di Salvatore Sfrecola
È stato un gesto di cristiana pietà quello di Papa Francesco in piedi dinanzi al feretro del Presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano, nella sala Nassirya di Palazzo Madama, dove era esposto per l’omaggio di chi avesse voluto. Immagino che, in silenzio, senza neppure un movimento delle labbra, il Santo Padre abbia anche pregato per l’anima dell’“amico Presidente”, come abbiamo letto in qualche titolo, tra i molti apposti agli articoli che hanno sottolineato l’unicità dell’evento. Compreso il mancato segno della Croce con il quale, secondo una consuetudine che accomuna i cristiani, viene salutata una bara, indipendentemente dalla religione del defunto. Come la mano alla visiera da parte dei militari.
È uno di quei gesti del tutto personali, di rispetto per la persona defunta. Tutti si attendevano che anche il Papa lo facesse. Forse anche i familiari del Presidente emerito ai quali quel gesto non avrebbe certamente dato fastidio, pur nella loro cultura “laica”.
Non è mia intenzione, che’ sarebbe un atto di superbia da correre a confessare, giudicare l’atteggiamento del Papa, uomo di Dio e Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, il quale, forse, ha inteso essere presente per il suo ruolo di Capo di Stato.
Non so quanti avranno apprezzato il gesto del Papa, in particolare l’omesso segno della Croce, al di là dell’emozione che ha voluto manifestare Pier Ferdinando Casini che, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto di ritenere la presenza del Papa espressione di un “omaggio” ad “un non credente che ha sempre rispettato la Chiesa e il mondo cattolico italiano”. Un gesto, ha aggiunto, che in Napolitano riconosce “il valore della buona politica”. Un pò come il Cardinale Gianfranco Ravasi il quale, invitato a parlare in occasione dei funerali, ha anticipato al medesimo quotidiano milanese, di ritenere importante anche una presenza “per così dire spirituale”, in quanto “Napolitano si è sempre interessato ai temi della trascendenza, anche se è un orizzonte al quale non è giunto”.
Amen!