di Salvatore Sfrecola
È veramente deprimente, tornando a Roma dopo una breve vacanza all’estero, constatare ancora una volta che il bel Paese, che la natura ci ha consegnato e l’intelligenza degli uomini nel corso dei secoli ha ornato di meravigliose opere d’arte, sia oggi in molti casi in stato di grave abbandono. In particolare, capitale d’Italia, che è anche il centro della Cristianità e la memoria storica della civiltà occidentale, è invasa dalla sporcizia, che richiama topi e cinghiali, come sottolineato di recente anche dalla stampa estera. Un pessimo biglietto da visita che l’amministrazione capitolina presenta ai milioni di turisti che sono tornati a visitare Roma.
L’esempio della cattiva organizzazione del servizio di raccolta dei rifiuti urbani è dato dai cassonetti le cui immagini i cittadini continuano invano a postare, in particolare su Facebook, ridondanti di materiali, maleodoranti, perché evidentemente non lavati e disinfettati, come ricordo un tempo era previsto, un fetore indescrivibile che naturalmente assume dimensioni inaccettabili nei mesi estivi.
Ma non è tutto qui. Cosa che altri non hanno notato, i nuovi cassonetti per la raccolta dei rifiuti indifferenziati hanno una caratteristica tale da rendere ardua la loro utilizzazione. Quelli che sono stati sostituiti avevano un pedale che consentiva l’apertura del coperchio e quindi facilitava l’immissione dei sacchetti. I nuovi non hanno il pedale, per cui è necessario sollevare la maniglia del pesante coperchio, che essendo all’altezza di 150 centimetri determina evidenti problemi sia per le persone anziane, sia per le persone di statura non elevata perché non riescono a sollevarlo lo spazio di almeno 30-40 centimetri, quanto necessario per poter inserire agilmente il sacchetto con i rifiuti. Insomma, si deve portare il coperchio almeno a 180 centimetri, una bella altezza per chi contemporaneamente deve immettere un sacchetto voluminoso e pesante.
Mi chiedo, quindi, chi abbia disposto questo acquisto, se abbia visionato un prototipo che sicuramente sarà stato presentato all’AMA in sede di appalto e se quindi abbia verificato la sua praticità, cosa talmente ovvia che lascia interdetti che evidentemente non sia stato fatto.
È un esempio ulteriore di noncuranza, di mancanza di considerazione per gli utenti di un servizio che altrove è gestito in modo esemplare.