martedì, Settembre 17, 2024
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Se Giorgia balla da sola (osservazioni dei liberali)

di Michele D’Elia

Nessuna novità, ma qualche riflessione.

La Destra, al governo in Italia, in Europa non ha concluso niente.

Gli accordi informali, da caminetto o da cucina, poi votati, vedono rielette la baronessa Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione dell’Unione Europea, e Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo; Antonio Costa eletto Presidente del Consiglio UE, Kaja Kallas, eletta Alto Rappresentante, cioè Ambasciatore dell’U.E..

Se spunteremo un posto, per un qualunque Fitto, che conosciamo come affossatore degli ospedali pubblici pugliesi, sarà grasso che cola.

È l’Italia meloniana, che non riesce contare.

L’onorevole Meloni non può illudersi di cambiare il corso delle cose, d’impulso, con roboanti proclami, buoni solo per i trinariciuti: Guareschi li vedeva nel PCI, ma abbondano anche nei partiti al governo. Guareschi, a suo tempo, lo scriveva e documentava, ma, essendo uomo libero e monarchico, era inviso a tutti. Cose note alla Presidente del Consiglio.

È necessario un fine lavoro all’interno dell’Amministrazione dello Stato, onde riconoscere il personale di solida preparazione professionale e culturale, capace di alzare la testa dal chiuso orizzonte della propria scrivania e di mettere in guardia Presidente e Ministridagli errori di decisioni sbagliate e velleitarie, destinate a danneggiare gli italiani nel tempo.

Ci vuole coraggio:

  1. il politico, deve circondarsi di uomini capaci di contraddirlo, che non siano muti ed ubbidienti, cioè, imbecilli;
  2. il personale amministrativo, nei vari livelli deve essere in grado di confrontarsi con il proprio Ministro e di esporre il proprio pensiero, in tutto ciò che attiene alla politica nazionale ed internazionale.

Sino ad oggi non abbiamo contezza di tale osmosi.

Si dirà: nemmeno quelli di prima erano cime; è vero; ma, la Destra non ha vinto le elezioni dichiarandosi la scelta migliore?

Dai tempi della Democrazia Cristiana, i nostri deputati europei e quelli nazionali, anche se non tutti, sono piazzati in collegi più o meno sicuri, in base alle relazioni interne ai partiti. Oggi il sistema elettorale consente alle direzioni centrali dei cosiddetti partiti, perché tali storicamente non sono, di decidere a priori chi sarà eletto, scavalcando le direzioni periferiche. È necessario ripristinare il sistema elettorale proporzionale, le Province ed abolire le Regioni.

1919. Dalla Pace di Parigi al Trattato del 1947 l’Italia è malrappresentata: oltre la retorica, predominano le gelosie, le vendette, il reciproco disprezzo, lo scaricabarile, quale sport nazionale, da Caporetto in poi. Infatti: per viltà la classe politica accusò i soldati di non avere bene combattuto, vale a dire l’esatto contrario di quello che in numerosi documenti, dichiarazioni, anche contemporanee ai fatti; e memorie, il nemico riconosceva al nostro Soldato. Vedi per esempio Fritz Weber in La fine di un esercito, Ed. Mursia, Milano 1965-1982. Ciò vale anche per la Seconda Guerra Mondiale.

Due rivoluzioni

Furono il 25 luglio e l’8 settembre1943 a liquidare la dittatura fascista e ad imporre nuovamente la Maestà dello Stato; tanto è vero che il 13 marzo 1944 l’URSS riconosce formalmente il Governo del Re e il 5 giugno dello stesso anno, a Salerno, durante il Consiglio dei Ministri “… L’osservazione di Sforza che il Re ha abbandonato Roma provoca un energico intervento del Ministro della Marina, Ammiraglio De Courten il quale … ribatte affermando che è soltanto per quell’abbandono che si è potuto costituire il governo del Sud … se gli attuali Ministri siedono tranquillamente attorno ad un tavolo lo devono in sostanza a quella fuga … Togliatti interviene … osservando che il Consiglio dei Ministri occupandosi della questione istituzionale … perde il suo tempo in chiacchiere … inutili e pregiudizievoli”. (I Documenti Diplomatici Italiani, Decima serie, vol. I, doc. 246, pp. 297-298)                                                                                                                                                 

Gli Americani e gli Inglesi si servirono dei governi italiani e della guerra in Italia, tecnicamente inutile, vedi Eric Morris, La guerra inutile, Ed. Longanesi, Milano 1993, solo per impegnare il maggior numero possibile di tedeschi, per affrontarne di meno in Normandia; successivamente, avrebbero abbattuto la Monarchia, per meglio assoggettare l’Italia. Il che avvenne ed avviene.

