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Un libro di Zeev Milo: “Bravi italiani, il Regio esercito contro l’Olocausto”

Zeev Milo, «Bravi italiani!», Il Regio Esercito contro l’Olocausto, Padova, Alberto Cavalletto Editore, 2024.

Zeev Milo, autore del presente saggio, è morto a Tel Aviv nel 2020, alla bella età di novantotto anni. Era, infatti, nato a Zagabria nel 1922. Nel 1949, dopo le terribili esperienze della guerra, in cui perse due nonni e tre zii ad Auschwitz, emigrò in Israele. A Haifa terminò gli studi in ingegneria ed entrò nell’esercito, dove fu congedato con il grado di colonello. Dopo il congedo lavorò come ingegnere elettronico.

Il testo è una delle rarissime testimonianze di un ebreo croato che durante la Seconda guerra mondiale riuscì a sfuggire allo sterminio rifugiandosi nella zona di occupazione italiana. L’autore integra il racconto della propria drammatica vicenda personale con un’ampia documentazione di fonti croate e tedesche relative alla pratica genocida del regime ustascia nei confronti di ebrei e serbi, consultate negli archivi di Yad Vashem a Gerusalemme. Ampio spazio è dedicato agli scontri tra i diplomatici italiani e tedeschi, ai rapporti tra i vertici della Seconda Armata e il Ministero degli Esteri, tra le autorità civili e militari riguardo al salvataggio degli ebrei superstiti, che i tedeschi intendevano deportare nei campi in Polonia, dove li attendeva la morte certa.

Infine è doveroso accennare all’intento civile che Zeev Milo ha perseguito con la stesura della sua testimonianza. Fino all’inizio degli anni 2000, soprattutto sulla scia del fondamentale lavoro di Jonathan Steinberg, “Tutto o niente!”, esisteva un consenso pressoché unanime sul fatto che l’Esercito Italiano si fosse adoperato a proteggere la popolazione ebraica nelle zone sotto la propria giurisdizione, anche se l’argomento non fu mai tra i più popolari e non raggiunse il grande pubblico. Invece negli ultimi anni, tra gli storici italiani si sono levate diverse voci tendenti a sminuire l’impegno dell’Esercito nei confronti degli ebrei affidati alla sua tutela e ad attribuire i salvataggi (di cui era fortemente ridimensionato il numero) a meri calcoli di opportunismo. Zeev Milo controbatte con puntiglio e argomenti convincenti le ciniche argomentazioni “revisioniste” sul salvataggio degli ebrei, mostrandone l’inconsistenza. La difesa dei “bravi italiani” diviene per Milo un problema di coscienza. Infatti non ritiene tollerabile che l’Esercito Italiano sia equiparato ai tedeschi e croati, “che annientarono gran parte della mia famiglia”.

Marina Cattaruzza

Ottobre 2024

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