composto dalle Associazioni di Gestori e Genitori delle Scuole Paritarie Cattoliche e d’Ispirazione Cristiana) parla di “un’attesa finalmente compiuta” e di realizzazione di un importante risultato. È stata introdotta la norma che consente agli insegnanti precari delle scuole paritarie di partecipare ai percorsi di formazione per l’abilitazione all’insegnamento, riconoscendo quindi che il sistema nazionale di istruzione è composto da scuole statali e da scuole paritarie, tutte chiamate a svolgere una funzione pubblica. Si è così affermato il principio di non discriminazione nella scuola italiana, dandosi seguito al precedente accostamento normativo alle scuole statali delle scuole paritarie, con la possibilità per esse di accedere ai fondi PNRR.
Questa iniziativa del Ministro Valditara e il metodo che la caratterizza si pongono d’altronde in linea di continuità virtuosa con una forte azione riformatrice che ha prodotto in pochi mesi una mole di interventi, normativi e non, mai ottenuti in svariati anni dai ministri che si sono succeduti nel dicastero di Viale Trastevere. Si sono dispiegati a largo spettro. Fra di essi spicca l’attenzione dedicata al rilancio del ruolo del docente nella società. Sotto questo punto di vista assume certamente grande rilievo il tema delle retribuzioni dei docenti. Uno dei primi provvedimenti è stata l’accelerazione dell’iter del contratto della scuola 2019/2021, vicenda che si trascinava da tempo. Sono stati anticipati a dicembre 2022 (rispetto alla firma definitiva del contratto avvenuta pochi giorni fa) gli aumenti di stipendio per gli insegnanti, ma, più in generale, anche per tutto il personale tecnico-amministrativo e i dirigenti amministrativi della scuola. Si tratta di incrementi stipendiali certo ancora limitati, ma comunque significativi: il Ministro, con il suo impegno, è riuscito a incrementare le risorse destinate al contratto, cambiando destinazione a 300 milioni di euro cui si sono aggiunti altri 72 milioni dedicati agli sviluppi retributivi del personale tecnico amministrativo e del personale Ata. Si può affermare che l’azione del Ministro già con la firma del contratto nazionale di settore si è caratterizzata per la volontà di valorizzare la figura dell’insegnante e del personale della scuola. Sono state del resto le stesse organizzazioni sindacali a riconoscere l’importanza di questo risultato, sottolineando la rapidità di intervento del Ministro dopo anni di colpevole inerzia, intervento che ha peraltro posto le basi per la definizione del contratto relativo agli anni 2022/2024, già in cantiere.
L’azione di rilancio della figura del docente, assieme all’esigenza di assicurare un adeguato supporto alle studentesse e agli studenti, ha trovato ulteriore realizzazione nella istituzione delle figure del docente tutor e del docente orientatore, entrambe retribuite con risorse appositamente appostate nella ultima legge di bilancio. Esse hanno la funzione di aiutare gli studenti a effettuare scelte consapevoli e di costruire, assieme alle loro famiglie e agli insegnanti, un percorso di studi che ne valorizzi i talenti e li aiuti a vedersi proiettati nel loro futuro. L’ampia adesione su base volontaria dei docenti a queste nuove esperienze didattiche individua una rinnovata consapevolezza del proprio ruolo, percepibile del resto nell’impegno sempre manifestato quotidianamente dalla stragrande maggioranza di essi, nonostante il senso di solitudine in cui troppo spesso sono stati chiamati a operare.
Come non ricordare poi altri non meno importanti provvedimenti messi in campo in questi ultimi mesi: il patrocinio dell’Avvocatura Generale dello Stato a tutela dei professori aggrediti nelle scuole, con la possibilità del MIM di costituirsi parte civile per tutelare l’immagine dell’istituzione scolastica oltre che quella dei docenti; la riforma del voto in condotta a partire dalle scuole secondarie, che introduce fra l’altro un debito in educazione civica con il 6, la bocciatura con il 5, la modifica radicale dell’istituto della sospensione all’insegna del “più scuola” e non meno scuola, e i lavori socialmente utili che saranno previsti obbligatoriamente per le sospensioni gravi; l’assicurazione per il personale della scuola, prima curiosamente escluso, contro gli infortuni sul lavoro; l’invito a un uso corretto dei cellulari e più in generale dei dispositivi elettronici in aula, secondo una linea di pensiero che ha trovato riscontro nella recente esortazione da parte del Direttore Generale dell’Unesco a un loro uso regolamentato.
