giovedì, Settembre 19, 2024
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Roma: un rogo che denuncia il degrado della Città

di Salvatore Sfrecola

Il rogo del Parco di Monte Mario, la collina alle spalle del Tribunale di Roma, a Piazzale Clodio, è l’emblema del gravissimo stato di degrado della Città Eterna, qualunque sia stata la causa dell’incendio che ha devastato un’area ricca di importanti e varie essenze arboree. Che sia stata l’imprudenza di una piccola tribù di extra comunitari alla quale è stato consentito di accamparsi tra gli alberi o che l’abbia provocata l’imprudenza delinquenziale di una automobilista con un mozzicone di sigaretta gettato dal finestrino mentre percorreva la “panoramica”, come viene chiamata la strada che da Piazzale Clodio raggiunge via Trionfale a ridosso dell’Hotel dei Cavalieri, già Cavalieri Hilton, l’incendio ha potuto svilupparsi a causa dell’assoluta mancanza di manutenzione del parco. Un’area boschiva impreziosita da un intervento di ristrutturazione ad iniziativa del Rotary International, che a Roma aveva tenuto qualche anno fa uno dei Congressi internazionali, con immissione di migliaia di piante di alto fusto ed arbusti fioriti, ha bisogno di una cura costante. Occorre soprattutto che dal sottobosco sia eliminato il fogliame secco che si forma durante l’anno e che con il caldo estivo può generare le condizioni per incendi.
Chi frequenta il Parco, nella parte più vicina a Piazzale delle Medaglie d’oro, vicino all’Osservatorio astronomico che con la sua torre solare domina l’immagine della collina sede dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, sa bene che quei luoghi, dove si ricorrono festanti bambini che con i genitori spesso accompagnano cani di tutte le taglie, non è oggetto della necessaria manutenzione.
È l’emblema di Roma. Poco più avanti in viale Mazzini la bella strada ricca di un’imponente alberatura che da Piazzale Clodio conduce a Piazza Monte Grappa, sulla riva destra del Tevere, l’aiola tra le due carreggiate è anch’essa priva di manutenzione. Anni addietro era stata oggetto di una risistemazione che aveva compreso un sistema di innaffiatura. Ha funzionato (forse) qualche giorno, neppure nel tratto che costeggia la sede centrale della Corte dei conti, magari per rispetto alla magistratura contabile o per timore che qualcuno dei procuratori che perseguono danni erariali andasse a vedere le carte dell’appalto che ha previsto un impianto certamente costoso ma non funzionante, evidente spreco di denaro pubblico.
Del resto, Roma è da tempo in condizioni di estremo degrado. Cambiano i Sindaci e le maggioranze ma la Città è abbandonata. Sporca, per maleducazione degli abitanti, con le strade cosparse di buche di tutte le misure, prova dei lavori sui cavi eseguiti non a regola d’arte ma pagati certamente bene, probabilmente a seguito di compiacenti collaudi, la Città è in questo periodo un intero cantiere per lavori vari, molti, i più impegnativi, in vista del Giubileo 2025.
Tanto per rimanere in zona, Ponte Mazzini, in fondo all’omonimo viale è chiuso a metà da mesi, non è chiaro per quali lavori. Ma è un fatto che a qualunque ora del giorno non si vede nessuno che vi lavori. Anche questo è un difetto di coordinamento dell’Amministrazione comunale che affida appalti ad imprese che non sono in condizione di iniziare subito i lavori perché impegnate in vari cantieri e/o perché non hanno sufficienti uomini e mezzi per procedere nei tempi stabiliti. È la solita tecnica. Si apre un cantiere e si sospendono i lavori perché una “sorpresa” suggerisce una variante. Tutte attività che incrementano i costi a carico del bilancio del comune.
Il Sindaco Roberto Gualtieri è corso sul luogo dell’incendio opportunamente intervistato dalle televisioni. Ha spiegato ciò che è accaduto ma non ha avuto l’umiltà di dire che non doveva accadere. Che in una Città che è la capitale della Repubblica Italiana e sede dello Stato della Città del Vaticano, visitata ogni anno da milioni di turisti, italiani e stranieri, un rogo per mancanza di cura del sottobosco è inammissibile. Ma si sa, il tema sarà ripreso da giornali e televisioni per un paio di giorni, si svilupperà ancora una polemica da parte delle opposizioni, svegliate dal rogo, poi il silenzio. Tanto la Città è “eterna”.

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