di Paolo Nizza
Salvini si è subito dichiarato disponibile. Dimostrando senso di responsabilità e spirito di collaborazione. Bene, ma…. C’è un ma..
La sua mossa ha spiazzato gli altri partiti della possibile coalizione, ma potrebbe essere foriera di preoccupazioni, non solo per Draghi.
Una volta al Governo, anche se non di persona, potrà p. es. Salvini ancora cavalcare l’immigrazione clandestina, suo cavallo di battaglia?
E se non lo farà cosa penserà il suo elettorato?
Stare al Governo significa assumersi e condividere responsabilità. E poiché questo sarà anche un governo di austerità se non proprio di sacrifici, l’elettorato della Lega cosa farà?
Tra un paio di anni si voterà e Salvini dovrà presentarsi ai suoi elettori con il consuntivo di ciò che il Governo Draghi avrà fatto….
Zingaretti e Grillo sono nell’imbarazzo di decidere se stare nell’alleanza di governo con Salvini oppure no. Ove decidessero di stare al gioco potrebbero corresponsabilizzarlo in scelte impopolari per il suo elettorato e così indebolirlo. Ovvero far ricadere su di lui la responsabilità di una crisi.
Rilevante sul piano dei numeri ma meno sul piano politico è la presenza di Berlusconi e di Renzi.
Va riconosciuta la scaltrezza della scelta della Meloni: valutare di volta in volta se votare a favore dei vari provvedimenti.
Che’ se Salvini dovesse rendere conto ai suoi elettori della scelta fatta e le cose non fossero andate per il verso giusto, Fratelli d’Italia farebbe il pieno dei voti di destra.
Ma una volta al Governo si troverebbe sulle spalle il fardello degli impegni assunti da Draghi.
È verosimile che alla fine il Governo Draghi sia una riedizione dell’agognato Conte ter con Berlusconi a rafforzare la maggioranza.
E con il margine significativo e non esiguo di tranquillità che garantisce al Paese la guida di Draghi, serio e composto, intelligente e fermo, non certo disponibile a consentire i giochini e a cui ci hanno abituato i 5Stelle.