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80 anni fa l’attentato ad Adolf Hitler che non riuscì a fermare la guerra

di Salvatore Sfrecola

Erano le 12:42 del 20 luglio 1944 quando un’esplosione devastò la sala delle riunioni della Wolfsschanze, la “Tana del lupo”, a Rastemburg nella Prussia orientale, mentre Adolf Hitler ed i suoi generali erano chini sulle carte geografiche che indicavano il posizionamento delle truppe sui vari fronti. I morti furono 4, i feriti 20. È stato uno dei tentativi più significativi per rovesciare il regime nazista dall’interno, un’idea, nell’ambito dell’”Operazione Valchiria”, ossia la mobilitazione della milizia territoriale in caso di colpo di Stato o insurrezione interna, maturata tra alti ufficiali dell’esercito tedesco, per lo più di famiglie prussiane, preoccupati per il destino della Germania e desiderosi di negoziare una pace con gli alleati, poiché la guerra sembrava loro ormai inevitabilmente perduta.
Il compito di portare la bomba, circa un chilogrammo di esplosivo al plastico, con innesco a tempo, attraverso un detonatore formato da una sottile molla di rame che sarebbe stata progressivamente corrosa da un acido, l’aveva assunto un esponente della nobiltà tedesca, il Colonnello della Wermacht Claus Schenk von Stauffenberg, invalido, reduce della Tunisia dove era stato gravemente ferito. Aveva perso la mano destra, due dita della sinistra e l’occhio sinistro. Conservatore, nazionalista e cattolico, Stauffenberg dall’inizio del 1942, aveva condiviso il pensiero, largamente diffuso tra gli ufficiali dell’esercito, che il proseguimento della guerra avrebbe portato la Germania al disastro e che Hitler avrebbe dovuto essere rimosso dal potere.
Quella mattina entrò nella sala delle riunioni e, dopo aver posizionato la valigia contenente la bomba vicino a Hitler,. Stauffenberg, uscito poi dalla stanza, sentì da distanza l’esplosione e fu convinto che il dittatore fosse stato ucciso. Invece era accaduto che, complice anche lo spostamento della valigia dietro un massiccio tavolo di quercia, Hitler era sopravvissuto all’esplosione riportando solo lievi ferite.
Convinto che Hitler fosse morto Stauffenberg tornò a Berlino per coordinare il colpo di Stato ma presto si scoprì che il Fuhrer era sopravvissuto. Il piano fallì. La rappresaglia di Hitler fu spietata. Molti congiurati, inclusi Stauffenberg e altri leader della resistenza, come Ludwig Beck e Friedrich Olbrich furono giustiziati. La repressione si estese anche alle loro famiglie con molti arresti e molte deportazioni in campo di concentramento.
L’“Operazione Valchiria” non riuscì a cambiare nel corso della guerra ma rimase un simbolo del coraggio e della determinazione di alcuni tedeschi nel cercare di opporsi al regime nazista. Se il piano avesse avuto successo, i membri della congiura avrebbero assunto il potere a Berlino instaurando un nuovo regime per negoziare una pace separata con gli Alleati, allo scopo di evitare la disfatta militare e l’invasione della Germania.
L’opposizione al regime mirava da tempo all’esautoramento del Führer, prima per impedirgli di scatenare una nuova guerra mondiale, ma l’indecisione dei generali dell’esercito e la fallimentare strategia delle potenze occidentali nel contrastare la politica aggressiva di Hitler avevano impedito che dalle parole si passasse ai fatti. Gruppi organizzati, quali l’Orchestra Rossa e la Rosa Bianca, avevano iniziato ad operare nel 1938, quando gruppi dell’Abwer e della Wehrmacht cominciarono a pianificare un rovesciamento del regime.
Nel 1943 vi furono tre infruttuosi tentativi di uccidere il dittatore, a Zaporizzja nel quartier generale dell’Heeresgruppe Sud, non si concretizzò a causa dell’opposizione del feldmaresciallo Erich von Mantein, a Smolensk (13 marzo) durante la visita di Hitler allo stato maggiore dell’Heeresgruppe Mitte, quando il colonnello Fabian von Schlabrendorff consegnò ad Heinz Brandt, un ufficiale dello Stato Maggiore che viaggiava in aereo con il Führer, un pacchetto provvisto invece di due piccole cariche esplosive sufficienti per fare precipitare l’aereo. Le cariche tuttavia non esplosero. Infine, il 21 marzo 1943 a Berlino, quando al colonnello Rudolf Christoph Freiherr von Gersdorff fu affidato l’incarico di accompagnare Hitler ad una mostra di materiale bellico catturato al nemico. La visita del Führer si svolse così rapidamente da non dare il tempo di azionare l’esplosivo predisposto per l’attentato.
L’attentato del 20 luglio 1944 è stato oggetto di un film “Operazione Valchiria” (2008), diretto da Bryan Singer con Tom Cruise nel ruolo di Stauffenberg.

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