Gli italiani contribuirono e contribuiscono con la propria carica di autolesionismo.

Da ottantacinque anni vanno in onda sceneggiate e miopia: l’orizzonte dei nostri politici è il proprio scranno, sgabello o trespolo che sia.

I Vicepresidenti del Consiglio

Come può la Presidente Meloni imporsi in Europa, se il suo vice on. Salvini imposta la campagna elettorale europea della Lega sul mantra: “Più Italia e meno Europa”? Del resto, nei molti anni in cui fu deputato europeo Salvini brillò per assenteismo.

L’altro Vice, on. Tajani, F I, è nel PPE, mentre la Presidente è capo dell’ECR.

Non è credibile l’Italia degli sparatori, graditi ospiti di Lega e Fratelli d’Italia; l’Italia degli inquisiti; l’Italia che distrugge la sanità pubblica, elimina l’abuso d’ufficio, proteggendo così gli amministratori incapaci ed infedeli e lasciando indifesi i comuni cittadini, che separa le carriere dei magistrati, vota l’autonomia differenziata, che frantuma l’Italia, demolisce la scuola pubblica, impone il premierato, altrove fallito, storpia la Costituzione.

La verità è questa: i migliori non sono i migliori; e gli alleati di governo sono tra loro in malafede.

Il Presidente della Repubblica, saggio e lungimirante, ha più volte soccorso la Presidente del Consiglio, ultimamente firmando, senza indugio, la legge sull’autonomia differenziata; ma non potrà farlo sempre: rischierebbe lo smantellamento della Repubblica.

Ai rappresentanti dei popoli europei, storicamente più solidi ma egoisti, dovremo chiedere qualcosa, con o senza il cappello in mano. Che ci vorranno dare, se abbiamo votato no al MES, no alla messa a gara delle concessioni balneari, decisione per la quale subiamo una procedura d’infrazione ecc.?

Se male sta la Destra, contrariamente alle apparenze, meglio non sta la Sinistra, che ha perso mesi a scontrarsi per un primato che si vede e non si vede; ed a chiedere a Meloni dichiarazioni di antifascismo, che non può fare e che, anche se fatte, non cambierebbero di una virgola la situazione politica. L’unità delle Sinistre ha dato i suoi frutti nelle ultime Amministrative. Ci voleva tanto a capirlo?

I risultati delle europee confermano che i 5 stelle non possono insidiare elettoralmente il primato del PD.

Questa maggioranza imploderà

É assodato: la Presidente del Consiglio, non ha lungimiranza né cultura di governo né l’ampiezza di respiro propria dello statista; meno ancora ne hanno i suoi Vicepresidenti i quali, bisogna riconoscerlo, un giorno sì e l’altro pure ci deliziano con gustosi siparietti (Corsera 21-7-24).

Questo il livello: no alla von der Leyen per non lasciare la Destra, ma quale destra? in mano a Salvini; e “per coerenza”, scusa buona per tutte le situazioni, soprattutto quando ci si accorge di un errore grave e non si sa come giustificarsi di fronte a sé stessi ed agli altri, cioè al Paese.

I tre Alleati di governo votano ognuno per conto proprio, in funzione di paure elettorali.

Il Governo è fortunato, perché i partiti dell’opposizione stanno insieme con la colla di pesce, ora insidiati anche dal politicamente velenoso Matteo Renzi.

Ricapitoliamo: Salvini vota no perché aderisce ai sovranisti-patrioti, capitananti da Orban, che rifiuta Vannacci e dimentica l’amica Meloni; Meloni vota no come capo dell’ECDR, per la Destra moderata, alla quale non crede nessuno; Tajani vota sì, ritagliandosi le solite briciole.

Grazie a queste menti eccelse l’Italia, da Paese fondatore, è precipitata nell’insignificanza politica di un Paese affondato.

