lunedì, Gennaio 20, 2025
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LUIGI DI MAIO “RISERVA” DI ANODINA UE

dell’Avv. Jacopo Severo Francesco Bartolomei 

Mentre il mondo delle relazioni internazionali trattiene il fiato in attesa di eventi se non epocali di certo di indubbia rilevanza globale, tra l’imminente cerimonia di reinsediamento di Donald John Trump alla Casa Bianca il 21 gennaio p.v., quale 45esimo Presidente Federale, l’incontro del Premier Italiano G. Meloni – peraltro nel giorno del suo 48esimo compleanno – ad Abu Dhabi con il Premier albanese Edi Rama e con l’Emiro Mohamed Ben Zayed, Presidente EAU, la probabile cessazione della fase più cruenta del conflitto Russo-Ucraino, e last but not least il raffreddamento delle tensioni mediorientali, con l’avvio graduale dello scambio tra gli ostaggi israeliani e i detenuti politici palestinesi (definiti terroristi da Tel Aviv), ebbene in tale complesso e in divenire contesto, è forse passata in sordina la notizia della riconferma di Luigi Di Maio – nickname Giggino – a Inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico.

Di Maio, prossimo 39 enne, quindi anagraficamente imberbe rispetto ai matusalemme del Parlamento italiano o a leader giovani ma molto navigati, quale l’on. Giorgia Meloni definita la Personalità politica più influente nel Vecchio continente, ha alle spalle un cursus honororumragguardevole: tra i promotori del Movimento 5 Stelle, ha ricoperto la carica di Vicepremier nell’Esecutivo Conte I e quella di Ministro degli Esteri nel Conte II .

Ora la ex Premier lettone Kaja Kallas, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione (carica ricoperta da Federica Mogherini nel periodo 2014-2019, dopo esser stata Ministra affari esteri e della cooperazione internazionale per 8 mesi nel governo Renzi; oggi 52 enne Rettore del Collegio d’Europa, Istituto indipendente di studi postuniversitari, con sedi a Bruges in Belgio e a Varsavia, presso parco storico Natolin), in occasione della riunione dell’organismo “Political and Security Committee” ha proposto ai rappresentanti del 27 Paesi membri la riconferma nell’incarico di Di Maio, affermando che il medesimo durante il primo biennio avrebbe svolto “Un lavoro eccellente”.

Di fronte a così categorica proposta, il rappresentante italiano ligio alle direttive impartite dal connubio Palazzo Chigi-Farnesina non si è opposto, né ha avanzato rilievi di sorta, tenendo però a chiarire la provenienza aliunde della proposta di riconferma, quindi addossando a Bruxelles la primazia dell’opzione prescelta.

Tale modus operandi presta il fianco a più di una sporadica critica; mentre la nomina di “Giggino a’ cartelletta” (soprannome dispregiativo, datogli dal Mentore Beppe Grillo nel proprio blog del 23.7.22) è avvenuta su iniziativa dell’allora Premier Mario Draghi (ex Presidente BCE), la decisione attuale sembra sfuggire dall’ambiente nostrano.

Le doti che nel biennio appena trascorso Di Maio ha dato prova sono quelle di aver limitato al massimo esternazioni pubbliche, viaggiato molto e soprattutto evitato gaffes (ricordate la proposta di impeachment, subito rientrata, in laboriose trattative per incaricare Giuseppi Conte, allorquando il Presidente Sergio Mattarella oppose netto rifiuto sul nome del Prof. Savona al MEF?); doti a nostro avviso apprezzabili, ma palesemente insufficienti, se i vertici UE in persona della Kallas non avessero elogiato il lavoro svolto, sotto il profilo di aver significativamente contribuito al rafforzamento delle relazioni tra Unione e il Consiglio di cooperazione del Golfo, di cui fanno parte Paesi quali Arabia Saudita, Kuwait, Bahrein, Qatar, Emirati arabi uniti ed Oman. Nella dichiarazione di apprezzamento la Kallas ha sostenuto che l’apporto di Di Maio sarebbe stato determinante per la riuscita del primo vertice tra UE e GCC, svoltosi a Bruxelles nell’ottobre 24.

L’atteggiamento sembra pilatesco, da consumata tattica e non da strategia a largo raggio, sol che si ponga attenzione che quasi in concomitanza nella Camera Bassa del Parlamento domestico, Renzi decideva l’astensione sul voto in prima lettura del disegno di legge costituzionale (Terza iniziativa, dopo cd. Premierato ed Autonomia differenziata, di riforma settoriale della Carta costituzionale) sulla separazione delle carriere.

Tale Disegno di legge costituzionale, adottato dal Governo Meloni (Sponsor il Guardasigilli Carlo Nordio, Relatore di maggioranza avv. Francesco Paolo Sisto) ricade nel settore delicatissimo dei rapporti tra Magistratura e Politica, nonché ridisegna ruolo e natura del CSM, del quale si preconizza lo sdoppiamento per magistratura giudicante e quella requirente, e la fine dell’autodichia in tema di procedimenti disciplinari. Il brillante intervento in aula dell’On. R. Giachetti, autentico garantista, nato e cresciuto nel Partito Radicale ed ora approdato ad Italia Viva (Componente della XIV Commissione permanente – Politiche UE), non è riuscito però a dipanare del tutto quel velo di eccessivo tatticismo, inopportuno quando si discute delle Regole comuni al massimo grado, che postulerebbero un minimo comune denominatore di condivisione, pure tra parti contrapposte nell’emiciclo di Montecitorio. 

Non abbiamo ulteriori elementi né le competenze nel complesso ed interconnesso mondo delle relazioni internazionali, al pari della Kallas (omonima celeberrima Maria Callas, cantante lirica ellenico-statunitense, soprano naturalizzata italiana, 1923-77), per sincerarci della bontà delle sue affermazioni di elogio del “Giggino” nazionale, originario della periferia partenopea (Pomigliano d’Arco) e sempre vocato a rappresentare l’anima istituzionale del M5S (in contrapposizione al movimentista A. Di Battista, di nuovo in primo piano, avendo osservato il vincolo statutario della doppia legislatura).

Tuttavia, possiamo convenire che Luigi Di Maio ne abbia fatta di strada, anche per vie tortuose ed impervie, specie nell’ultimo decennio di vita pubblica.

La parabola politica di Giggino con la certezza che – a differenza di migliaia di suoi coetanei laureati a pieni voti, in possesso di Ph. Doctor o master specialistico di secondo livello, in cerca di stabile occupazione dignitosamente retribuita – per il prossimo biennio, sino al 28.2.27, percepirà lo stipendio, consono al ruolo rivestito un po’ meno ai titoli di studio conseguiti…, di € 15.000 mensili, dimostra indubbiamente che l’intera storia del nostro amato Paese, si compendia nel Capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957), Il Gattopardo- pubblicato postumo nel 58 da Feltrinelli grazie all’intervento di G. Bassani, in cui si legge come “ la facoltà di ingannare se stesso, è il requisito essenziale per chi voglia guidare gli altri”.

Peccato che il Presidente della Repubblica ieri ad Agrigento, nello scenario di lancinante bellezza della Valle dei Tempi, inaugurando la Città capitale della Cultura per l’anno 2025, non abbia avvertito esigenza di citare il suo conterraneo, nato a Palermo da famiglia nobile di Palma di Montechiaro.

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