del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci
Giustizia civile
La Sezione lavoro della Corte di cassazione ha evidenziato che non può essere riconosciuto il diritto al risarcimento del danno patrimoniale rapportato alla retribuzione che gli attori, ove vincitori, avrebbero potuto percepire, qualora essi non siano in grado di fornire la prova che sarebbero risultati certamente vincitori; non scaturisce neanche il danno da cosiddetta perdita di chance, poiché manca una valutazione comparativa tra candidati idonea a soddisfare i principi giurisprudenziali elaborati al riguardo (ossia gli elementi atti a dimostrare, seppure in modo presuntivo, e sulla base di un calcolo delle probabilità, la possibilità che essi avrebbero avuto di vittoria del concorso, che non può derivare dal calcolo matematico tra numero dei concorrenti e i posti da assegnare, dovendo essere comparati titoli e requisiti posseduti dai candidati (Cass., Sez. lavoro, sentenza 18 maggio 2020, n. 9085).
No alle “porte girevoli”
“C’è ancora qualcuno che, avendo scelto di entrare in politica per rivestire il ruolo di deputato o senatore, ritiene, senza che nessun dubbio lo sfiori, che potrà tornare a indossare la toga quando sarà terminato il suo impegno parlamentare. Che minaccia, se gli fosse impedito, di ricorrere alla Consulta…
Chi ha scelto di indossare la toga sa che è tenuto a certi comportamenti che costituiscono anche una limitazione personale, un sacrificio. Questa, secondo l’opinione prevalente dei cittadini, deve essere l’immagine del magistrato al quale la legge attribuisce il ruolo, fondamentale in tutti gli ordinamenti, fin dai più antichi, quando i giudici si identificavano nei sacerdoti…
Tale ruolo dei magistrati, che un tempo veniva definito con una certa enfasi missione, esige soggezione soltanto alla legge, come si esprime l’articolo 101 della Costituzione. Indipendenza garantita soprattutto dalla persona, dalla sua etica professionale…
La degenerazione del correntismo ha provato l’esistenza di cordate non solo di amici ma, soprattutto, di magistrati schierati su posizioni contigue a quelle dei partiti politici, come hanno rivelato molte delle intercettazioni pubblicate. Chi decide di darsi alla politica deve abbandonare la toga” (Salvatore Sfrecola, “La Carta proibisce le porte girevoli. Chi si candida deve lasciare la toga”, La Verità, 23 giugno 2020).
Pertanto, una riforma in tal senso è più che urgente se si vuole restituire alla magistratura il prestigio ormai decisamente compromesso.
Governo in panne
La tattica del rinvio sistematico, specie in politica, è deleteria.
Con i rinvii non si va avanti.
Si rischia, anzi, di rendere impossibile la risalita della china.
L’era dei Commissari straordinari
“Fra i 35 commissari che risultano nella lista di Palazzo Chigi ci sono, per dire, il commissario straordinario per gli interventi di restauro e valorizzazione dell’ex carcere borbonico di Santo Stefano e Ventotene e il commissario straordinario per la realizzazione dell’intervento sullo schema idrico Basento Bradano tronco di Acerenza, terzo lotto. Ora, io ho tutto il rispetto del terzo lotto di Acerenza, per lo schema idrico Basento Bradano e ancor più per l’ex carcere borbonico di Santo Stefano e Ventotene: ma possibile che per questi interventi ci voglia un commissario? Che cosa hanno di così straordinario se non la nostra incapacità a trovare soluzioni nell’ordinario?” (Mario Giordano, “Il grillo parlante”, Panorama, n. 25/2020, 98).
A questo punto, non sembra inopportuno ricordare che il carcere di Santo Stefano un tempo era destinato ad ospitare ergastolani i quali provvedevano alla manutenzione della struttura.
Detto carcere, una volta ripristinato e razionalizzato, potrebbe nuovamente ospitare detenuti ai quali dovrebbe essere demandata la manutenzione ordinaria della importante struttura. E ciò con evidenti benefici psico-fisici dei detenuti stessi anche in vista di un loro possibile reinserimento nella vita sociale.
27 giugno 1980
Dopo 40 anni dall’infame strage di Ustica, siamo ancora in attesa di conoscere la Verità.
Contante addio
“Tra pochi giorni non sarà più possibile fare un pagamento in contanti, né un prelievo di denaro in banca, per una cifra superiore a 1.999,99 euro. Dal 1° luglio, infatti, sarà questa la nuova soglia massima per l’uso del denaro contante, oggi ancora fissata a 2.999,99 euro. Il tetto, poi, verrà abbassato ulteriormente a 999,99 euro dal 1° gennaio 2021, cioè tra 6 mesi: la soglia dei mille euro cash il prossimo anno sarà off limits.
In futuro, le piccole operazioni potranno continuare ad avvenire usando le banconote, ma l’obiettivo del governo è evidentemente incentivare l’uso della moneta elettronica e, soprattutto, le operazioni tracciabili che non sfuggono all’occhio vigile dell’Agenzia delle Entrate. (Edmondo Rho, “Il contante in nero recuperiamolo così”, L’espresso, n. 26/2020, 39).
Sogni ad occhi aperti
Riduzione delle tasse, burocrazia decimata, codice degli appalti al macero.
Da Calamandrei
“Può darsi che in certi casi la collegialità sia un farmaco deprimente che attutisce il senso della responsabilità individuale; ma in certi casi può essere anche un corroborante. Per avere il coraggio di andare controcorrente, la collegialità può servire da sostegno: quando tira vento è meglio non essere soli; in più, ci si prende a braccetto e ci si regge l’uno con l’altro” (Piero Calamandrei, ““Elogio dei giudici scritto da un avvocato”, Milano, 2^ ed. 1999, rist. 2001, 277).