di Salvatore Sfrecola
In apertura del Giubileo 2025 giunge nelle librerie “La Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e la devozione mariana. Una storia numismatica” (pp. 172), la cui prima copia era stata presentata a Papa Francesco alla vigilia di Natale. Curato da Francesco Calveri, straordinario cultore della materia, il volume costituisce “una ghiotta occasione per aumentare la propria conoscenza sia storica che devozionale in modo nuovo e originale”, scrive nella Prefazione il cardinale Stanislaw Rylko, Arciprete della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore. Il quale sottolinea come “le medaglie e le monete rappresentano un documento storico straordinario che permette, studiandole e commentandole come ha fatto il Dott. Calveri, di percorrere nuovi sentieri di conoscenza, spesso assolutamente originali. In più ci danno anche immagini relative all’epoca in cui sono state prodotte. Basti guardare la magnifica medaglia numero 1, che è anche in copertina, per vedere all’epoca di Pio IX l’antica posizione dei 4 Angeli sul baldacchino, Angeli che oggi si trovano invece nella Loggia delle Benedizioni”. In poche parole, è delineato il ruolo delle medaglie e delle monete nella illustrazione degli eventi storici collegati, in questo caso ad una straordinaria Basilica, in altri a personalità della Chiesa e dello Stato. Caratteristica della Basilica, la più importante di tutti i santuari mariani sparsi nel mondo, le medaglie dedicate alla Madonna, a partire da quelle relative alla commemorazione dei principali dogmi mariani, negli anni Mariani ed altre feste mariane, per giungere alle numerose medaglie relative alla Salus Populi Romani, uno dei più preziosi gioielli della Basilica, testimonianze della grandissima devozione verso questa icona dei tanti Sommi Pontefici.
La pubblicazione si basa su una pregevole riproduzione delle medaglie accuratamente illustrate con riferimento all’evento storico al quale si riferiscono. Francesco Calveri, studioso appassionato di monete e medaglie, cultore di storia, dimostra la sua straordinaria conoscenza della materia. “La parola medaglia – scrive – indica un oggetto simile alle monete ma di solito più grande, sempre commemorativo di un avvenimento o di un personaggio, che non può essere speso con le monete”. Ricordando che “la medaglia è una delle più belle, diffuse e durature creazioni del Rinascimento. L’inventore è il veronese Pisanello, che risponde con una bellissima medaglia, la prima della storia, alla richiesta di papa Eugenio IV di più ritratti dell’imperatore Giovanni VIII Paleologo, venuto a Firenze per quella che sarà un’effimera riunione della chiesa greca alla latina, concessa in cambio di aiuti, mai dati, contro i Turchi. Correva l’anno 1438”. Spiega anche qual era nel XV secolo la tecnica di fusione, quella della “cera persa”. Mentre tra la fine del secolo e l’inizio del successivo compare anche quella “coniata”, che permette di ottenere in breve tempo un maggior numero di esemplari.
In questa introduzione alla medaglia l’Autore ci conduce tra i vari artisti straordinari che si cimentarono nella creazione di medaglie, da Benvenuto Cellini a Leone Leoni, al Grechetto, a Bernini, fino ai più recenti come Aurelio Mistruzzi, Pietro Giampaoli, Giacomo Manzù, Francesco Messina, Guido Veroi. Mettendo in risalto come non solo l’importanza dell’autorità emittente, non solo l’importanza degli artisti, ma anche le tematiche scelte danno alla serie pontificia un primato assoluto. Le medaglie nascono a Roma “e sono romani i primi avvenimenti immortalati in medaglia”.