In un colpo solo, la nostra furbissima Presidente si è giocata il patrimonio di relazioni internazionali, che aveva tessuto, l’amicizia di Ursula e posizioni significative per l’Italia.

Governi e personalità politiche ed istituzionali come Macron e Scholz, perdenti in patria, sono diventate vincenti in Europa, mentre noi qui ci siamo persi.

Con la sua maggioranza solida, Meloni avrebbe potuto attraversare la prateria, che aveva davanti. Ha mancato di audacia. Non ha saputo rompere lo schema la destra a destra, la sinistra a sinistra, lasciando spazio ai Verdi: ha fatto l’esatto contrario di ciò che serve all’Italia.

Un immediato voto favorevole alla Presidente uscente avrebbe garantito al Paese un debito di riconoscenza, difficilmente eludibile, in sede di incarichi. L’opposizione si sarebbe potuta attuare all’interno della maggioranza europea, provvedimento per provvedimento.

Si vede che Ursula conosce von Bismark…

La visione limitata e arrogante del potere, vedi le nomine o le sostituzioni inusitate nei vari Enti di rilievo, isola Meloni. Se cadrà da cavallo, sarà complicato rimetterla in sella.

Conclusione.

Chi si accosta alla politica per governare gli uomini, anche nella più piccola comunità, dovrebbe riflettere sulla seguente proposizione sintetica apriori di Kant: “fa’ che il più gran bene possibile del mondo sia il tuo fine ultimo”. (Immanuel Kant, La religione entro i limiti della sola ragione, Prefazione alla prima edizione, p. 7, Ed. Laterza, Roma-Bari 1985).

Post scriptum

Ho esitato a lungo prima di pubblicare questo articolo del Prof. Michele D’Elia, già Preside del prestigioso liceo Vittorio Veneto di Milano, già Presidente della Provincia di Milano, Presidente dell’Associazione dei Liberali, che va giù pesante nei confronti della Presidente del Consiglio. A mio giudizio perché è deluso, avrebbe voluto ben altro dalla parte politica che nel complesso esprime l’unica forza che si oppone alle sinistre variamente definibili. Inoltre, credo che una persona intelligente, come certamente è Giorgia Meloni, che ha letteralmente creato Fratelli d’Italia, sappia distinguere tra le critiche quelle che sono espressione del desiderio che l’azione parlamentare e di governo migliori nell’interesse degli italiani. Trarre dalle critiche motivi di riflessione è dimostrazione d’intelligenza e fa ben sperare.

Aggiungo, da parte mia, alcune considerazioni. In primo luogo sono assolutamente da evitare le stucchevoli, ripetitive affermazioni, da parte dei soliti esponenti di partito dediti all’esultante esposizione di risultati che è difficile intravedere. Non portano voti, anzi indignano molti. Imitando Berlusconi che si riteneva “il più grande Presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni” si rischia molto. Infatti, il Cavaliere e la sua maggioranza sorretta dalla speranza degli italiani moderati, avendo dimostrato di non saper governare, sono stati bocciati dall’elettorato.

In fin dei conti D’Elia sollecita quello che molti sostengono. La necessità di scegliere persone capaci a livello politico e di amministrazione. Perché senza un apparato di professionisti di valore, fedeli al giuramento prestato allo Stato nessuna maggioranza supererà il vaglio delle elezioni. Illudersi che basti proclamare è dimostrazione di inadeguatezza politica. Ne ho già parlato, facendo l’esempio di Perugia, perduta perché il Centrodestra ha presentato una candidatura a Sindaco modesta. Perderà anche la Regione Umbria? È probabile e sarà la prova che quello che scrive D’Elia e che ho scritto io ed altri che credono nel Centrodestra è la verità. Nessun complotto interno o internazionale va evocato, per poter dire che la colpa è di altri. Governare è un’arte difficile. Se non si conoscono gli uomini che trasformano le scelte politiche in decisioni amministrative adeguate i risultati non vengono e si rischiano incidenti con gli organi di controllo e la magistratura. Che non sono costituite di persone ostili ma di pubblici funzionari che con “disciplina e onore” servono lo Stato. Se si sa chiedere si ottiene, se s’impone può darsi che le decisioni amministrative siano quelle che la politica desidera ma a rischio di censure alla verifica della loro legittimità. E torno a dire: vincere le elezioni può essere facile, governare è difficile.

Salvatore Sfrecola

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