di Salvatore Sfrecola
Tanta amarezza al “Maradona” ieri sera, nella prima partita del girone di qualificazione per i prossimi Europei. Amarezza per il risultato sul campo e per l’atteggiamento di alcuni “tifosi”, si fa per dire, di entrambe le squadre. Per i fischi all’Inno inglese God save the King e per quella bandiera inglese che offende la memoria di Maradona, “Diego è in una bara”, condannata dalla Federcalcio inglese.
Sul campo, nel primo tempo, l’Italia è soporifera. Infatti, stanchissimo per una giornata impegnativa, iniziata ben prima dell’alba, ho subito il classico abbiocco, brevissimo, il tempo di non vedere il secondo gol inglese. Riprende la mia attenzione quando l’Italia si sveglia. Ma è troppo tardi e il risultato è un impietoso 1 a 2.
Nel primo tempo, che si chiude col doppio vantaggio dagli uomini di Southgate, il dominio inglese è pieno, i passaggi sicuri, in profondità, com’è del calcio oltremanica. Non c’è partita. E quando, nel secondo tempo, l’Italia si vede “ma troppo poco”, come scrive Dagospia, è tardi. Rimane solo la speranza nutrita fino all’ultimo secondo del tempo di recupero. La squadra del Re Carlo non ha rischiato mai sul serio.
Mancino schiera Donnarumma, Di Lorenzo, Toloi, Acerbi, Spinazzola, Barella, Jorginho, Verratti, Berardi, Pellegrini, Retegui, l’autore del gol che ci ha fatto sperare che la partita fosse riaperta, che si potesse riscattare quel primo tempo inguardabile. Al 13esimo è Rice che apre le marcature in un’azione che nasce da un calcio d’angolo. Donnarumma non esce e il pallone finisce in area sul piede giusto dell’attaccante inglese.
Come accade spesso nel nostro calcio lo choc non provoca un’adeguata reazione. Anzi non c’è proprio una reazione che tale si possa definire. E nel finale del tempo per un braccio largo in area di Di Lorenzo l’arbitro decreta il rigore che Harry Kane realizza con sicurezza.
Alla ripresa Mancini presenta la stessa formazione che c’illude per qualche più articolata azione sotto la porta inglese che a volte è parso un arrembaggio disperato. Soprattutto dopo che, al 56esimo, Retegui riceve un pallone d’oro da Pellegrini e non lo sbaglia. È l’1 a 2. La partita in parte cambia volto. Entrano Politano, Tonali, Gnonto e Cristante. Fa sperare anche che l’Inghilterra sia finita in dieci per doppia ammonizione di Shaw. È troppo tardi. L’1 a 2 è il risultato che attesta che le partite vanno giocate col massimo impegno fin dall’inizio, adeguando la tattica alle caratteristiche della squadra avversaria nota da sempre per l’impegno nei tiri lunghi, per le puntate veloci ed anche per quella aggressività che è stata certificata dall’espulsione di Shaw.
Modesto l’arbitraggio.