Il volume si sfoglia lentamente ammirando la perfetta riproduzione delle medaglie e l’illustrazione che Calveri fa delle stesse, indicando puntualmente l’autore, il committente, descrivendo l’immagine al dritto ed al rovescio, il materiale utilizzato, le dimensioni della medaglia, la disponibilità di copie: molte rare, altre rarissime. Appassionato cultore di storia, Calveri illustra l’evento che ha dato luogo alla medaglia, così facendo di questo volume uno straordinario documento di storia papale e religiosa. Scorrono, medaglia dopo medaglia, come in una fotografia, la Basilica nelle sue strutture nel tardo Ottocento, l’altare della confessione, il nuovo Battistero, i restauri dell’arco efesino e del transetto, della Cappella Sistina, la cappella Paolina per la prima messa celebrata il 27 gennaio del 1613, l’abside esterna, il nuovo portico, le quattro basiliche maggiori in occasione dell’apertura dell’anno Santo del 1900. Poi successivi del 1925, 1933, 1939, 1958, 1963, 1978. Sempre sul rovescio, perché nel dritto campeggia l’immagine del Pontefice promotore dell’iniziativa.
Segue il giro delle sette chiese nel Giubileo del 2000, San Paolo fuori le Mura, San Sebastiano, San Giovanni in Laterano, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo, Santa Maria Maggiore. Ancora le quattro Basiliche Maggiori nell’anno Santo 2000 con il Papa Giovanni Paolo II, poi con Benedetto XVI. Anche la sistemazione definitiva della colonna di fronte alla basilica, essendo papa Paolo V (1605-1621) trova la sua esaltazione in una medaglia, così come l’assetto viario di Roma voluto da papa Sisto V. Una medaglia ricorda Filippo IV re di Spagna cui è anche dedicata una stupenda e colossale statua, opera di Girolamo Lucenti, testimonianza degli stretti rapporti tra la Basilica ed i sovrani di Spagna, risalenti al Regno di Filippo III, tanto che il capitolo aveva donato al sovrano una reliquia della sacra culla veneratissima a Santa Maria Maggiore.
Il capitolo sulla Salus Populi Romani e la devozione mariana procede dalle ricorrenze centenarie dei concili di Costantinopoli e di Efeso di cui ricorda tra le date il 431, 22 giugno, alla sera, quando viene comunicata la decisione dei padri che Maria è Theotokos, Madre di Dio, “e la gioia della folla diventa incontenibile”. E richiama l’omelia tenuta nel Concilio di Efeso da San Cirillo di Alessandria, vescovo.
I dogmi mariani trovano ampio spazio fra le medaglie, a cominciare da quella che Papa Innocenzo X volle per commemorare la presa di possesso della Basilica di San Giovanni in Laterano, con l’immagine dell’Immacolata Concezione. Poi la medaglia del dogma proclamato da Pio IX e quello dell’Assunzione, proclamata da papa Pio XII il 1 novembre 1950. Molto rara la medaglia voluta da papa Pio XII il 2 Aprile 1949 nel cinquantesimo dell’ordinazione sacerdotale che esalta la Salus Populi Romani. In onore della venerata immagine sono le medaglie di Giovanni XXIII, nel 1959 e nel 1961, la medaglia mariana di papa Paolo VI e le medaglie dei vari anni Mariani cui segue una selezione di medaglie di San Giovanni Paolo II, in occasione della visita in Polonia, nel sesto centenario di Czestochowa, al santuario di Montenero, a Fatima, a Parma, a Tindari, in Africa, in Brasile.
Importante il capitolo sugli Arcipreti della Basilica e gli anni santi, da Rodrigo Borgia, poi papa Alessandro VI, ad Andrea della Valle, San Carlo Borromeo, Giovanni Garcia Millini, Benedetto Odescalchi, poi papa Innocenzo XI, Giacomo Rospigliosi, Ludovico Porto Carrero, Giacomo Antonio Morigia, Pietro Ottoboni, Vincenzo Vannutelli, Ugo Poletti.
Il volume si chiude con una postfazione di Sante Guido che immagina lo stupore di Pisanello, il pittore che secondo la tradizione diede inizio alla produzione delle medaglie commemorative per volontà del Papa romano Eugenio IV, “nel constatare l’infinito successo e il numero incalcolabile di esemplari che sul suo esempio fino ad tutt’oggi sono ogni anno prodotte in molte parti del mondo in Italia e presso la Santa Sede”. Una straordinaria finestra su un mondo che merita di uscire dal ristretto ambito degli specialisti per essere di guida alla conoscenza di quanti amano l’arte e la storia incastonata in queste splendide medaglie.