L’azione incisiva prodotta da Valditara nel mondo della scuola trova altresì fra i suoi punti focali l’iniziativa in dieci punti “Agenda Sud” che partirà a settembre per colmare il divario tra Nord e Sud dell’Italia, con una sperimentazione che coinvolgerà 240 scuole del Mezzogiorno e con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e di garantire pari opportunità d’istruzione agli studenti su tutto il territorio nazionale. Accanto a questa iniziativa va sottolineato l’impegno del Ministro per permettere l’apertura degli istituti scolastici in estate, al fine di promuovere attività rivolte agli studenti su base volontaria sia per potenziare i percorsi di apprendimento sia per offrire ai genitori che lavorano una sponda concreta nei mesi estivi, assicurando nel contempo ai giovani la possibilità di svolgere attività in grado di stimolarne la crescita.
Si sta procedendo velocemente alla riforma dell’istruzione tecnica superiore, con una serie di provvedimenti che hanno l’obiettivo di favorire l’appeal di questa filiera di studi al pari di quanto accade in altri Paesi europei, superando il lascito della prospettiva gentiliana che li considera percorsi di serie B rispetto a quelli dei licei.
È aumentata l’attenzione per i portatori di disabilità e di disturbi dell’apprendimento. Sono state approvate le nuove linee-guida, inserite nella legge di bilancio 2023, per valorizzare e potenziare le discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics) all’interno del sistema educativo italiano, colmando una lacuna che colloca l’Italia negli ultimi posti fra i Paesi europei. È stato adottato un Piano di Semplificazione in 20 punti che prevede un intervento di sburocratizzazione e di digitalizzazione: sono coinvolti circa 8.000 istituti scolastici.
Di assoluto rilievo sarà la già formalizzata introduzione nelle attività scolastiche dell’educazione finanziaria, dell’educazione alla sicurezza stradale e dell’accostamento attivo ai valori dello sport come materie riconducibili nell’ambito dell’educazione civica.
Infine due grandi successi. Il primo è stato il raggiungimento degli obiettivi PNRR con riguardo all’attribuzione degli appalti per la costruzione degli asili nido, che ha ricevuto il plauso della Commissione Europea: questo risultato si è reso possibile grazie alle riduzioni drastiche dei tempi necessari per la progettazione e per gli appalti dei lavori a seguito dell’adozione di misure per la semplificazione delle procedure chiesta e ottenuta dal Ministro nei mesi scorsi. Il secondo è stato l’avvio delle procedure per il reclutamento straordinario di oltre 50mila docenti, che consentirà in tempi brevi di completare l’organico dei docenti nelle scuole e di permettere un avvio dell’anno scolastico 2024/2025 senza i problemi che hanno caratterizzato finora le scuole italiane.
L’efficacia dell’azione di governo di Valditara sta soprattutto nell’avere per la prima volta affiancato ad una poderosa azione riformatrice una visione culturale della scuola e quindi della società italiane rimettendo in discussione anche alcuni principi di lontana matrice sessantottina: la centralità della persona e quindi una educazione personalizzata e non invece massificata; il ripristino del concetto di autorità, insieme con quello di autorevolezza; un concetto non elitario – ma strettamente collegato con la valorizzazione dei talenti di ognuno – di merito; la cultura del rispetto; la valorizzazione del principio del lavoro, fra gli obiettivi formativi della scuola, accanto a quello di “formazione alla libertà”; e tanto altro ancora. Ora spetta alla cultura di “destra” fare la sua parte e fornire a questa strategia idee e supporto per trasformare questa azione in una autentica rivoluzione.