di Salvatore Sfrecola
Dovevano accadere alcuni episodi di indubbia matrice terroristica perché l’Italia ed altri paesi dell’Unione Europea ripristinassero i controlli alle frontiere, a quello con la Slovenia per quanto ci riguarda. Perché l’aggravarsi della situazione in Medio Oriente e l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica rendono evidente il pericolo di infiltrazioni di soggetti legati al mondo islamico antioccidentale. È così si ricorre ad una misura che sarebbe stato necessario adottare in precedenza con controlli mirati all’individuazione di soggetti non muniti di passaporto UE. Si dice spesso che si chiude la stalla quando i buoi sono scappati. Qui, al contrario, chiudiamo tenendoci quelli che non sarebbero dovuti entrare nel nostro Paese.
È un capitolo di una vicenda complessa e dolorosa, per certi versi, quella dell’immigrazione di soggetti provenienti dall’Asia e dall’Africa, certamente a seguito di situazioni locali drammatiche come le guerre intestine che in alcune realtà esprimono una crudeltà straordinaria originata da odi tribali risalenti nel tempo o perché le condizioni economiche non danno prospettive alle famiglie di quella che potremmo definire una sorta di borghesia suburbana.
Sta di fatto che questa situazione impatta violentemente con una realtà che non possiamo disconoscere, l’impossibilità di accogliere tutti e di tenerli dignitosamente. Perché non è dignitoso che queste persone, che abbiamo accolto, vivano sotto i portici delle città e negli androni delle stazioni ferroviarie creando non pochi problemi di sicurezza per i cittadini. Perché persone che non hanno un lavoro e quindi non hanno un minimo reddito per sopravvivere debbono necessariamente delinquere; piccoli furti, aggressioni, nei confronti dei quali stiamo dimostrando una straordinaria debolezza, complici anche alcune interpretazioni giurisprudenziali che giustificano aggressività e violenze sulla base delle tradizioni di quei popoli. Una conclusione assurda perché una regola fondamentale, esistente da sempre, di cui l’antica Roma è stata un esempio, è quella secondo la quale l’accoglienza, gesto generoso e civile, si deve naturalmente accompagnare con il rispetto delle abitudini, delle tradizioni, delle regole del paese che accoglie. Perché l’impressione che diamo è quella della libertà indiscriminata che naturalmente incentiva comportamenti illeciti e violenti.
Detto questo in via generale, va sottolineato che, insieme a persone disponibili a lavorare ed a rispettare le regole del paese che li ha accolti, c’è tutto un settore che coltiva la ribellione nei confronti dell’Occidente ex colonialista, agli occhi loro corrotto. Sono coloro che diventano strumento, volontario o involontario, di una ventata di aggressività politico, religioso, culturale che dura da secoli. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che all’indomani della morte di Maometto il mondo islamico ha aggredito l’Occidente occupando i paesi dell’area mediterranea, imponendo la conversione di popolazioni cristiane da tempo.
Né dobbiamo dimenticare che se i turchi giunti sotto le mura di Vienna, al centro dell’Europa, la capitale dell’impero, non fossero stati sconfitti tra l’altro con l’impegno di un Generale italiano, il Principe Eugenio di Savoia, non ci sarebbe stata più partita per il mondo cristiano. Era il 1683. SQuesto per dire, nel rispetto di tutte le religioni e di tutte le idee che contraddistingue sempre noi liberali, che abbiamo a che fare con chi quel rispetto nei confronti della nostra cultura stenta ad avere. In molti casi ha dimostrato di non avere. Oltretutto nella crisi evidente del mondo occidentale che essendo, per certi versi, opulento non è disponibile a sacrifici, all’impegno come anche quello di una famiglia numerosa, abbiamo di fronte gli islamici che invece di figli ne fanno tanti. In proposito riferisco di quanto mi è stato detto da una persona amica che, avendo fatto i complimenti ai bambini che accompagnavano una Signora velata, ne aveva quattro ed era incinta del quinto, si è sentita rispondere “sono tutti soldati di Allah”.
Non aggiungo altro. Queste cose andrebbero tenute presenti perlomeno per difendersi, per cercare di difendersi.