Pubblico volentieri questa riflessione del Prof. Luigi Tivelli, Presidente dell’Academy Spadolini che annovera il meglio di tutte le culture politiche italiane, e, pur essendo stata fondata su un nocciolo duro liberaldemocratico e repubblicano, si è dimostrata aperta ai contributi del pensiero liberale di matrice risorgimentale. Del resto a Giovanni Spadolini, storico insigne, si devono studi preziosi sul pensiero e l’azione dei protagonisti di quella stagione della storia d’Italia che ha portato alla unificazione nazionale nella forma del governo monarchico rappresentativo come delineato dallo Statuto Albertino.
Sono certo che l’Academy Spadolini sarà capace di fornire al dibattito politico sui temi dell’assetto costituzionale dello Stato contributi significativi in un tempo nel quale troppo spesso gli slogan dei politici appaiono privi della necessaria sostanza.
Salvatore Sfrecola
L’Academy Spadolini, che mi onoro di presiedere, presenta qui il suo progetto e le sue proposte per il Paese. Un’Academy che oltre che come “Accademia del Talento”, perché vuole promuovere i tanti talenti che sono nel nostro paese tramite il rilancio del valore del merito e della concorrenza, si configura come “Academy della Repubblica per superare la divisività e il fazionismo”. Perché essa cerca di affrontare con uno sguardo ampio imparziale e super partes i principali nodi del Paese.
L’Academy infatti annovera il meglio di tutte le culture politiche italiane, pur essendo stata fondata su un nocciolo duro liberaldemocratico e repubblicano. Da figure della cultura di destra (come Gianfranco Fini, Vittorio Feltri e Tommaso Cerno) e liberalconservatrice (come Corrado Ocone), a quelle del centro laico e cattolico (incarnate al meglio da personalità come Lamberto Dini e Giuseppe De Rita) fino a quelle di provenienza progressista o socialista come Claudio Martelli, Michele De Pascale (presidente della regione Emilia-Romagna) e Flavia Nardelli Piccoli, fino a esponenti di Forza Italia incarnata tra gli altri da Giuliano Urbani, Gilberto Pichetto Fratin e Giorgio Mulé. Uno spettro molto ampio che cerca di affrontare le questioni che stanno nell’interesse superiore del Paese.
I partiti sordomuti rispetto all’astensionismo
La prima iniziativa è tesa a fronteggiare il grave astensionismo in atto. Soprattutto in un quadro in cui i partiti sembrano un po’ sordomuti rispetto alla questione dell’astensionismo, preferendo una stabilizzazione del voto in una sorta “percentualcrazia” che si sostituirebbe così alla democrazia. Una sorta di “lottizzazione” del voto e dei voti, dove i partiti si misurano sulla base delle percentuali, piuttosto che affrontare la crisi democratica derivante dal fatto che l’effettivo corpo elettorale si è ridotto a meno del 50%.
Forse si pensa che il corpo elettorale sia malato, ma in democrazia il corpo elettorale ha sempre ragione. E manifesta una “febbre” rispetto alla quale i partiti non possono cavarsela “spezzando il termometro”. Gli stessi partiti dovrebbero essere i medici rispetto a questa sorta di “tendenza a mettersi in malattia” il giorno delle elezioni di milioni di elettori.
Lungi dal reperire subito un vaccino certo contro questa patologia ci siamo permessi di proporre almeno un’ aspirina rispetto a questa malattia, che potrebbe essere quella di favorire pure il voto on-line, per riattrarre al voto in ipotesi una parte dei giovani ed altri soggetti, rendendo così più agevole l’espressione del voto. Come avviene, ad esempio, in Paesi come l’Estonia e la Svizzera.
Il senso della proposta del patto sociale
La seconda linea di azione dell’Academy consiste nel puntare su un “patto sociale” per superare l’eccessiva divisività politica e sociale, seguendo l’esempio della proposta di Ugo La Malfa del 1962 e di Carlo Azeglio Ciampi con il suo governo del 1993.
È solo nell’ambito del tentativo di ricercare una forma di “patto sociale”, e non tramite quella assoluta divisività che sembra ricercata dal “landinismo”, che si possono rappresentare gli interessi dei ceti più svantaggiati e affrontare le questioni dei bassi salari (che davvero tali sono da trent’anni in questo Paese) e del “lavoro povero”.
Questioni che esigono che si possa puntare in una atmosfera di concertazione sul recupero di quella produttività del sistema Italia che da trent’anni segue il trend peggiore dei paesi Ocse. Un patto sociale per il quale la sede più appropriata per la sua istruttoria e per il confronto tra le parti sociali potrebbe essere il Cnel, oggi egregiamente presieduto da Renato Brunetta.
Si tratta di due linee che mostrano come il principale faro dell’Academy Spadolini sia proprio quello dell’interesse superiore del Paese.
Il premio Spadolini-Maccanico (e non solo)
Non a caso abbiamo annunciato che nella prima parte del 2025 (in cui cade il centenario della nascita di Giovanni Spadolini) il “Premio Spadolini-Maccanico per l’interesse superiore del Paese”. Non si tratta del solito premio – ce ne sono già troppi – ma di un riconoscimento per quelle personalità che hanno avuto come faro nella loro attività istituzionale e culturale l’interesse superiore del paese.
All’interno del nostro programma per il paese abbiamo inserito anche eventi che possano rilanciare i valori -inscindibili- del merito e della concorrenza.
Seguirà, infatti, entro la prima metà del 2025 un evento su “Il merito al centro”. Giorgia Meloni, infatti, ha posto al centro la questione del merito. Sembra però che il governo faccia fatica a declinarlo. Noi proveremo a farlo, declinando il fattore del merito in settori e ambiti cruciali, come quello della scuola, della pubblica amministrazione, dell’economia. Laddove il concetto di merito è fratello gemello di quello della concorrenza. Affronteremo poi in un evento insieme al Centro studi Guido Dorso il nodo delle classi dirigenti. Anche perché sono emersi i limiti molto seri delle nostre classi dirigenti della destra e della sinistra.
Oltre che una questione cruciale per il paese quale quella della demografia e di quella forma di nobile di natalità che sono le adozioni internazionali e l’affido. Rilanciando la nostra proposta di un “Piano Mattei” per i bambini africani.
In sintesi il menù che l’Academy Spadolini offre è teso ad affrontare le questioni più rilevanti e di interesse Comune di Destra, Centro, Sinistra aperte nel Paese. Al di fuori del settarismo e del fazionismo che caratterizza il modo di fare politica in Italia.
*Luigi Tivelli – Presidente dell’Academy di cultura e politica Giovanni Spadolini. Ha collaborato Francesco Subiaco, vicesegretario generale dell’Academy