di Salvatore Sfrecola
Con il garbo della diplomazia, ma anche con la fermezza del Sovrano, Carlo III ha ricordato a Donald Trump, che aveva manifestato intenti annessionistici, di essere, anche se formalmente, il Re del Canada. Oltre che dei paesi del Commonwealth, ovviamente.
Il richiamo è giunto nel discorso che il Sovrano inglese ha pronunciato ieri dinanzi alle Camere riunite del Parlamento italiano nel quale ha ricordato i vincoli di amicizia che legano la sua patria all’Italia e che nel corso del Risorgimento hanno dato luogo a interventi concreti in favore dell’unità del nostro Paese. Ha ricordato i rapporti con Cavour fino a sottolineare come, in occasione dello sbarco dei Mille a Marsala, le unità della Royal Navy, presenti alla fonda, impedirono la reazione delle truppe borboniche nei confronti dei piroscafi di Garibaldi. Con buona pace dei neoborbonici.
E in onore del generale dalla camicia rossa il Re ha ricordato le centinaia di migliaia di londinesi che lo accolsero in città dopo gli onori che gli aveva tributato la marina di Sua Maestà che era andata incontro, a vele spiegate, a Plymouth, appena all’orizzonte era apparsa la nave dell’eroe che issava il vessillo tricolore. Anche la permanenza di Giuseppe Mazzini in Inghilterra è stata oggetto di attenzione del Re nel contesto delle antiche relazioni tra l’Italia e le terre che Roma aveva occupato e nelle quali ha lasciato tracce indelebili che ancora oggi sono apprezzate negli usi e nella stessa lingua. Infatti, Carlo III è Rex.
Delle considerazioni in tema di cultura, ambiente ed arte, che hanno impreziosito il discorso del Re, diranno abbondantemente i giornali oggi.
Merita di essere ricordato che anche il Sovrano di Danimarca, Federico X, ha detto stop al Presidente U.S.A. all’indomani della “manifestazione di interesse” di Washington per la Groenlandia. Lo ha fatto ricorrendo ad un restiling dello stemma del Casato arricchito dall’immagine della grande isola. Un modo anch’esso diplomatico ma esplicito e fermo sull’appartenenza della Groenlandia alla Corona danese.
Senza urlare, con stile reale.