di Salvatore Sfrecola
Con il 46% dei voti della giuria dei 300 lettori, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, Jacopo Lorenzini con L’elmo di Scipio. Storie del Risorgimento in uniforme (Salerno Editrice, 2020) è risultato il vincitore della VIII edizione del Premio “Friuli Storia”. Il volume è stato preferito agli altri due della terzina selezionata dalla giuria scientifica presieduta dal prof. Tommaso Piffer: Storia dell’Italia fascista, di Paolo Nello, Società editrice il Mulino, 2020 (15%) e 1945. Otto giorni a maggio. Dalla morte di Hitler alla fine del Terzo Reich. L’ultima settimana della Seconda guerra mondiale, di Volker Ullrich, Feltrinelli, 2020 (39%).
Ricercatore nell’Università di Macerata, dove si occupa della cultura militare nell’Italia, dal secondo dopoguerra agli anni di piombo, Lorenzini ha pubblicato la monografia Uomini e generali. L’élite militare nell’Italia liberale, 1882-1915 (Milano, 2017) e diversi saggi sulla storia culturale, sociale e politica delle istituzioni militari europee nel XIX e XX secolo. Studioso di storia contemporanea e di storia delle istituzioni, approfondite a Bologna, Parigi e Siena, dopo il dottorato, ha affrontato, presso l’Istituto italiano di studi storici di Napoli, il tema della riconversione postunitaria del corpo degli ufficiali del Regno delle Due Sicilie.
Questa sua esperienza ha riversato, dunque, ne “L’elmo di Scipio”, un racconto che segue il percorso dei sogni, delle illusioni, e delle contraddizioni di coloro che parteciparono al Risorgimento militando inizialmente sotto le diverse bandiere degli stati espressione di un popolo troppo a lungo diviso. È una storia culturale e politica della professione militare nell’Ottocento italiano, raccontata attraverso la vita di tre straordinari protagonisti degli eventi bellici di quegli anni: il borbonico Salvatore Pianell, il garibaldino Enrico Cosenz, e il piemontese Cesare Magnani Ricotti. Tre figli del loro tempo, di origine borghese, che perverranno al vertice dell’Armata in un tempo nel quale la carriera delle armi, nella prospettiva dei gradi più elevati, era quasi esclusivo appannaggio della nobiltà, tre ufficiali che, provenendo da eserciti diversi, si ritrovano a servire sotto la bandiera del Regno d’Italia. Tre percorsi simili che si intrecciano negli anni cruciali del Risorgimento, e attorno ai quali si affollano tanti altri attori di quella straordinaria stagione culturale, politica, e militare, da Giuseppe Garibaldi ai generali borbonici, dimostratisi inadeguati al loro ruolo, dai nobili sabaudi trascinati dal Re Vittorio Emanuele II e dal suo grande ministro, il Conte di Cavour, ai figli dei borghesi che si affacciano sul palcoscenico della Monarchia parlamentare.
La cerimonia di premiazione si terrà in presenza il 15 ottobre nella chiesa di San Francesco ad Udine e sarà parte della rassegna UdinEstate. Nella stessa occasione verrà consegnato anche il Premio “Fondazione Friuli Scuole”, giunto alla IV edizione, dedicato ai giovani delle scuole secondarie di secondo grado.
Il Premio “Friuli Storia” si dimostra ancora una volta capace di coinvolgere nuovi lettori sempre più appassionati alle vicende storiche di maggiore interesse, attraverso un peculiare processo di votazione che si articola in due fasi. Nella prima la giuria scientifica composta da Elena Aga Rossi, Roberto Chiarini, Ernesto Galli della Loggia, Paolo Pezzino, Tommaso Piffer, Silvio Pons e Andrea Zannini seleziona una rosa di tre finalisti tra le opere candidate dagli editori (quest’anno ben 120, un record per il Premio), nella seconda fase una giuria popolare individua il vincitore votando online, dopo aver ricevuto gratuitamente a casa i volumi dei finalisti.
“Il Premio Friuli Storia – si legge in un comunicato – , realizzato con il contributo della regione Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Friuli, del Comune di Udine e di Poste Italiane S.p.A., oltre che con la collaborazione del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, del Messaggero Veneto e di Mediafriuli, prosegue, dunque, nel suo proposito di valorizzare la vasta comunità di appassionati che si è creata negli anni. Dal 2014 ad oggi, infatti, sono 1500 i lettori che hanno preso parte alla giuria e alle iniziative collaterali del Premio. Già nella scorsa edizione erano stati sperimentati degli incontri online tra i finalisti e i lettori, dando a questi ultimi la possibilità di porre domande e dialogare direttamente con gli esperti. L’iniziativa verrà riproposta anche quest’anno in presenza, compatibilmente con le normative anti contagio. Sarà l’occasione per avere un contatto ravvicinato con la ricerca storica e con i suoi protagonisti, ma soprattutto per far crescere attraverso il Premio un dibattito culturale serio e informato sul passato e sull’attualità”.