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Frammenti di riflessioni

del Prof. Avv. Pietrangelo Jaricci

Uso prolungato della mascherina durante le lezioni

Deve essere sospeso l’obbligo di indossare la mascherina da parte di un alunno che abbia certificato problemi di difetto di ossigenazione per l’uso prolungato del dispositivo di protezione individuale durante l’intero orario di lezione, essendo il pericolo di affaticamento respiratorio – in mancanza di una costante verificabilità con saturimetro –  troppo grave e immediato.

La Sezione ha chiarito che nella classe frequentata dal minore non risulta essere disponibile neppure un apparecchio di controllo della ossigenazione  – saturimetro, strumento di costo minimo e semplicissima utilizzabilità in casi come quello prospettato, ad opera di ogni insegnante, per intervenire ai primissimi segnali di difficoltà di respirazione con DPI da parte dell’alunno (Cons. Stato, Sez. III, decreto cautelare 26 gennaio 2021, n.304).

Scongiurato il Conte 3

“Non c’è dubbio che il richiamo all’esigenza di definire il programma sia prioritario rispetto all’individuazione di coloro i quali lo dovranno realizzare. Il dibattito degli ultimi mesi, in particolare, dopo le dimissioni dei due ministri di Italia Viva ha messo in risalto una notevole fragilità del Governo Conte 2 quanto all’azione programmatica nella lotta alla pandemia e alla crisi economica che ne è stata la conseguenza. È stato rilevato, infatti, in più occasioni come il Governo abbia proceduto a tentoni, con evidente discontinuità che è pesata molto sulle attività economiche anche per l’incertezza di misure, alcune delle quali non sono state neanche sufficientemente spiegate e quindi comprese dall’opinione pubblica, ciò che ha avuto l’effetto di favorire la protesta e la violazione delle regole” (Salvatore Sfrecola, “E poi spunta Mario Draghi, l’incubo di Conte”, in questa Riv.,1 febbraio 2021).

Il nuovo Sindaco di Roma

Il prossimo Sindaco di Roma deve, anzitutto, raccogliere i “cocci”.

Quindi, predisporre una serie di calibrati interventi in linea con la tradizione della Capitale d’Italia, da adottare presto e bene, onde conferire alla Città la dignità e il prestigio che le competono.

Roma deve ritrovare se stessa.

Il degrado della politica

Un autorevole giornalista scrive che stiamo vivendo “una crisi che non è di governo, ma di sistema”: di qui l’urgenza di “bloccare il treno in corsa verso la catastrofe”.

“Questi sono i giorni dell’ultimo appello, l’ultima chiamata di responsabilità. Ma è necessario uscire dall’invocazione del governo di salvezza nazionale o di salute pubblica e scrivere un patto di fine legislatura, con pochi punti. Il Piano di Ripresa che va ripensato radicalmente e attuato senza perdite di tempo. Un piano di investimenti per il lavoro e la crescita, in grado di reggere l’urto della fine del blocco dei licenziamenti: non ostinarsi a tenere in piedi imprese e aziende finite, ma salvare le persone e garantire la possibilità di rientrare in circolo. Un progetto di riforme istituzionali, compresa una legge elettorale per restituire ai cittadini il potere di scegliere i rappresentanti e indicare i governi, senza cui il taglio dei parlamentari è un gesto dadaista. Un patto tra i partiti che diventi la premessa di un nuovo patto di cittadinanza. Qualcosa che va ben oltre le miserie di questi giorni e sopra la necessità di dare vita a un nuovo governo, qualunque esso sia e da chiunque sia guidato” (Marco Damilano, “Il momento dell’arbitro”, L’Espresso, n.6/2021,10 ss.).

          Il popolo italiano è in grado di reagire, è però indispensabile una guida sicura e non formazioni politiche, nuove o usurate, ma ancora alla ricerca di una propria identità e, quindi, incapaci di attuare progetti di una qualche consistenza.

Le “incompiute”, con decine di miliardi già stanziati

“Sono 744 le opere bloccate censite dall’Ance che riunisce le imprese edili italiane. Uno stop che, secondo l’associazione, sottrae all’economia nazionale 201 miliardi di euro di potenziali ricadute e si riflette in una mancata occupazione di 890 mila persone. In particolare, i grandi progetti fermi (per un valore di oltre 100 milioni ciascuna) sarebbero 87, mentre quelli medio-piccoli ammonterebbero a 657. I lavori da cominciare o in ritardo sono tantissimi: basta scorrere l’elenco delle grandi opere affidate dal governo a 30 commissari straordinari nel tentativo di accelerare i tempi. Ci sono collegamenti stradali come la statale Ionica da riqualificare (oltre 3 miliardi) e la Grosseto-Fano (oltre 2 miliardi). La trasformazione in superstrada della statale Roma-Ascoli Piceno (1,1 miliardi) e il completamento della Ragusa-Catania, la costruzione di un nuovo ponte sul fiume Trebbia, il potenziamento della Garganica. 

Ci sono, poi, i 16 cantieri da riaprire che riguardano le tratte ferroviarie come l’alta velocità tra Brescia e Padova (8,6 miliardi), la Palermo-Catania-Messina (8,7 miliardi), la Genova-Ventimiglia, la Salerno-Reggio Calabria, la chiusura dell’Anello ferroviario di Roma.

Altri lavori riguardano la linea C della metropolitana di Roma e la messa in sicurezza del sistema di acquedotti che rifornisce la Capitale. E poi dighe in Sardegna e in Sicilia da mettere in sicurezza, mentre nel porto di Genova dovrebbe partire la costruzione della nuova diga foranea” (Guido Fontanelli, “Ritardopoli nell’Italia delle 744 opere bloccate”, Panorama, n. 6/2021, 8 ss.).

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