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Riceviamo e pubblichiamo: “Monarchici contro l’autonomia differenziata per l’Unità d’Italia”

di Carlo Cetteo Cipriani

In questi giorni in cui si discute delle recente legge della “Autonomia differenziata” alcuni Monarchici dichiarano la loro preoccupazione.
Sappiamo come l’Unità nazionale, assieme all’Indipendenza, sia stata raggiunta un secolo mezzo fa al prezzo di duri sacrifici, della vita di decine di migliaia di nostri antenati; dobbiamo ringraziare ogni giorno tutti quei prodi che misero a repentaglio vita e beni, che sotto la guida del Padre della Patria, compirono il prodigio dell’Unità.
Ora, sulla spinta di tanti e differenziati interessi ed ideologie, si inizia un processo di disgregazione che differenzierà i cittadini in base al luogo dove risiedono, complicando la vita di chi avesse esigenza di spostarsi per le necessità della vita. Ma soprattutto si rafforzano alcune correnti ideologiche che vedono nell’Unità nazionale la fonte dei loro problemi di oggi, in una logica di egoismo. Correnti che poi inevitabilmente, più in là, chiederanno sempre più autonomia fino a limiti estremi, che già qualcuno, insulsamente, proclama.
Le parti politiche usano la questione per lo più strumentalmente senza riflettere sugli sviluppi possibili, ma solo pensando in termini di divario fra regioni povere e ricche, regioni che pagano quel che altri consumano, eccetera. Problemi che ci sono ma che non si risolveranno con maggiore autonomia (dato che non ci saranno amministratori di eccelsa qualità, ma resterà la qualità media che c’è adesso e che c’è stata in passato).
Il rischio concreto, se ne vedono già segnali, è che un po’ alla volta talune aree chiedano quote di autonomia in campi differenti: le relazioni internazionali, la difesa, la sicurezza, per arrivare ad un’Italia un insieme di staterelli pronti ad accordarsi con potenze straniere (politiche o economiche) perdendo indipendenza e forse anche litigando fra loro: l’Italia del Medioevo e dell’Evo Moderno.
In mancanza di valori morali condivisi questo processo non avrà ostacoli. Manca il centro politico istituzionale che non è il Presidente della Repubblica che cambia ogni 7 anni, espressione della maggioranza politica del momento. Manca la condivisione dei valori del Risorgimento, fondazione dell’Unità e dell’Indipendenza, sostituita in parte dalla Resistenza che fu indubbiamente un periodo rilevante per la crescita nazionale, ma pur sempre periodo di contrapposizione fra Italiani, non di affratellamento.
Quindi noi, alcuni Monarchici italiani facciamo appello affinché sia rigettata la legge del 26 giugno 2024 sull’Autonomia differenziata.
Pensiamo che la maggiore autonomia possa esser accettata solo se controbilanciata da una importante autorità centrale che solo un Re può garantire. Un Re che non è espressione di una parte, ma che rappresenta tutti ed ognuno ed è veramente l’espressione dell’Unità e dell’Indipendenza nazionale.

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